lunedì 14 novembre 2022

La mente è solo un meccanismo di servizio

 


«Quando sei solo, ricordati che la mente è solo un meccanismo di servizio.

Osservala: è molto antica, mentre il tuo silenzio è molto nuovo. Il tuo silenzio è quasi come una rosa e la tua mente chiacchierona è come una roccia, molto antica, molto vecchia.

 

Può schiacciare il fiore della rosa in qualsiasi momento, a meno che tu non sia consapevole, a meno che tu non impari una lezione: la mente può continuare a chiacchierare, a chiacchierare, ma tu non devi diventare parte di essa.

 

Certamente non sei la mente, così come non sei il corpo. Sei all'interno del corpo, all'interno della mente, ma il tuo centro è separato dal ciclone. Ha una qualità completamente diversa. Il silenzio, l'immobilità gli sono naturali; è la sua fioritura.

 

Ci siamo confusi. Essendo troppo legati alla mente, lavorando ventiquattro ore su ventiquattro con il meccanismo, ci si è dimenticati la distinzione.

È successo proprio questo, che si è dimenticato qualcosa di molto essenziale.

 

 

È necessaria una strategia semplice; io la chiamo meditazione. Tu puoi chiamarla in qualsiasi modo: consapevolezza, attenzione, ricordo, vigilanza; i nomi non hanno importanza.

 

L'importante è riuscire a non farsi prendere dal chiacchiericcio della mente. Sii semplicemente un osservatore. Non partecipare. Stai in disparte e osserva.

Non valutare, resta solo un osservatore indifferente.

 

Stai attento. Ma non esprimere alcun giudizio, né per fermarlo, né per aiutarlo, né per prevenirlo. In nessun altro senso devi muoverti dalla tua indifferenza.

Sarai sorpreso: un miracolo ti sta aspettando.

 

Nel momento in cui sei completamente indifferente, in piedi sul ciglio, il traffico sulla strada rallenta. Arrivano meno pensieri, si creano spazi più ampi tra un pensiero e l'altro. E questi spazi più ampi ti daranno una pace così bella, un tale silenzio.

 

Osservando, alla fine si arriva a un punto in cui un pensiero se ne va e non ne arriva un altro per ore. Si sta semplicemente osservando e la strada è vuota.» Osho

martedì 25 ottobre 2022

LA VISIONE DI OSHO L’Osservazione della Mente

 






La mente si può suicidare?

“La mente non si può suicidare, perché qualsiasi cosa la mente può fare rafforzerà la mente stessa. Qualsiasi fare venga agito dalla mente, la renderà più forte; dunque, il suicidio è impossibile. La mente che fa qualcosa, implica la mente che perpetua se stessa – dunque, il suicidio non è nella natura delle cose.

D’altra parte, un suicidio accade. La mente non lo può commettere – d’accordo? – lascia che lo chiarisca in modo definitivo: la mente non lo può commettere, eppure un suicidio accade.

Accade attraverso l’osservazione della mente, non nel fare qualcosa.

Colui che osserva è separato dalla mente, è più in profondità rispetto alla mente, è superiore alla mente. Colui che osserva è sempre nascosto dietro la mente: passa un pensiero, affiora una sensazione, un sentimento – chi osserva questo pensiero?
Non la mente in quanto tale – perché la mente non è altro che un processo di pensieri e sentimenti. La mente non è altro che il traffico del pensare: chi lo osserva?

Quando dici: “In me è sorto un pensiero rabbioso”, chi sei “tu”? In chi è sorto quel pensiero? Chi è il contenitore? Il pensiero è il contenuto… chi è il contenitore?
La mente è simile a un libro stampato: sulla pagina bianca, pulita, compaiono le parole. Quel foglio vuoto è il contenitore e le parole stampate sono il contenuto. La consapevolezza è simile a un foglio bianco; la mente è come un foglio scritto e stampato.

Qualsiasi cosa esista in quanto oggetto dentro di te, qualsiasi cosa puoi vedere e osservare, quella è la mente; l’osservatore non è la mente, ciò che è osservato è mente.

Dunque, se riesci semplicemente a continuare nell’osservazione, senza condanna, senza creare in alcun modo un conflitto con la mente, senza indulgere in essa, senza seguirla, senza contrastarla; se riesci semplicemente a essere presente, indifferente alla mente… in quell’indifferenza accade un suicidio.

