martedì 15 giugno 2021

PROGETTO CHIUDERE I MATTATOI




di Franco Libero Manco

“Bisogna chiudere i mattatoi, a costo di un terremoto economico planetario” (Voltaire)

Uno slogan, una speranza, un’utopia. Tutte le grandi innovazioni nascono nell’utopia. Nessuno di noi  si illude perché tutto dipende dell’evoluzione civile, morale e spirituale di un popolo. Sappiamo che la nostra battaglia è impari e disperata. Noi lottiamo con le fionde contro i carrarmati. Ma sappiamo che anche un carrarmato è vulnerabile e che se agiremo concordi e determinati vinceremo la nostra battaglia.

Sappiamo benissimo che forse solo i figli dei nostri figli vedranno l’alba di un’umanità migliore, finalmente libera dalla violenza, dalle ingiustizie, dalle malattie, dal dolore. Siamo certi che questo accadrà, perché è nell’ordine naturale delle cose.

Noi siamo gli “anticorpi” dell’Organismo Terra, per questo stiamo ponendo a dimora il seme della chiusura definitiva dei mattatoi. Il percorso sarà lungo ed insidioso ma alla fine l’amore, la civiltà, la giustizia prevarranno, inevitabilmente: perché il futuro appartiene a chi difende la Vita.

Io sono sicuro che non passeranno molte generazioni e nei luoghi dove ora sorgono i mattatoi vi sarà una stele commemorativa, a perenne ricordo del lato più oscuro della storia e della coscienza umana, su cui, probabilmente, sarà scritto:

“In questo luogo, ad imperitura vergogna del genere umano, milioni di animali muti, indifesi ed innocenti vennero sistematicamente massacrati per essere divorati dagli umani. In questo luogo di spavento e di dolore sono stati versati fiumi di sangue, non per odio, non per vendetta ma per il semplice piacere gastronomico. In questo luogo hanno sofferto il terrore della morte e l’agonia non mostri sanguinari, feroci predatori ma miti e servizievoli nostri compagni di viaggio. In questo luogo fu negata la fratellanza biologica universale, fu disprezzata la vita e la sofferenza, fu calpestata la pietà, fu ucciso il rimorso, derisa la compassione, schernito l’amore. In questo luogo di orrore e di barbarie, in questo campo di perenne sterminio, in questa fucina di crudeltà e di insensibilità, in questo luogo trionfò a lungo non la civiltà ma l’arroganza più vile e regressiva, non l’amore ma l’egoismo più impietoso e distruttivo, non la giustizia ma l’ignoranza e la morte”.

In questa fase del progetto occorre:

– considerare i mattatoi come simbolo della battaglia animalista per spingere le varie associazioni e movimenti ad impegnarsi in modo prioritario nel raggiungimento di questo obiettivo;

– organizzare programmi di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica mediante volantinaggi, tavoli di informazione, conferenze e quant’altro utile allo scopo a dimostrare l’ingiustizia e gli orrori della cultura dei mattatoi e dell’alimentazione carnea;

– raccogliere suggerimenti su come mettere in atto programmi intesi a suscitare nella gente il giusto e naturale disgusto per la carne;

raccogliere adesioni alla campagna di personaggi del mondo della cultura, della scienza, dello spettacolo, dell’arte.

– organizzare manifestazioni di protesta davanti ai mattatoi con l’invito agli addetti alla macellazione a cercare lavori alternativi;

– proposta di erigere un monumento a tutti gli animali brutalizzati dall’uomo nei mattatoi e non.

– lanciare la proposta provocatoria in modo che ognuno che mangia la carne debba dover uccidere   con le proprie mani l’animale che intende divorare, oppure proporre visite guidate ai mattatoi dove ognuno può rendersi conto da dove viene la sua bistecca.

Ultima ed importante considerazione.

Dagli ultimi dati risulta che in Italia vi siano circa 5 milioni di vegetariani. Ma considerando che nelle case degli italiani vi sono circa 30 milioni di animali domestici è lecito supporre che coloro che amano gli animali possano essere almeno 10 milioni:  un esercito di persone potenzialmente vegane.

Occorre dunque fare in modo che tutti gli animalisti diventino vegani.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante animale e cibo

IO SONO…”VERITÀ” 🌱💚

Abbiamo bisogno di voi,fratellini umani dal cuore ancora”vivo”.
Abbiamo bisogno del vostro aiuto.
Noi siamo quei corpi pazzi di terrore che nessuno sente e nessuno vede.
Noi siamo quelle ombre che vi passano accanto sulle strade del mondo…ogni giorno,ogni notte.
Noi siamo quelle gole sgozzate a miliardi nei macelli.
Noi siamo quelli a cui strappano la pelle in vivo per farne vestiti.
Noi siamo nelle corride,nei circhi,negli zoo e nelle sagre di paese,a subire ogni sorta di umiliazione,a impazzire di dolore,a piangere sangue.
Noi siamo negli stabulari della vivisezione,avvelenati,intossicati,accecati,bruciati vivi.
Siamo lì,in quell’inferno,a morire poco a poco. Pezzo dopo pezzo…e con gli occhi “spalancati”.
Noi siamo l’obiettivo dei fucili di chi ci caccia in tana e nelle selve.
Noi siamo la popolazione del mare e del cielo che non sa più dove fuggire per evitare una morte atroce.
Noi siamo quelli che si strappano a morsi le zampe incagliate nelle trappole.
Noi siamo i delfini,gli elefanti e le balene che stanno per scomparire.
Noi siamo quelli che gli scoppia il cuore dalla fatica.
Quelli delle “botticelle”e quelli dei campi. Quelli che,in ogni parte del mondo,trovano la morte nei lavori forzati.
Noi siamo la disperazione,il pianto inascoltato,le urla nel vento,il dolore estremo degli “ectoplasmi”…animali.
Noi siamo la morte muta,silenziosa,che quasi nessuno vede.
Che quasi nessuno…sente.
Noi siamo il vostro CIBO..con gli “occhi da bambini”.
Noi vi imploriamo..AIUTO.
Tocca a voi,”fratelli”.
Tocca a voi.
A voi che ci sentite…”dentro”.
A voi che,guardandovi allo specchio,vedete i nostri occhi che “piangono sangue”.
A voi a cui miracolosamente ancora giungono le nostre urla.
A voi che avvertite il nostro dolore e la nostra morte nella “vostra vita”.
A voi che vi sembra di impazzire per la sorte orrenda a cui ci hanno condannato i “padroni del mondo”.
A voi che non ci mangiate…voglio dire.. “NON BASTA”.
NON BASTA NON MANGIARCI.
Guardate bene il mio musino…fissate i miei “occhietti da bimbo”.
Io sono il Loro ambasciatore…io sono la Loro Voce.
Io sono…VERITÀ,il “messaggio silenzioso della NATURA”.
Parlo al cuore più che alla mente di voi animali umani.
Non basta non mangiarci…credetemi.
Vi toccherà prendere posizione contro il Sistema mondiale della morte.
Della morte “fisica e psichica” di entrambi.
Vi toccherà aprirle quelle GABBIE.
Con le buone o con le cattive.
Vi toccherà rompere le “VOSTRE” catene,
per poter spezzare…le “NOSTRE”.
Carletto Blu

http://associazionevegananimalista.it/2021/06/14/progetto-chiudere-i-mattatoi-2/ 

 

giovedì 3 giugno 2021

“Essere felici”, la poesia di Hermann Hesse sul senso della vita

Siamo sempre alla ricerca di qualcosa di più di ciò che abbiamo e che siamo. E siamo convinti che questo “di più” sia molto lontano da noi. Pensiamo che per trovare la felicità dobbiamo scalare alte montagne, avere chissà quali ricchezze, raggiungere i più rinomati traguardi.

Ci piace rifugiarci spesso nelle meravigliose parole di Hermann Hesse per trovare risposte alle nostre domande, per placare i nostri animi, per riuscire a vivere finalmente la serenità che non va cercata fuori, ma dentro di noi.

