La mente si può suicidare?
“La mente non si può suicidare, perché qualsiasi cosa la mente può fare rafforzerà la mente stessa. Qualsiasi fare venga agito dalla mente, la renderà più forte; dunque, il suicidio è impossibile. La mente che fa qualcosa, implica la mente che perpetua se stessa – dunque, il suicidio non è nella natura delle cose.
D’altra parte, un suicidio accade. La mente non lo può commettere – d’accordo? – lascia che lo chiarisca in modo definitivo: la mente non lo può commettere, eppure un suicidio accade.
Accade attraverso l’osservazione della mente, non nel fare qualcosa.
Colui che osserva è separato dalla mente, è più in profondità rispetto alla mente, è superiore alla mente. Colui che osserva è sempre nascosto dietro la mente: passa un pensiero, affiora una sensazione, un sentimento – chi osserva questo pensiero?
Non la mente in quanto tale – perché la mente non è altro che un processo di pensieri e sentimenti. La mente non è altro che il traffico del pensare: chi lo osserva?
Quando dici: “In me è sorto un pensiero rabbioso”, chi sei “tu”? In chi è sorto quel pensiero? Chi è il contenitore? Il pensiero è il contenuto… chi è il contenitore?
La mente è simile a un libro stampato: sulla pagina bianca, pulita, compaiono le parole. Quel foglio vuoto è il contenitore e le parole stampate sono il contenuto. La consapevolezza è simile a un foglio bianco; la mente è come un foglio scritto e stampato.
Qualsiasi cosa esista in quanto oggetto dentro di te, qualsiasi cosa puoi vedere e osservare, quella è la mente; l’osservatore non è la mente, ciò che è osservato è mente.
Dunque, se riesci semplicemente a continuare nell’osservazione, senza condanna, senza creare in alcun modo un conflitto con la mente, senza indulgere in essa, senza seguirla, senza contrastarla; se riesci semplicemente a essere presente, indifferente alla mente… in quell’indifferenza accade un suicidio.
Non è la mente che si suicida: quando affiora l’osservatore, quando è presente il testimone, la mente semplicemente scompare.
La mente esiste grazie alla tua cooperazione, oppure al tuo conflitto. Entrambe sono strategie di cooperazione – anche il conflitto!
Quando lotti con la mente, le stai dando energia. Proprio nel tuo lottare, hai accettato la mente; proprio in quel conflitto, hai accettato il potere della mente sul tuo essere.
Dunque, sia che tu collabori sia che lotti, in entrambi i casi la mente si rafforzerà sempre di più.
Limitati a osservare, sii un semplice testimone. E con il tempo vedrai affiorare delle pause, degli intervalli di vuoto. Scorre un pensiero, e un altro non segue immediatamente – c’è un intervallo.
In quell’intervallo c’è pace. In quell’intervallo c’è amore. In quell’intervallo c’è tutto ciò che hai sempre cercato – senza mai trovarlo. In quella pausa, non sei più un ego. In quella pausa non sei definito, confinato, imprigionato. In quella pausa di vuoto sei vasto, immenso, enorme! In quella pausa sei tutt’uno con l’esistenza – la barriera non esiste più. I tuoi confini non sono più presenti; ti fondi con l’esistenza e l’esistenza si fonde in te. Iniziate a sovrapporvi.
Se continui a osservare e non ti aggrappi neppure a queste pause… perché adesso diventa naturale aggrapparsi a questi intervalli di vuoto. Se inizi a bramare queste pause… visto che sono incredibilmente belle, sono infinitamente splendide; è naturale attaccarsi a loro, ed ecco che sorge il desiderio di averne sempre di più – in questo caso, mancherai il punto; in quel caso l’osservatore scomparirà. Allora queste pause scompariranno di nuovo, e di nuovo comparirà il traffico della mente.
Dunque, la prima cosa è diventare un osservatore indifferente. E la seconda cosa è ricordare questo: quando quegli splendidi intervalli di vuoto compaiono, non restarne attaccato, non iniziare a pretenderli, non metterti ad aspettare che debbano accadere sempre più spesso.
Se riesci a ricordare queste due cose – quando quelle splendide pause giungono, osserva anche quelle, e conserva viva la tua indifferenza – ecco che un giorno il traffico scomparirà semplicemente insieme alla strada, entrambe le cose scompariranno. Ed ecco che si ha un incredibile vuoto.
Questo è ciò che il Buddha chiama “nirvana”: la mente è svanita. E questo è ciò che io definisco “suicidio” – ma non è la mente a commetterlo.
La mente però non può suicidarsi. Tu puoi dare un aiuto affinché accada. Lo puoi impedire e puoi aiutare il suo accadere – dipende da te, non dalla tua mente.