Non è la mente che si suicida: quando affiora l’osservatore, quando è presente il testimone, la mente semplicemente scompare.

La mente esiste grazie alla tua cooperazione, oppure al tuo conflitto. Entrambe sono strategie di cooperazione – anche il conflitto!
Quando lotti con la mente, le stai dando energia. Proprio nel tuo lottare, hai accettato la mente; proprio in quel conflitto, hai accettato il potere della mente sul tuo essere.

Dunque, sia che tu collabori sia che lotti, in entrambi i casi la mente si rafforzerà sempre di più.
Limitati a osservare, sii un semplice testimone. E con il tempo vedrai affiorare delle pause, degli intervalli di vuoto. Scorre un pensiero, e un altro non segue immediatamente – c’è un intervallo.

In quell’intervallo c’è pace. In quell’intervallo c’è amore. In quell’intervallo c’è tutto ciò che hai sempre cercato – senza mai trovarlo. In quella pausa, non sei più un ego. In quella pausa non sei definito, confinato, imprigionato. In quella pausa di vuoto sei vasto, immenso, enorme! In quella pausa sei tutt’uno con l’esistenza – la barriera non esiste più. I tuoi confini non sono più presenti; ti fondi con l’esistenza e l’esistenza si fonde in te. Iniziate a sovrapporvi.

Se continui a osservare e non ti aggrappi neppure a queste pause… perché adesso diventa naturale aggrapparsi a questi intervalli di vuoto. Se inizi a bramare queste pause… visto che sono incredibilmente belle, sono infinitamente splendide; è naturale attaccarsi a loro, ed ecco che sorge il desiderio di averne sempre di più – in questo caso, mancherai il punto; in quel caso l’osservatore scomparirà. Allora queste pause scompariranno di nuovo, e di nuovo comparirà il traffico della mente.

Dunque, la prima cosa è diventare un osservatore indifferente. E la seconda cosa è ricordare questo: quando quegli splendidi intervalli di vuoto compaiono, non restarne attaccato, non iniziare a pretenderli, non metterti ad aspettare che debbano accadere sempre più spesso.

Se riesci a ricordare queste due cose – quando quelle splendide pause giungono, osserva anche quelle, e conserva viva la tua indifferenza – ecco che un giorno il traffico scomparirà semplicemente insieme alla strada, entrambe le cose scompariranno. Ed ecco che si ha un incredibile vuoto.

Questo è ciò che il Buddha chiama “nirvana”: la mente è svanita. E questo è ciò che io definisco “suicidio” – ma non è la mente a commetterlo.
La mente però non può suicidarsi. Tu puoi dare un aiuto affinché accada. Lo puoi impedire e puoi aiutare il suo accadere – dipende da te, non dalla tua mente.

Tutto ciò che la mente può fare, sarà sempre un rafforzare la mente stessa. Dunque, in realtà la meditazione non è uno sforzo mentale. La vera meditazione non è affatto uno sforzo; la meditazione reale è un semplice permettere alla mente di avere il suo corso, senza interferire in nessun modo possibile – resta un semplice osservatore, un testimone.

Si zittisce, piano piano, diventa quieta e immobile. E un giorno se n’è andata. Vieni lasciato solo; quella solitudine è la tua realtà. E in quella solitudine nulla è escluso, ricordalo. In quella solitudine viene inclusa ogni cosa.”
The Discipline of Transcendence, volume 3, capitolo 2

LA MEDITAZIONE DI OGGI
Creare una distanza dalla Mente
Pertanto, “la mente che fa qualcosa” significa che la mente continua a perpetuare se stessa. Fare qualcosa di mentale non aiuterà. Ma nelle meditazioni di oggi ti diamo altre due opzioni che sono di aiuto per perdere questa involontaria roccaforte del nostro oberato pensiero. Pensiamo: “lui” ha in pugno “noi”, finché “noi” ci aggrappiamo a “lui” con tanta tenacia. Proviamo a giocare per allentare quella presa…

Il Metodo
La prima tecnica è un “Esercizio di STOP”, è efficace perché lo fai con il corpo, non con la mente. E richiede poco tempo.
Praticalo almeno sei volte al giorno, di più va bene, ma non meno. La cosa più importante è che deve essere fatto all’improvviso.