Le parole di Hermann Hesse, un balsamo per l’anima

libro di poesie
Credit foto
© Pexels

Hermann Hesse è stato uno scrittore, un poeta, un vero e proprio maestro di vita. Tra le pagine dei suoi libri ognuno di noi può incontrare parti nascoste della propria anima, la sua scrittura è lo specchio della nostra interiorità che ci mostra lati di noi talvolta anche dolorosi e difficili da accettare.

Sono tante le sue opere in grado di condurci ad un viaggio interiore.

Leggi anche —> Siddharta di Hermann Hesse: 12 insegnamenti preziosi del libro  e Narciso e Boccadoro: 8 preziose lezioni di vita

Oggi vogliamo proporvi una delle sue poesie più belle, una carezza per chi la legge, una risposta importante alla domanda che tutti noi ci poniamo: “Come si fa ad essere felici?

Essere Felici

Non esiste alcun dovere della vita,
vi è solo il dovere dell’essere felici.
Per questo solo, noi siamo al mondo,
e con tutti i doveri
e con tutta la morale
e con tutti i comandamenti
difficilmente ci si rende felici l’un l’altro,
perché non si rende felici se stessi.

Se l’uomo può essere buono,
lo può essere solo
se egli è felice,
se egli ha in se stesso armonia,
quindi se egli ama.
Questo è stato l’insegnamento,
il solo insegnamento del mondo;
Questo diceva Gesù,
questo diceva Budda,
questo diceva Hegel.

Per ognuno l’unica cosa importante al mondo è:
la propria interiorità
la propria anima
la propria capacità di amare.
Se queste sono in ordine
si possono mangiare miglio o dolci,
portare stracci o gioielli.
Allora il mondo risuonerà chiaramente con l’anima,
tutto è buono,
tutto è in ordine.

Hermann Hesse

Significato della poesia di Hermann Hesse

Un significato semplice ma allo stesso tempo originale quello di questa poesia che risulta essere molto attuale. Riassumendo con parole più comuni ogni persona dovrebbe prima di tutto seguire le proprie leggi interiori, quelle dettate dalla propria anima, dal proprio sentire, dal proprio intuito. Stare bene con se stessi per riuscire a stare bene con gli altri.

Un uomo che è riuscito a trovare il proprio equilibrio interiore guardandosi dentro e trovando la via da seguire per la propria realizzazione è un uomo che è in grado di amare. Al contrario, chi non ha sperimentato se stesso fino in fondo fa finta d’amare e il suo malcontento interiore verrà riversato sul mondo esterno a lui.

Ci hanno insegnato ad occuparci degli altri prima di noi stessi ma ciò è profondamente sbagliato: il nostro sguardo d’amore dovrebbe essere sempre rivolto prima di tutto alla nostra interiorità. E’ solo in questo modo che il benessere, l’armonia e l’equilibrio si possono indirizzare naturalmente e senza sforzo all’esterno.

Ciò che conta è tutto dentro di noi.
Da fuori nessuno ci può aiutare.
Non essere in guerra con se stessi, vivere d’amore e d’accordo con se stessi: allora tutto diventa possibile.
Non solo camminare su una fune, ma anche volare.
(Siddartha)

L’invito poetico di Hermann Hesse

L’invito allora è quello di dedicarsi ai nostri desideri, ai nostri fastidi, ai sintomi del nostro corpo che sono le parole della nostra anima e solo quando riusciremo finalmente a sentire la voce della nostra interiorità e a seguirla potremo allora rivolgere la nostra attenzione al mondo, agli altri, a chi ci sta vicino. Non con sforzo, fatica, per riempire vuoti o per sentirci utili ma perché avremo così tanta energia interiore che non potrà più starci in un unico corpo e scalpiterà per essere condivisa.

L’amore è proprio questo: un fiume che scorre verso la propria meta e scorrendo dona a chi lo incontra – senza nemmeno accorgersi –  bellezza, nutrimento e tanta forza vitale!

https://www.eticamente.net/70246/essere-felici-la-poesia-di-hermann-hesse-sul-senso-della-vita.html 

 

venerdì 28 maggio 2021

Non sei più chi pensavi di essere

 

Non pensare che non sappia cosa provi… ci sono passato…

Montagne Uomo Cliff - Foto gratis su Pixabay

Caro Starseed, come ti senti? Percepisci tutto come molto strano? Ti dirò qualcosa che ha a che vedere con la tua scelta di rinascere proprio in questa vita.

Sii consapevole di ciò che ti sta realmente accadendo. Sii amorevolmente responsabile. Stai dicendo addio a chi non sei più. Molte cose sono cambiate e continueranno a cambiare per sempre… I vecchi modi di relazionarsi e di sentire saranno sostanzialmente trasformati. Molte persone scompariranno dalla tua vita come se la Terra le avesse inghiottite, e ne arriveranno di nuove. Il motivo per cui percepisci tutto in questo modo, è perché semplicemente non sei più lì.

Come realizzare che non sei più nel “Vecchio Mondo”?

I cambiamenti nel tuo corpo ti faranno sentire sempre più dissociato anche dal tuo “contenitore”. Ora devi accompagnare compassionevolmente questo meraviglioso Universo interiore che sta anche facendo uno sforzo enorme per aggiornarsi in tempo.

Se vuoi imparare il nuovo, sappi che i processi necessari per questa trasformazione sono davvero enormi e molto complessi. E c’è chi ha scelto di ritirarsi o di rimanere invariato, poiché non è ancora pronto per “rinascere” nello stesso corpo fisico. Tuttavia, alcuni come te hanno deciso di rimanere qui, tra le altre cose, per sperimentare fisicamente e consapevolmente la multidimensionalità.

Potresti provare ad applicare vecchie formule a nuove sfide. Questo però non funzionerà, poiché il lineare cessa di essere, per diventare processi quantistici istantanei di co-creazione. Entrerai da una “porta” e uscirai da quella che meno immagini.

Anche se giorno per giorno non puoi comprenderlo chiaramente, tutto fa parte di uno Scopo Superiore ed è ciò che hai saggiamente scelto dal tuo Essere più elevato. Devi imparare a conviverci ed essere compassionevole con gli altri, poiché sono il riflesso di te stesso, solo in un’altra linea temporale. Passato, Presente e Futuro sono concetti lineari e separati che devi imparare a scoprire come uno stato unico e nuovo.

Devi imparare a mantenere il tuo livello emotivo e mentale durante questo processo, e forse questa è una delle tue più grandi sfide. Da questa nuova prospettiva, camminerai per strada, guarderai la televisione o leggerai le notizie e sentirai l’impatto di vedere che la maggior parte delle persone continua a vivere in modo lento, meccanico e lineare.

La vita e la morte non saranno più un mistero per te, poiché capirai che entrambe sono la stessa cosa. Sei l’osservatore e il protagonista di un ricordo che sta accadendo nel tuo presente. Molte volte provi una profonda solitudine e vuoto, ma credimi… questa sensazione diminuirà man mano che il tuo intero sistema biologico e cellulare sarà completamente aggiornato.

Ora devi accompagnare compassionevolmente questo meraviglioso Universo interno che sta facendo uno sforzo enorme per aggiornarsi in tempo, anche se il più delle volte è in ritardo, ed è necessario aspettarlo, perché lo sai, proprio lì è la più silenziosa di tutte le battaglie.

Preparati a vivere la vertigine della “velocità” per averne padronanza. Sarai in grado di realizzare che per un gran numero di persone sei già “invisibile”, perché vibrerai a una frequenza da cui la maggior parte di loro è stata lasciata indietro, per questo non possono percepirti.

Nella quotidianità, scoprirai che molte volte dirai qualcosa e loro non ti ascolteranno. Sentirai anche che devi fare uno sforzo enorme per cercare di parlare la stessa lingua degli altri. Sentirai concetti e parole privi di contenuto, perché per te mancheranno di un vero significato. Alcuni potrebbero persino ignorarti per strada, o ti si metteranno davanti nella coda del supermercato “intrufolandosi”, perché per loro inconsciamente tu sei “qualcosa”, ma non ti vedono.

io non sono normale: IO AMOcambiamento Archivi - io non sono normale: IO AMO

Tutto ciò risponde alla stessa meccanica statica e lineare del vecchio paradigma. Anche se quotidianamente non puoi comprenderlo chiaramente, tutto fa parte di uno Scopo Superiore ed è ciò che hai saggiamente scelto dal tuo Essere più elevato.