Tutto ciò che la mente può fare, sarà sempre un rafforzare la mente stessa. Dunque, in realtà la meditazione non è uno sforzo mentale. La vera meditazione non è affatto uno sforzo; la meditazione reale è un semplice permettere alla mente di avere il suo corso, senza interferire in nessun modo possibile – resta un semplice osservatore, un testimone.
Si zittisce, piano piano, diventa quieta e immobile. E un giorno se n’è andata. Vieni lasciato solo; quella solitudine è la tua realtà. E in quella solitudine nulla è escluso, ricordalo. In quella solitudine viene inclusa ogni cosa.”
The Discipline of Transcendence, volume 3, capitolo 2
LA MEDITAZIONE DI OGGI
Creare una distanza dalla Mente
Pertanto, “la mente che fa qualcosa” significa che la mente continua a perpetuare se stessa. Fare qualcosa di mentale non aiuterà. Ma nelle meditazioni di oggi ti diamo altre due opzioni che sono di aiuto per perdere questa involontaria roccaforte del nostro oberato pensiero. Pensiamo: “lui” ha in pugno “noi”, finché “noi” ci aggrappiamo a “lui” con tanta tenacia. Proviamo a giocare per allentare quella presa…
Il Metodo
La prima tecnica è un “Esercizio di STOP”, è efficace perché lo fai con il corpo, non con la mente. E richiede poco tempo.
Praticalo almeno sei volte al giorno, di più va bene, ma non meno. La cosa più importante è che deve essere fatto all’improvviso.
Mentre cammini per una strada tranquilla, o mentre fai qualcosa a casa tua, nel tuo giardino o nella natura, oppure in una qualsiasi attività possa funzionare per te, all’improvviso ricorda te stesso, e fermati. Fermati completamente, nessun movimento, sii semplicemente presente a qualsiasi cosa accada. Quindi ricomincia a muoverti.
“Se tutto a un tratto diventi semplicemente presente, l’intera energia cambia. La continuità che si svolgeva nella mente si ferma e avviene così all’improvviso che la mente non può creare subito un nuovo pensiero. Ci vuole tempo e la mente non può lavorare senza tempo, per cui quando lo fai repentinamente, in quell’arresto improvviso, la mente si ferma e per un istante c’è liberazione. Tutti i pensieri scompaiono; c’è il vuoto e in esso c’è un’apertura.
Puoi aver avuto quest’esperienza quando c’è un improvviso, inaspettato, forte tuono nel cielo. Inizia a osservare questi intervalli, queste schiarite, queste aperture.
E quando ti fermi, non dilungarti, perché dopo mezzo minuto la mente torna e distrugge.
Pertanto, quando fai lo STOP non oltrepassare i trenta secondi. Questo è un modo per creare una distanza, un intervallo, dalla mente.
Secondo Metodo
La seconda tecnica, una di quelle che puoi praticare ogni volta che ti ricordi durante il giorno, è un metodo chiamato “Goditi la Mente”. Questo è un altro metodo per rafforzare “l’osservatore” che è “separato da” ed è oltre la mente, il pensiero e il sentire.
Goditi la Mente. Non tentare di fermare i tuoi pensieri. È una parte così naturale di te, diventerai matto se proverai a fermarli. È come un albero che cerca di fermare le sue foglie, diventerà pazzo.
E il semplice non fermarli non basta, il secondo stadio è goderseli, giocarci!
Giocaci, goditeli, dagli il benvenuto, comincerai a diventare più attento, più consapevole, senza nessuno sforzo, in modo del tutto indiretto. Quando provi a diventare consapevole, la mente ti distrae e tu ti arrabbi e di nuovo il conflitto e l’attrito iniziano a rafforzare la mente.
Perciò questo secondo metodo serve per iniziare a gioire del processo mentale. Semplicemente osserva le sfumature dei pensieri, il giro che fanno, come un pensiero conduce a un altro, come si tengono agganciati a vicenda. È davvero un miracolo da vedere! Un piccolo pensiero può portarti a perderti nell’infinito.
Goditelo, lascia che sia un gioco; giocaci deliberatamente e rimarrai sorpreso: a volte solo godendotelo, sperimenterai bellissime pause. Le troverai all’improvviso, per caso, un cane sta abbaiando e tu ascolti e nessun pensiero affiora. Sorgeranno piccoli vuoti … giungeranno da soli e quando arrivano, sono bellissimi. In questi piccoli vuoti inizierai a osservare l’osservatore, e sarà naturale. Di nuovo i pensieri riprenderanno e ne gioirai. Prosegui con leggerezza, prendila con calma.
E adesso, per un momento: se non sei già in piedi, alzati… e STOP! Fermati completamente, nessun movimento; sii solo presente a qualsiasi cosa accada.
Molto bene, questo ti ha dato un assaggio dell’Esercizio dello STOP! di Osho. E il tuo compito per oggi: ti suggeriamo di farlo almeno altre cinque volte, prima della ripresa del corso di domani. Inoltre: quando ti ricordi, gioisci nell’osservare la mente.
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