Mentre cammini per una strada tranquilla, o mentre fai qualcosa a casa tua, nel tuo giardino o nella natura, oppure in una qualsiasi attività possa funzionare per te, all’improvviso ricorda te stesso, e fermati. Fermati completamente, nessun movimento, sii semplicemente presente a qualsiasi cosa accada. Quindi ricomincia a muoverti.

“Se tutto a un tratto diventi semplicemente presente, l’intera energia cambia. La continuità che si svolgeva nella mente si ferma e avviene così all’improvviso che la mente non può creare subito un nuovo pensiero. Ci vuole tempo e la mente non può lavorare senza tempo, per cui quando lo fai repentinamente, in quell’arresto improvviso, la mente si ferma e per un istante c’è liberazione. Tutti i pensieri scompaiono; c’è il vuoto e in esso c’è un’apertura.

Puoi aver avuto quest’esperienza quando c’è un improvviso, inaspettato, forte tuono nel cielo. Inizia a osservare questi intervalli, queste schiarite, queste aperture.
E quando ti fermi, non dilungarti, perché dopo mezzo minuto la mente torna e distrugge.
Pertanto, quando fai lo STOP non oltrepassare i trenta secondi. Questo è un modo per creare una distanza, un intervallo, dalla mente.

Secondo Metodo
La seconda tecnica, una di quelle che puoi praticare ogni volta che ti ricordi durante il giorno, è un metodo chiamato “Goditi la Mente”. Questo è un altro metodo per rafforzare “l’osservatore” che è “separato da” ed è oltre la mente, il pensiero e il sentire.

Goditi la Mente. Non tentare di fermare i tuoi pensieri. È una parte così naturale di te, diventerai matto se proverai a fermarli. È come un albero che cerca di fermare le sue foglie, diventerà pazzo.

E il semplice non fermarli non basta, il secondo stadio è goderseli, giocarci!
Giocaci, goditeli, dagli il benvenuto, comincerai a diventare più attento, più consapevole, senza nessuno sforzo, in modo del tutto indiretto. Quando provi a diventare consapevole, la mente ti distrae e tu ti arrabbi e di nuovo il conflitto e l’attrito iniziano a rafforzare la mente.

Perciò questo secondo metodo serve per iniziare a gioire del processo mentale. Semplicemente osserva le sfumature dei pensieri, il giro che fanno, come un pensiero conduce a un altro, come si tengono agganciati a vicenda. È davvero un miracolo da vedere! Un piccolo pensiero può portarti a perderti nell’infinito.

Goditelo, lascia che sia un gioco; giocaci deliberatamente e rimarrai sorpreso: a volte solo godendotelo, sperimenterai bellissime pause. Le troverai all’improvviso, per caso, un cane sta abbaiando e tu ascolti e nessun pensiero affiora. Sorgeranno piccoli vuoti … giungeranno da soli e quando arrivano, sono bellissimi. In questi piccoli vuoti inizierai a osservare l’osservatore, e sarà naturale. Di nuovo i pensieri riprenderanno e ne gioirai. Prosegui con leggerezza, prendila con calma.

E adesso, per un momento: se non sei già in piedi, alzati… e STOP! Fermati completamente, nessun movimento; sii solo presente a qualsiasi cosa accada.
Molto bene, questo ti ha dato un assaggio dell’Esercizio dello STOP! di Osho. E il tuo compito per oggi: ti suggeriamo di farlo almeno altre cinque volte, prima della ripresa del corso di domani. Inoltre: quando ti ricordi, gioisci nell’osservare la mente.


https://osho.it/osservazione-della-mente/#:~:text=La%20consapevolezza%20%C3%A8%20simile%20a,che%20%C3%A8%20osservato%20%C3%A8%20mente.


mercoledì 10 agosto 2022

Osho.Sii, non cercare di diventare

 




 
Dal libro di Osho.Il libro dell"alchimia interiore.
Una vera miniera d"oro di saggezza.