Caro essere di Luce: questo è il paradosso della multidimensionalità con cui devi imparare a vivere, continuare a rinascere, continuare a risvegliarti e ad avere fiducia! E perché no… divertiti!

Hai il libero arbitrio, quindi usalo e, cosa più importante, ascolta quello che ti dice il tuo cuore, perché lui ha la Verità. È giunto il momento di irradiare su scala più ampia queste nuove Energie, portatrici di Gioia!

Hermanon Arcturianon

https://www.fisicaquantistica.it/evoluzione-personale-e-consapevolezza/non-sei-piu-chi-pensavi-di-essere 

mercoledì 26 maggio 2021

Il diapason di dio è in ogni cellula. La vita è un miracolo ritmico.


Esiste un ritmo biologico, un palpito universale presente in ogni cellula indipendentemente dagli stimoli biochimici che ogni unità biologica recepisce. 

Che cosa intendo con questa affermazione? 
Mi spiego meglio. 

Siamo abituati a pensare che ogni cellula del nostro organismo reagisca sotto l’influenza di stimoli esterni vuoi di natura biochimica, vuoi di natura fisica-ambientale.

Enzimi, ormoni, neurotrasmettitori  attivano o spengono le nostre funzioni biologiche agendo su recettori cellulari. La luce , il buio, la rotazione terrestre, la temperatura, la latitudine, la longitudine si sa che influiscono sulle funzioni circadiane delle nostre unità biologiche. 
 
Pare esista invece una funzionalità autonoma, non così causale, dipendente cioè da elementi esterni o di controllo centrale. Intendo che ogni nostra cellula possiede facoltà sue proprie “on” “off”, di attivazione e spegnimento, una sorta di autofunzionalità, di autocompetenza e autoconsapevolezza e ciò è per me meraviglioso ...


Un dio nascosto in ogni cellula dirige un’orchestra autonoma e di concerto collettiva, come se ogni nostra unità biologica avesse una anima sua propria, un diapason oscillante in risonanza o dissonanza con la Sorgente.

Nelle piante, non solo le foglie, i rami, le radici, ma anche le più infinitesimali porzioni delle membrane lipidiche sono animate da un’onda ritmica biologica, da una “marea” che la vita muove. (Membrane Lipid Oscillation: An Emerging System of Molecular Dynamics in the Plant Membrane)

Tutti gli organismi viventi possiedono cellule dotate di un orologio interno, di una autoregolazione o ritmo circadiano. Nella drosofila, comunemente chiamata moscerino della frutta e in noi, esseri umani biologicamente più complessi, esistono “geni orologiai”, “clock genes”, dotati di funzioni autonome che rispondono solo in parte alle leggi universali conservando un libero arbitrio biologico individuale. (
Circadian modulation of light-evoked avoidance/attraction behavior in Drosophila)

All’inizio fu la luce, fiat lux, e l’alternarsi di luce e buio che coordinò la ritmica armonia che governò tutti gli organismi viventi. La funzione clorofilliana, le sintesi di zuccheri animarono la danza dell’universo. 

Un dio nascosto scelse che ciò avvenisse con un ritmo circadiano di 24 ore. Dalle cellule vegetali, ai batteri, alle cellule prime degli organismi più complessi, fino ai mammiferi, una legge universale sancì che l’accordatura doveva in primis essere effettuata.


Poi avvenne un ulteriore miracolo

Ogni cellula, ogni unità vitale sviluppò una propria autonomia genetica, con l'obbligo di mantenere l'equilibrio evitando ogni eventuale disconnessione dalla legge armonica universale. 
Oggi si pensa che i tumori dipendano da una desincronizzazione patologica cellulare che diviene l’anarchia incontrollata del cancro. ((Fu e Kettner 2013, Haus e Smolensky, 2013). 

Le stesse malattie metaboliche pare derivino da questa desincronizzazione (Dupuis et al, 2010 ;. Paschos, 2015). 
Persino la patologia più diffusa del mondo, l’invecchiamento consegue a questa progressiva scordatura. (Libert et al 2012. Chen et al., 2014; Fonseca Costa e Ripperger, 2015).

Non entro in approfondimenti tecnici perché i miei articoli sono rivolti al vasto pubblico e per chi fosse interessato consiglio la lettura dei numerosi articoli del Prof Panda Satchidananda, guru della cronobiologia. Vi consiglio la lettura di questo articolo molto significativo per chi volesse approfondire il tema. 

Come spiegazione sintetica affermo che ogni cellula possiede oscillatori molecolari autonomi, proteine o network di proteine danzanti e reti genetiche e fattori trascrizionali (PER, CLOCK, BMAL1) che producono un potenziale libero arbitrio delle nostre unità biologiche.

Esiste poi un direttore d’orchestra localizzato nell’ipotalamo, nel nucleo soprachiasmatico e una unità di sintesi ormonale centrale che è la ghiandola pienale con la secrezione dei suoi mirabili ormoni tra i quali la melatonina.

Parleremo di questi affascinanti argomenti al Seminario dell'11 novembre ("Segreti della ghiandola pineale e della medicina cronobiologica" - 2018) a Bologna insieme al Prof. Antonio Malgaroli docente di fisiologia medica e psichiatra presso l'Istituto San Raffaele di Milano. 

Ritornando al tema della armonia biologica posso affermare che ogni organulo cellulare, nucleo, mitocondri è sottoposto ad un controllo ritmico che si esercita tramite un mantra prodotto da enzimi e da mediatori proteici.

Quando il controllo ritmico centrale e l’accordatura cellulare periferica si squilibrano, l’anarchia armonica determina l’impazzimento delle cellule, la patologia, la depressione, il cancro e la stessa morte cellulare e dell’intero organismo.

Tuttavia, il riconoscimento di questa sinfonia biologica apre nuove vie terapeutiche. 

La cronoterapia, la cronofarmacologia, la crononutrizione, la crononutrigenomica potrebbero avere un impatto significativo sulla pratica clinica.


Oltre il piano biologico e cronobiologico occorre poi aprire un nuovo portale coscienziale. Se ogni cellula del nostro organismo è soggetta a leggi ritmiche biochimiche, genetiche e fisiche sue proprie, tanto più ognuna delle 100000 miliardi di cellule che compongono il nostro corpo possiederà un'anima autonoma.

Di conseguenza anche le terapie dell'anima, la meditazione, l'ipnosi evocativa regressiva, lo yoga, la preghiera potranno rappresentare delle cure volte all'accordatura e alla riconnessione con l'Uno.
Le miriadi di anime cellulari che ci compongono si intonano ogni istante con il mantra, l'Om, il Verbo della Sorgente. Questo è il meraviglioso Palpito dell'Uno.

Buona vita, Angelo Bona.
 

 

martedì 25 maggio 2021

Il cancro e lo zucchero - Studi dimenticati?


Secondo i ricercatori dell’Università di San Francisco, California, lo zucchero rappresenta un rischio per la salute - contribuendo a circa 35 milioni di morti nel mondo ogni anno.
(NdC - dati dell'anno 2012)

E’ così tossico che adesso deve essere considerato sostanza potenzialmente tossica come l’alcool ed il tabacco. I ricercatori sono arrivati alla conclusione che il suo vincolo quando appare il diabete è tale che i regolamenti restrittivi tipo “una tassa su tutti gli alimenti e le bibite che contengono zucchero aggiunto adesso è giustificata”.
Raccomandano anche di proibire la vendita dentro o vicino alle scuole e di stabilire dei limiti di età per la vendita di tali prodotti.

Lo zucchero non si limita a:
- diabete
- sindrome metabolica
- iper e ipoglicemia
- riflusso gastroesofageo
- malattie del cuore

Lo zucchero e il cancro son legati in un abbraccio di morte, quindi gli oncologi sbagliano spesso non facendo quanto necessario per consigliare ai loro pazienti affetti da cancro di non mangiare dolci.
La medicina convenzionale però, insiste nel promuovere l’idea che il collegamento tra certi tipi di alimenti considerati a maggior rischio di cancro è “debole” o solo “nominalmente significativo”.
Essi pensano che la ricerca non riveli "standard medici validi", che "vincola i prodotti alimentari" con il pretesto del cancro.
Ci ritroviamo con questi atteggiamenti superficiali, spinti dalla stampa medica, che sono carenti di approfondimenti scientifici ...


Un sempre maggior numero di scienziati, medici, tra cui molti medici "alternativi" sanno che il metodo più logico, efficace, sicuro, preciso e a basso costo per trattare il cancro è sospendere la somministrazione di certi alimenti ai tumori e alle cellule cancerogene, uccidendole per fame con la mancanza di glucosio.

La strategia terapeutica per l’insufficienza selettiva dei tumori mediante la modifica della dieta è una delle principali forme di terapia che è necessaria affinché i pazienti vincano la lotta contro il cancro.

I ricercatori dello Huntsman Cancer Institute (Utah) sono stati i primi a scoprire che lo zucchero “alimenta” i tumori.
La ricerca, pubblicata nella rivista Proceeding dell’Accademia Nazionale di Scienza, dice:

"Dal 1923 si sapeva che le cellule tumorali utilizzano il glucosio molto di più delle cellule normali. La nostra ricerca aiuta a dimostrare come si viene a capo di questo processo e come la crescita del tumore si può controllare."
Queste le parole di Don Ayer, Ph.D., professore del Dipartimento delle Scienze Oncologiche dell’Università dell’Utah.

Il dott. Thomas Graeber, un professore di farmacologia molecolare e medica, ha fatto ricerca su come il metabolismo del glucosio riguarda i segnali biochimici presenti nelle cellule cancerogene.

Sulla ricerca, pubblicata il 26 giugno 2012, Graeber e i suoi colleghi dimostrano che il non agire del glucosio - cioè privare le cellule cancerogene del glucosio - attiva un anello metabolico di indicazione che conduce alla morte delle cellule cancerogene dovuto all’accumulo tossico di specie reattive di ossigeno (ROS). [1]

Gli zuccheri raffinati sono strettamente vincolati al cancro, non solo come causa dello stesso, ma anche come qualcosa che alimenta le cellule cancerogene una volta che la persona ha la malattia. Niente può essere più importante del considerare l’intento di migliorare i risultati dei trattamenti contro il cancro.


Il tipo di zucchero che prevale più di tutti nella dieta standard americana attuale porta direttamente al cancro causando infiammazione in tutto il corpo in alcuni punti più che in altri, secondo la persona e la sua costituzione.

Una volta che le cellule cancerogene si stabiliscono nel corpo, dipendono da una disponibilità stabile di zucchero nel sangue per la loro energia, queste non sono capaci di metabolizzare quantità significative di acidi grassi o “corpi cetonici". [2]

Hanno quindi bisogno di zucchero.

Sopprimere / ritardare / rallentare / sconfiggere il cancro

I carboidrati sono uno dei tre macro nutrienti - gli altro due sono i grassi e le proteine.

Ci sono carboidrati semplici e complessi; quelli semplici sono zuccheri che si trovano naturalmente in alimenti come la frutta ed i succhi di frutta, merendine, alcune verdure, pane bianco, riso bianco, pasta, latte e prodotti del latte, la maggior parte dei tramezzini, dolci etc.

Non dimentichiamo però che non riconosciamo quegli zuccheri semplici aggiunti agli alimenti durante la trasformazione e la raffinazione. Agli zuccheri semplici si imputa di produrre la risposta dell’insulina e pertanto l’infiammazione che può portare al cancro.

Riducendo quindi nella dieta la quantità dei carboidrati semplici può sopprimere o ritardare l’apparizione del cancro o rallentare, fermare o invertire la proliferazione delle cellule tumorali già esistenti privando le cellule cancerogene dell’alimento necessario alla loro esistenza.

I dottori Rainer Klement e Ulrike Kammerer hanno fatto una revisione esaustiva del tema trattando i carboidrati della dieta ed i loro effetti diretti ed indiretti sulle cellule cancerogene; è stata pubblicata nel mese di ottobre del 2011 sulla rivista Nutrition and Metabolism.

La conclusione è che i cancri sono così sensibili all’offerta di zucchero che il fatto di non somministrare tali zuccheri porta alla soppressione del cancro stesso. [3]

"Incrementare il flusso di glucosio ed il metabolismo promuovono varie caratteristiche diverse di cancro come la proliferazione eccessiva del cancro stesso, il segnale anti-apoptico, la progressione del ciclo cellulare e la angiogenesi.”

Lo zucchero bianco (o qualsiasi cosa bianca) causa deficienze minerali di magnesio, perché il magnesio è eliminato dal processo, il che deve rendere la fabbricazione dello zucchero un obiettivo maturo della causa importante del cancro, dovuto alle deficienze di magnesio che non sono solo pro infiammatorie ma anche pro cancro.

Lo zucchero causa diverse forme di cancro

Lo sciroppo di mais ad alto fruttosio (JMAF) causa il cancro più di tutti perché spesso lo sciroppo è contaminato con il mercurio, una tecnologia che serve per "digerire" la materia prima del mais e può lasciare residui.

Inoltre causa deficienze di selenio visto che il mercurio si unisce facilmente al selenio facendo sì che i livelli di selenio si abbassino.


Come abbiamo già detto brevemente, l’eccesso di zucchero forma dei picchi dei livelli di insulina ed eventualmente riducono l’insulina. Un alto livello di insulina e il fattore di decrescita dell’insulina (IGF-1) sono necessari per controllare i livelli di zucchero nel sangue che risultano dall’ingerire cronico di alimenti di cibi con alta percentuale di carboidrati (come la tipica dieta statunitense che è piena di grani raffinati e zuccheri).

I livelli di insulina incrementati sono pro infiammatori e pro cancro e possono direttamente promuovere la proliferazione di cellule tumorali attraverso la via di segnalazione dell’insulina/IGF-1.

La dott.ssa Christine Horner ha molto da dire alle donne sull’insulina e il cancro alla mammella:

"Quando si tratta di cancro alla mammella, l’insulina non è nostra amica. Una delle principali ragioni è che sia le cellule normali della mammella sia le cellule cancerogene al loro interno hanno ricevitori di insulina.
Quando l’insulina si unisce al suo ricevitore, ha lo stesso effetto dell’estrogeno che si unisce al suo ricevitore: fa sì che le cellule iniziano a dividersi.
Più alti sono i livelli di insulina, più rapidamente le cellule del seno si dividono, quindi più rapidamente si dividono, maggiore è il rischio di cancro alla mammella, e più velocemente cresceranno le cellule tumorali esistenti.
In altre parole, quando i livelli di insulina aumentano, aumentano i livelli di estrogeni liberi ed entrambi accelerano la divisione cellulare.

C'è anche un altro danno che possono causare alti livelli di insulina. Rende più estrogeni disponibili per attaccarsi ai recettori degli estrogeni nel tessuto mammario. L'insulina regola la quantità di estrogeni nel sangue disponibile per attaccarsi ai recettori degli estrogeni nel tessuto mammario. Quando l'estrogeno viaggia nel sangue, o viaggia da solo alla ricerca di un recettore per gli estrogeni, oppure viaggia con un partner, un legante proteico, che gli impedisce di legarsi a un recettore degli estrogeni. L'insulina regola il numero di leganti proteici nel sangue. 
Quindi, maggiori sono i livelli di insulina, minore sarà il numero di leganti proteici e quindi più estrogeni liberi saranno disponibili per attaccarsi ai recettori degli estrogeni.

Uno studio condotto dalla Harvard Medical School (2004) ha scoperto che le donne che mangiavano cibi ad alto indice glicemico che aumentano i livelli di glucosio nel sangue da adolescenti avevano una maggiore incidenza di cancro al seno più tardi nella vita. Quindi, incoraggiare tua figlia adolescente a ridurre lo zucchero la aiuterà a ridurre il rischio di cancro al seno per il resto della sua vita ... "


Zucchero, infiammazione, angiogenesi e cancro

Gli zuccheri e gli ambienti acidi e di infiammazione che questo crea, sono componenti importanti dei punti di localizzazione dei tumori.

Nella maggior parte dei tipi di cancro, le condizioni di infiammazione sono presenti prima che avvengano i cambiamenti in fattore maligno.

"L’infiammazione presente in micro ambienti da tumori ha molti effetti che favoriscono il tumore, per l’infiammazione nella proliferazione e la sopravvivenza delle cellule maligne, promuovono l’angiogenesi e la metastasi, sovvertono la risposta immune adatta ed alterano la risposta degli ormoni e degli agenti chemioterapici."[4]


Tutto il tema dell’infiammazione, angiogenesi, zucchero, cancro è cruciale per capire la relazione tra il cancro e gli alimenti che mangiamo, e lo trattiamo nel seguente capitolo.

Quando iniziamo a concentrarci sull’infiammazione e sulle condizioni acide provocate dal consumo eccessivo di zuccheri semplici come il fruttosio e lo sciroppo di mais ad alta concentrazione di fruttosio, iniziamo a vedere più chiaramente come sono intimamente collegati l'alimentazione e il cancro.

Nel mese di luglio del 2012 un importante gruppo di lobby statunitense sul cancro esorta il Surgeon General a condurre uno studio approfondito sull'impatto delle bevande zuccherate sulla salute dei consumatori, affermando che tali bevande svolgono un ruolo importante nella crisi dell'obesità della nazione e richiedono un piano d'azione statunitense.

In una lettera al Segretario alla Salute degli Stati Uniti Kathleen Sebelius, la filiale dell'American Cancer Society, ha chiesto una revisione completa sulla falsariga della storica relazione del medico statunitense sui pericoli del tabacco nel 1964. 

 

La preoccupazione è sul collegamento crescente tra l’alto consumo di zucchero, la mancanza di minerali, la disidratazione, il diabete, il problema cardiaco e il cancro. Lo zucchero causa il cancro perché la tendenza dei consumatori verso alti consumi di carboidrati porta a una disidratazione che è pro infiammatoria e quindi favorisce il cancro. [5]

Le cellule del cancro del pancreas utilizzano il fruttosio di zucchero per aiutare i tumori a crescere più rapidamente.[6]

Un gruppo dell’Università della California di Los Angeles hanno visto che le cellule tumorali alimentate dal glucosio e dal fruttosio hanno utilizzato i due zuccheri in maniera diversa. I risultati, pubblicati sulla rivista Cancer Reaserch, aiutano a spiegare altri studi che hanno vincolato l’ingestione di fruttosio con il cancro del pancreas, uno dei tipi più mortali di cancro.

I ricercatori hanno concluso che qualsiasi persona che desidera ridurre il rischio di cancro dovrebbe iniziare a ridurre il consumo di zucchero.

Questa è la prima volta che è stato dimostrato legame tra il fruttosio e la proliferazione del cancro.

"In questo studio dimostriamo che i cancri possono utilizzare il fruttosio facilmente quanto il glucosio per alimentare la sua crescita”, riporta il dott. Anthony Heaney autore principale dello studio dell' UCLA’s Jonsson Cancer Center.

"La dieta moderna contiene una grande quantità di zucchero raffinato, compreso il fruttosio, ed è un pericolo occulto implicito in molte malattie moderne come l’obesità, il diabete e il fegato ingrossato”.

"Questi risultati dimostrano che le cellule cancerogene possono metabolizzare facilmente il fruttosio per aumentare il loro numero".

L'American Beverage Association, i cui membri includono Coca-Cola KO.N e Kraft Foods KFT.N, si sono opposti con forza - e con successo - agli sforzi per imporre una tassa sulle bibite zuccherate. 

Da decadi si sa che le cellule cancerogene aumentano col glucosio. Inoltre gli alimenti che causano un forte aumento di glucosio nel sangue (cioè alimenti con una classificazione di un indice glicemico alto) scatenano la secrezione di insulina e il fattore di crescita dell’insulina (IGF-1), due ormoni che promuovono anche la crescita del cancro.

 

I ricercatori che utilizzando i ratti hanno dimostrato che una dieta povera di carboidrati e ricca di proteine. (Ricordiamo che le proteine non si trovano soltanto nella carne - NdC)
- riduce il glucosio, l’insulina e la glicemia del sangue
- rallenta la crescita del tumore
- riduce l’incidenza dei tumori
- funziona adattandosi alle terapie esistenti senza perdita di peso o insufficienza renale.[7]


In un documento del 1924 "Sul metabolismo dei tumori” lo scienziato tedesco Otto Heinrich Warburg ha precisato:

"Riassumendo, in poche parole, la causa principale del cancro è il rimpiazzo della respirazione di ossigeno nelle cellule normali del corpo con la fermentazione dello zucchero.”

Se vi è capitato di fare il vino, saprete che la fermentazione richiede zucchero.

Le cellule tumorali sono anaerobiche (non respirano ossigeno) e non possono sopravvivere in presenza di alti livelli di ossigeno.
Le cellule tumorali possono sopravvivere soltanto con glucosio e in un ambiente privo di ossigeno.

Pertanto, il cancro non è altro che un meccanismo di difesa che ha alcune cellule del corpo per sopravvivere in un ambiente acido e privo di ossigeno.


L’ipotesi di Warburg era che la crescita del cancro avviene quando le cellule cancerogene trasformano il glucosio in energia senza utilizzare ossigeno. Le cellule sane producono energia mediante la conversione di piruvato e ossigeno.
Il piruvato si ossida nel mitocondrio di una cellula sana e Warburg teorizza che visto che le cellule cancerogene non ossidano il piruvato, il cancro deve essere considerata una disfunzione mitocondriale.

La maggior parte se non tutte le cellule tumorali hanno una elevata domanda di glucosio paragonate alle cellule benigne dello stesso tessuto e sono portatrici di glucosidi anche in presenza di ossigeno (l’effetto Warburg). Inoltre molte cellule cancerogene tirano fuori ricettori di insulina (IRs) e mostrano una super attivazione attraverso IGR-1R-IR (ricettore IGF-1/ricettore di insulina)

Esistono prove sul fatto che il glucosio che è cronicamente elevato nel sangue livelli IGF - 1 di insulina facilitano la genesi tumorale e peggiorano i risultati nei pazienti con cancro.

Nel trattare pazienti diabetici, A. Braunstein, nel 1921 osservò che in coloro che sviluppavano il cancro, la secrezione di glucosio nell’orina scompare. Un anno più tardi, R. Bierich, descrive il notevole accumulo di lattato nel micro ambiente dei tessuti tumorali e dimostrò che il lattato è essenziale per l’invasione delle cellule di melanoma nel tessuto circostante.
Un anno dopo Warburg iniziò i suoi esperimenti che finalmente ebbero fine per lui con un Premio Nobel.

Lo zucchero trasforma il corpo in un campo da coltivare per,
- virus
- batteri
- funghi
- cancro


... devastando il sistema immunitario.


Sapere che il cancro ha bisogno di zucchero

Ha senso dargli da mangiare lo zucchero?

Ha senso fare una dieta ricca di carboidrati?

Oggi, negli Stati Uniti, ai quattro milioni di pazienti affetti e trattati per il cancro non è data una terapia nutrizionale guidata scientificamente, solo si dice loro di “mangiare alimenti sani”.

Gli oncologi non si vergognano di questo ed insistono sul fatto che la dieta “ha poco a che vedere” con il cancro.

I pazienti affetti da cancro non devono alimentarlo come se stessero dando zucchero filato ai loro nipoti. Fintanto che questa cellula cancerogena ottiene una somministrazione regolare di zucchero - o glucosio - vive e si nutre più del dovuto.

Immaginate adesso che gli oncologi abbiano l’illuminazione ed iniziano a consigliare ai loro pazienti di lasciar morire il cancro di fame invece di frantumarlo con la chemioterapia e la radioterapia, e tutto questo mentre lo alimentiamo con lo zucchero!

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lunedì 24 maggio 2021

In amore gli opposti si attraggono: verità o leggenda?


copia che si tiene per mano felice

È uno dei luoghi comuni più amati dell’amore: che gli opposti si attraggono. Chi è tanto diverso da noi avrebbe il potere di farci perdere la testa, anche a costo di litigi e qualche conflitto di troppo… Quanto c’è di vero in questo mito degli opposti in amore? E, soprattutto, è un bene o un male?

Il mito dell’amore nato da un colpo di fulmine

In amore sembra valga tutto e il contrario di tutto… Secondo alcuni cliché i simili si comprendono al volo; secondo altri stereotipi l’affinità di coppia si fonderebbe invece sull’unione tra persone diverse, opposte fin anche…

Questi e altri luoghi comuni sono tutti un po’ “figli” del mito del colpo di fulmine secondo il quale le persone che si amano sarebbero destinate “a priori” a stare insieme e l’attrazione fra loro sarebbe stabilita da “leggi” misteriose che agirebbero al di fuori della consapevolezza individuale. Una sorta di incantesimo insomma quello che, in linea con i miti e le fiabe presenti in ogni cultura, porterebbe due persone a incontrarsi. Vero, ma solo in parte…

“Si sa, gli opposti si attraggono, si rincorrono. Come la vita e la morte. Il bene e il male. Può succedere, a un certo punto, che per un’inspiegabile fascinazione, gli estremi si congiungano, a volte per un attimo, a volte per sempre”.

(Patty Schneider)

Leggi anche —> Perché accade di innamorarsi (troppo) velocemente?

Gli opposti in amore: incompatibili o complementari?

copia che si tiene per mano felice
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Essere differenti, su posizioni anche opposte su alcune cose può rappresentare una risorsa o un limite nel rapporto amoroso a seconda di quanto queste divergenze siano utili a costruire una sintonia fra i due partner o invece la rendano falsa o impossibile.

In alcuni casi si tratta di relazioni rischiose dove inizialmente si percepisce un’intesa totale con l’altro, quasi un idillio dove tutto appare perfetto, ma poi d’improvviso subentra una dolorosa delusione e ci si ritrova con un partner profondamente diverso dalle proprie aspettative e quelli che sarebbero i propri desideri. Accade quando, senza accorgersene, ci si lascia ammaliare da caratteristiche di personalità molto diverse, che sembrano compensare le proprie, ma che ben presto possono dar luogo ad un rapporto insano fatto di dipendenza o insoddisfazione.

Alcune persone, ad esempio, potrebbero essere attratte da un partner apparentemente vincente e sicuro di sé, ma scoprire presto che è troppo incentrato su di sé per implicarsi affettivamente nella relazione. Altre potrebbero inseguire un partner dedito al lavoro, con una posizione stabile da cui sentirsi supportate, ma comprendere che non condivide, magari, gli stessi progetti o valori riguardo la vita familiare.

Ogni volta che ci accostiamo all’altro per delle caratteristiche che noi non abbiamo rischiamo di cercare in lui/lei una compensazione delle nostre insicurezze e di ritrovarci poi a vivere una pericolosa asimmetria nel rapporto di coppia.

Leggi anche —> Coppia infelice: perché scegliamo sempre le persone sbagliate?

Le persone che si amano sono (anche) diverse

Ci sono anche differenze sane che sostanziano il rapporto amoroso anzi, devono esserci: che si tratti di una relazione omosessuale o eterosessuale poco importa, l’amore si nutre dello scambio fecondo e vitale delle diversità dei due membri della coppia, non solo delle reciproche affinità. Se i ruoli non sono rigidi, se ci si possono scambiare funzioni di sostegno, incoraggiamento e supporto, se la diversità del partner è uno stimolo a modificare qualcosa di sé e non un ostacolo, allora l’incontro psichico tra le menti sarà “fecondo” per definizione: dall’unione di due individualità separate e distinte nascerà qualcosa di qualitativamente diverso che è la coppia.

Come discriminare dunque se quello che ci attrae dell’altro/a è una differenza “sana” o problematica? Ecco alcune domande che potrebbe essere utile rivolgere a sé stessi.

  • Le qualità di questa persona vi fanno sentire inferiori/intimoriti come se vi sentiste quasi su un gradino più “basso” rispetto a lui/lei?
  • Oppure rappresentano uno stimolo per voi a comprendere un punto di vista diverso o a modificare qualcosa dei vostri atteggiamenti?
  • Sentite di avere a vostra volta delle qualità, delle caratteristiche del vostro modo di essere che sono differenti da quelle dell’altro/a e per le quali vi sentite stimati e amati da lui/lei?
  • I vostri litigi sono distruttivi (smettete per alcuni giorni di sentirvi o di parlarvi, siete vendicativi, vi dite cose di cui poi vi pentite, agite violenza nelle parole o contro gli oggetti) o rappresentano un’occasione, seppur faticosa, per giungere a dei compromessi vitali per l’intimità della vostra coppia?

“Gli opposti si attraggono, si cercano, si completano, si amano perché si donano reciprocamente quello che individualmente non hanno e rappresentano anche un’attrattiva di reciproca curiosità”.

(Beniamino Joppolo)

Leggi anche —> 6 ingredienti per essere una coppia infelice

Cristina Rubano

https://www.eticamente.net/70165/in-amore-gli-opposti-si-attraggono-verita-o-leggenda.html 

 

sabato 22 maggio 2021

Il mito di Pan e la sua energia “panica”, custode della creatività



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C’è nella mitologia una divinità particolare, ambigua, che ha lasciato un’impronta importante in ognuno di noi. Si tratta del dio Pan. Era un dio metà uomo e metà capra, figlio abbandonato dalla madre e portato nell’Olimpo da suo padre il dio Ermete secondo alcune versioni del mito, anche se si narra altrove di un Pan primordiale: un dio delle origini legato alla potenza della natura di cui era custode.

Era assimilato a Phanes (da phainō , “che porta la luce”), altro nome di Protogonos, il “primo nato”. Alcuni mitografi narrano che fu allattato da Amaltea assieme a Zeus, altri affermano che Pan era il più antico dell’Olimpo, colui che insegnò la divinazione ad Apollo ed addestrò i cani di Artemide.

Il nome di Pan deriverebbe secondo alcuni studiosi dal greco antico Πάν, “tutto”. Era un dio dei pascoli, della vegetazione, della forza vitale della natura, della fertilità ma anche dell’istinto primitivo e della paura. Il suo urlo incuteva un tale terrore che bastava a far scappare a gambe levate i più coraggiosi. Si narra infatti che durante una battaglia tra i Greci e i Celti, il dio Pan intervenne e incusse un tale terrore panico negli invasori che questi batterono in ritirata. Dietro il panico infatti ci sarebbe proprio questa divinità, figura archetipica dell’inconscio collettivo.

Leggi anche —> Il mito greco delle Erinni: l’appuntamento con il nostro alter ego

Pan, il terribile: la forza incontrollabile dell’inconscio

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James Hillman, il noto psicologo, allievo di Carl G. Jung e fondatore della psicologia archetipica, intuì quanto questa figura era ancora presente nell’inconscio collettivo e scrisse in proposito il libro “Saggio su Pan”. Secondo l’illustre autore il panico, lo stupro, la masturbazione, l’incubo, la malia delle ninfe, la sincronicità erano tutti fatti oscuri che in qualche modo si rivelavano governati dal potere di Pan, forza archetipica presente nell’inconscio di ognuno di noi.

Nei miti antichi Pan prese le sembianze di una divinità terribile, panica, ma secondo Hillman, questa forza archetipica incontrollabile potrebbe permetterci di comprendere e canalizzare, grazie al principio “Similia similibus curantur” la potenza istintiva, fonte di terrore e comportamenti incontrollabili, di cui è genitrice, in una coscienza riflessiva dove Pan diventa osservatore, portando la brutale istintività alla saggezza, alla consapevolezza.

Ne è un esempio il mito della nascita del flauto di Pan in cui il dio rincorre una ninfa che scappa di fronte a lui, si potrebbe dire “in preda al panico”.


Il mito della nascita del flauto di Pan: il valore salvifico della creatività

Pan era conosciuto in tutta la Grecia per il suo irrefrenabile appetito sessuale e rincorreva le ninfe che scappavano di fronte a lui, terrorizzate. Uno dei miti più famosi narra di uno di questi eventi che diede origine al flauto di Pan, lo strumento che molti pastorelli amavano creare e suonare in mezzo ai pascoli.

Mentre Pan si aggirava per i boschi com’era sua abitudine, vide la bella Siringa, ninfa e figlia di Ladone, un dio fluviale. Il dio la inseguì per possederla ma lei riuscì a scappare gettandosi nel fiume e implorando suo padre e le altre Naiadi di salvarla. Prima che il dio poté raggiungerla, fu trasformata in canne palustri. Il vento soffiò tra le canne ed emise un suono così delicato che Pan decise di coglierle e riprodurne le melodie. Fu così, secondo la leggenda, che nacque il flauto di Pan, in onore della ninfa Siringa.

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Questo mito ci offre una chiave di lettura simbolica interessante. Il desiderio violento ed irrefrenabile di Pan, inteso non più come divinità ma come il principio della natura che lui incarna, risponde al richiamo di unione con la natura stessa personificata dalla ninfa che, nel caso di Siringa, porta ad una trasformazione profonda, radicale, senza mezzi termini. Il mito ci parla di trasformazione, di un cambio di forma dal principio spirituale (la ninfa intesa come spirito della natura) alla canna che canta sulle rive del fiume,  alla natura terrena, reale, incarnata.

Pan cerca di possedere lo spirito della natura ma non può: lo spirito fugge di fronte al suo approccio violento. Si rifugia nell’acqua, all’origine della vita e lo spirito della natura s’incarna, diventa pianta, diventa materia, così compare il vento, lo pneuma, il soffio divino che la anima. Compare il suono, il logos, l’inizio di “tutto”.

L’energia primordiale ed istintiva (Pan) si fa canale del soffio divino per lasciare posto ad una melodia delicata e gentile, alla creatività ispirata che pervade il mondo grazie alla musica del flauto. La ninfa si unisce a Pan non attraverso la sessualità sregolata ma attraverso l’arte, la musica, portando il dio dall’irragionevolezza più totale alla Bellezza. Pan diventa così un ponte tra il sacro e il profano, tra l’animalità e l’uomo, tra lo spirito e la materia: un dio del “Tutto”. L’energia impetuosa, archetipica di Pan può quindi trovare una direzione: la natura animale avanza, evolve, agisce, crea, nutre, sostiene il cammino dell’uomo che la custodisce in sé e diventa guardiano del mondo selvaggio, della danza, dei boschi, dell’istinto e della sacralità della natura terrena attraverso la creatività.

Pan il Grande è morto. O forse no…

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Duemila anni fa or sono Plutarco raccontò la storia di Tamo il marinaio che era diretto verso le coste italiche. Di colpo il vento sparì, non vi era più nessuna brezza a gonfiare le vele. Pan il Grande era morto. Al suo arrivo al porto annunciò la disgrazia e un grido di dolore si propagò su tutta la terra.

Assieme a Pan sparirono anche le ninfe, le naiadi, i satiri, gli spiriti della natura Assieme a Pan un mondo intero era morto, o così dicono. Forse Pan era “morto” come Siringa a sua volta, che lasciò una forma per abbracciarne un’altra. Forse Pan il Grande era morto come dio, ma nulla ci vieta di credere che il suo furore panico sia vivo nella pulsione creativa che infuoca l’animo umano, nella saggezza folle, nell’ebbrezza che permea l’essere quando si fa ponte tra spirito e materia, tra sacro e profano, quando in preda all’estasi, diventa un “tutto” col mondo.


Bibliografia

• Hillman, James. Saggio su Pan. Vol. 1. Adelphi Edizioni, 2015.
• Romano, R., Il racconto della mente. Il mito nella relazione psicoanalitica. Vol. 25. Edizioni Dedalo, 2002.

Sandra “Eshewa” Saporito

https://www.eticamente.net/70156/il-mito-di-pan-e-la-sua-energia-panica-custode-della-creativita.html 

 

venerdì 21 maggio 2021

La spiritualità come fuga dal mondo




Anni fa ero convinto che essere persone "spirituali" significasse meditare e praticare yoga quotidianamente, seguire una dieta vegetariana o vegana, comprare solamente cibo Bio, leggere i libri di Osho o a tema "spirituale", frequentare le persone del mio "livello spirituale" guardando dall'alto in basso quelli che ancora non si erano "risvegliati". 

Sognavo di vivere in una comunità immersa nel verde dove tutti si dicessero "Namasté", sempre sorridenti, in abiti fricchettoni, fumando erba e amandosi incondizionatamente.
Quanta arroganza mi abitava!

Oggi non riesco più ad accettare quella visione immatura della spiritualità. Sono tutti cliché. Da cosa stavo scappando mi chiedo?

Questa visione "distorta" della spiritualità è figlia della controcultura hippy degli anni '60 che, poi ho compreso, non è solo irrealistica ma anche "pericolosa" perché crea isolamento e separazione invitando le persone a pensare che ritirandosi dal mondo in una comunità e quindi selezionando solo quelli che la pensano come loro e hanno le stesse idee sia un modo per essere sempre felici. 
Una sorta di bolla protettiva ...


Invece è solamente un modo per evitare il confronto con la diversità di opinioni, di idee, di carattere e di visione della vita rifiutando la realtà così com'è, per non prendere contatto con le emozioni come la rabbia, la tristezza, la paura che sono dentro di noi e confrontarsi con queste immagini interiori.  

Attraverso lo studio della filosofia buddhista e la pratica della meditazione ho compreso che si cresce anche e soprattutto attraverso il conflitto e attraverso i problemi, i disagi e i fastidi. 

Cercare di imporre il "risveglio" agli altri attraverso il giudizio e la violenza verbale, sfondando le porte, è un modo per scappare da se stessi evitando il confronto con chi ha una visione delle cose differente dalla nostra e per non accettare di vivere la vita e la realtà per come sono ora, anche se non ci piacciono. 

Oggi mi rendo conto che non vedevo che erano le mie aspettative, le mie ferite emotive, le mie convinzioni, che alimentavano il giudizio e la rabbia e distorcevano la realtà. 

Se ci troviamo a sentire che ciò che abbiamo, che facciamo o le persone che frequentiamo non ci soddisfano il problema è nostro, non del mondo che "fa schifo" o degli altri che non ci capiscono e non ci amano. 
Perché il mondo dovrebbe mai amarci e capirci?  

L'insoddisfazione è dentro di noi... non è all'esterno, per quanto sia così diffusa. Ma è diffusa perché abbiamo aspettative irrealistiche sulla realtà e sugli altri e non vogliamo crescere. 

Anthony De Mello, scrive: "Svegliatevi! Svegliatevi! siete adulti. Siete troppo grandi per dormire. Smettere di trastullarvi con i vostri giocattoli. La maggior parte della gente afferma di voler uscire dall'asilo infantile, ma non bisogna crederle. Non credeteci! La gente vuole soltanto aggiustare i propri giocattoli rotti. "Ridatemi mia moglie. Ridatemi il mio lavoro. Ridatemi i miei soldi! Ridatemi la mia reputazione, il mio successo." 

E questo che vogliono le persone: avere dei nuovi giocattoli. Tutto qui...

Dovremmo accettare che ogni persona ha un cammino diverso dal nostro. 

Vivere nel mondo non è facile ma non è sicuramente la soluzione ritirarsi su un monte, chiudersi nella propria stanza o vivere in un centro spirituale per non affrontarlo raccontandosi che si è ipersensibili, fragili, o "speciali". Il rifiuto del mondo può alimentare ulteriormente la nostra ferita narcisistica. 

Cristo e Buddha andarono in mezzo agli uomini a predicare amando proprio quelli che più li rifiutavano e li maledicevano. "Vivi nel mondo ma non con il mondo" dice il detto evangelico. Non sto dicendo che dobbiamo essere come il Cristo, ma è troppo facile mostrarsi "illuminati" solo con chi ti ama e ti mette su un piedistallo come un discepolo. 

Come racconto nel mio libro, una volta una persona che frequentavo in questi gruppi, in occasione di un chiarimento tra noi, mi disse: "... ne devi fare di strada per raggiungere il mio livello spirituale". Se questo è ciò che si impara in questi gruppi e ambienti allora non c'è nessun risveglio effettivo ma solamente un amplificazione delle dinamiche egoiche e dei meccanismi di difesa. 

Non c'è niente di male in questo, nessuno è perfetto, ma gli altri fanno il loro percorso esattamente come noi e, di riflesso, mi hanno mostrato un'immagine di me che non mi piaceva più. 

Forse prima di pensarci persone "spirituali" potremmo chiederci se in realtà non abbiamo bisogno di chiedere un aiuto professionale per cercare di comprendere perché abbiamo così tanta paura di relazionarci con chi è diverso da noi, giudicandolo, forse per fuggire da un senso di inferiorità inconscio e imparare a essere più vulnerabili e più "umani" con noi stessi e con gli altri. 

La spiritualità non deve essere presa come un "droga" per staccarsi dalla realtà quotidiana e farci sentire migliori degli altri ma per mettersi al servizio degli altri. Diventando esempi per gli altri e non "esseri superiori" che hanno raggiunto il risveglio e non vedono loro che succeda a tutti gli altri per sentirsi in pace con se stessi. 

Come scrive Pierre Teilhard de Chardin: "Noi non siamo esseri umani che vivono un’esperienza spirituale, siamo esseri spirituali che vivono un’esperienza umana." 

Lo spirito si eleva discendendo attraverso le esperienze nella carne. 
E' il cammino del Fare Anima.

Tiziano Cerulli -

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mercoledì 19 maggio 2021

Tecnologia digitale - cosa rimarrà ai posteri?



Google, Vint Cerf lancia l'allarme: "Dietro di noi un deserto digitale, un altro Medioevo. Se tenete a una foto, stampatela"

La tecnologia digitale rischia di trasformare il ventunesimo secolo in un nuovo Medioevo, un’epoca quasi inaccessibile alla storia. Un allarme paradossale, ancora di più considerandone l’origine: il Dottor Vinton “Vint” Cerf, uno dei "padri di internet", oggi vicepresidente di Google, dove lavora da dieci anni con la carica di “Chief Internet Evangelist” (letteralmente, Evangelista-Capo di Internet). 

Bene, nel 2014 Cerf ci mette in guardia sul “buco nero” verso cui, inconsapevolmente, ogni giorno spingiamo i nostri documenti più cari e importanti: testi, fotografie, video che parlano delle nostre vite, ma anche documenti legali, testimonianze, informazioni preziose per chi – nel secolo prossimo o in quelli a venire – cercherà di capire qualcosa di noi e della nostra storia. 
Ritrovandosi con un pugno di mosche in mano, a meno che il concetto di “preservazione digitale” non entri alla svelta nei nostri cervelli ...


La questione, ha spiegato Cerf nel corso del meeting annuale della American Association for the Advancement of Science, è presto detta: via via che i sistemi operativi e i software vengono aggiornati, i documenti e le immagini salvate con le vecchie tecnologie diventano sempre più inaccessibili. 

Nei secoli che verranno, gli storici che si troveranno a guardare indietro alla nostra era potrebbero trovarsi davanti a un “deserto digitale” paragonabile al Medioevo, un’epoca di cui sappiamo relativamente poco a causa della scarsità di documenti scritti ... 

“Pensando a 1000, 3000 anni nel futuro, dobbiamo domandarci: come preserviamo tutti i bit di cui avremo bisogno per interpretare correttamente gli oggetti che abbiamo creato? Senza neanche rendercene conto, stiamo gettando tutti i nostri dati in quello che rischia di diventare un buco nero dell’informazione”, ragiona il numero due di Google. 

“Nei secoli a venire chi si farà delle domande su di noi incontrerà delle enormi difficoltà, dal momento in cui la maggior parte di ciò che ci lasceremo dietro potrebbe essere solo bit non interpretabili”...
L'articolo continua qui: www.huffingtonpost.it



Ma cosa significa “tecnologia”? Da dove deriva? Che etimologia ha?

Sfogliando il dizionario (Cosa?? Come?? Esistono ancora i dizionari cartacei?? Ebbene sì, signori miei… ancora esistono, per fortuna!) alla pagina 1853 (per chi non sapesse più usarlo, non si sa mai) alla terza colonna, seconda parola, eccola: te-cno-lo-gi-a, sostantivo femminile (dal greco lógos + téchnē = discorso sistematico su un’arte) e significa: sistema di realizzazione, applicazioni della telematica e dell’informatica nei vari campi dell’attività umana. 
Ok, fin qui ci siamo. 

Ma a cosa serve nella realtà questa rinomata tecnologia?

Prima di tutto il progresso tecnologico ha comportato un grande rinnovamento in campo medico e scientifico. Molte, infatti, sono state le innovazioni che hanno portato la medicina ad alti livelli nel mondo. Basti pensare che fino a un secolo fa si poteva morire anche per una semplice influenza. Oggi non più; e questo soprattutto grazie alle innovazioni tecnologiche che hanno portato negli ospedali apparecchiature all’avanguardia.

Di conseguenza c’è stata una grande crescita economica che ha portato a una vera e propria globalizzazione. Tutt’oggi, nonostante ci sia un grave crisi economica che sta portando fame ovunque, il campo tecnologico rimane sempre tra i più ricchi, dal momento che in tutte le famiglie, magari anche senza soldi per mangiare, c’è almeno un telefono e un televisore. Si risparmia sull’essenziale, ma non sugli sfizi.
E questo potrebbe già essere un punto contro la tecnologia (fosse il solo…)
Con l’avvento della tecnologia c’è stata una grave crisi che viene solitamente sottovalutata: la crisi dei rapporti umani. Non si dialoga più.


- Oggi è il compleanno di Ciccio: devo ricordarmi di fargli gli auguri su facebook;
- devo chiedergli a che ora è l’appuntamento: gli mando un messaggio su whatsapp;
- mi sono fidanzato, è davvero una bella ragazza, vorrei conoscerla: in fondo l’ho conosciuta solo su meetic;
- devo dire a mia madre che mi ritiro più tardi: le mando un sms (sperando che lo legga);

- mi ha proprio stufato: ora gli faccio vedere io su ask.


E’ possibile che si sia giunti a questo? E’ possibile che non si parla più faccia a faccia? 

Non si può sentire che i giovani non si parlino più se non tramite apparecchiature elettroniche. Non c’è più dialogo tra genitori e figli, tra giovani, tra amici, tra compagni, tra uomini.

Bisogna assolutamente risolvere questa situazione altrimenti lasceremo ai nostri posteri una realtà che in realtà non esiste, qualcosa di vano, di futile, nulla di concreto.

La tecnologia potrebbe essere paragonata alla taenia solium (verme solitario). Mentre la tenia assorbe tutto il cibo che noi ingeriamo e ci porta al dimagrimento del corpo, la tecnologia porta ad un assorbimento delle capacità intellettive, dei sentimenti, delle emozioni, della comunicazione; la tecnologia ci porta allo smagrimento dell’anima, cosa ben più grave…


I giovani di oggi sono chiamati ‘nativi digitali’ ed è assolutamente vero. Non pensano ad altro che a quelle cose futili come il cellulare, il computer, il tablet.

E dato che giustamente le apparecchiature elettroniche non vengono usate molto dai giovani, i politici hanno brillantemente pensato di portare la tecnologia anche a scuola, con l’istituzione di LIM (Lavagne Interattive Multimediali) e tablet per gli studenti; così se prima i ragazzi erano ignoranti perché non studiavano, ora lo sono perché non hanno gli adeguati mezzi per studiare; un ragazzo usa il tablet per divertirsi e svagarsi, non per studiare: di ciò possiamo starne certi. 

E per di più il corpo degli studenti e anche degli insegnanti sono costretti a sorbirsi un sacco di onde elettromagnetiche che arrivano a portare anche tumori: in fondo uno studente va a scuola per circa venti anni, ma gli insegnanti ci passano una vita intera tra quelle onde dannose.

Andiamo oltre, siamo migliori, andiamo contro le scelte non giuste, studiamo, cresciamo, progettiamo, denunciamo, parliamo, miglioriamo il nostro mondo, un mondo che verrà abitato anche dai nostri figli …

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