Tutti budda di tutti i tempi,hanno dato questo semplice insegnamento.
Sii e non cercare di diventare.
Tutta la tua vita è racchiusa in queste 2 parole,essere e diventare.
Essere è illuminazione,diventare è ignoranza.
Però ti hanno sempre insegnato,a diventare questo o quello.
La mente è tanto furba,le vie dell"ego cosi sottili,da trasformare in mete
Dio,  il Nirvana, e l"illuminazione.
Ma queste non sono mete da raggiungere,non le puoi raggiungere,
la mente tesa al raggiungimento,è l"UNICA BARRIERA.
Il Nirvana ,l"Illuminazione,la Verita,Dio,sono gia presenti.
Devi solo abbandonare la mente,tesa alla ricerca,
devi solo dimenticare l"idea di viaggiare,da questo punto a quello,
devi semplicemente rilassarti ed esistere,
allora realizzi ogni cosa.

Diventa passivo ,attento
all"improvviso troverai Dio nascosto in te.
TU SEI SOLTANTO UN NASCONDIGLIO 
Un lungo sogno: Osho.Sii, non cercare di diventare

venerdì 5 agosto 2022

CENTRATI NELL'HARA

 


 Hara
 Quando non hai niente da fare, siediti in silenzio e vai dentro di te, lasciati cadere nella pancia – proprio due pollici sotto l’ombelico – e rimani lì. Questo produrrà una perfetta centratura delle tue energie vitali. Devi solo guardarci dentro e si metterà in funzione, comincerai a sentire che la tua intera vita si muove attorno a quel centro. La vita ha inizio dall’hara e finisce nell’hara. Tutti i centri del nostro corpo sono distanti, l’hara è esattamente nel centro. Lì siamo stabili, in equilibrio... una volta diventato consapevole dell’hara, inizieranno ad accadere molte cose. Per esempio, più ti ricordi dell’hara e meno penserai. Il processo del pensiero diminuirà automaticamente, perché l’energia non andrà alla testa, andrà verso l’hara. Più attenzione dai all’hara e più scoprirai che in te sta formandosi una certa disciplina. Si produce in modo naturale, non deve essere imposta. Più sei consapevole del centro dell’hara, meno paura avrai della vita e della morte, perché esso è il centro della vita e della morte. Una volta entrato in sintonia con l’hara, potrai vivere coraggiosamente. Il coraggio nasce da lì – meno pensieri, maggiore silenzio, meno momenti incontrollati, disciplina naturale, coraggio, stabilità ed equilibrio.


fonte Osho Times febbraio 91


Centrarsi nell'hara

Sei in attesa che ti estraggano un dente del giudizio, oppure di quel colloquio di lavoro che potrebbe cambiare completamente il corso della tua vita. Hai la bocca secca e ti sudano le mani; non sei sicuro, nel caso la nausea che senti salire dallo stomaco aumentasse ancora, se le tue gambe ce la faranno a portarti in tempo alla toilette. Situazioni dei genere ti sono anche troppo familiari? Spesso ti sembra di cadere a pezzi? Questa tecnica può trasformare la tua vita. Sia che i venti del cambiamento ti facciano perdere del tutto la rotta, o ti portino solo un po' fuori centro, questo 'centrarsi nell'hara' ha sicuramente il suo posto preciso fra i tuoi strumenti. L'hara è il punto energetico che si trova circa due dita sotto l'ombelico...

il centro dal quale entriamo nella vita e dal quale, morendo, usciremo dalla vita. Questo è così il centro di contatto tra il corpo e l'anima. La sera, quando vai a letto, sdraiati e metti entrambe le mani due dita sotto l'ombelico e premi leggermente. Poi comincia a respirare, profondamente, e sentirai quella parte salire e scendere al ritmo del respiro. Senti tutta la tua energia in quel punto, come se ti stessi restringendo sempre di più, sempre di più, fino a diventare tu un piccolo centro - un'energia molto concentrata.

Basta che tu faccia questo esercizio per dieci, quindici minuti, e poi addormentati. Può succedere anche che scivoli nel sonno mentre lo stai facendo. Va molto bene, perché così la centratura resterà per tutta la notte. L'inconscio continuerà ad andare a centrarsi là.

Così per tutta la notte, senza saperlo, entrerai in molti modi in profondo contatto con quel centro.

Al mattino, appena ti accorgi che sei sveglio, non aprire subito gli occhi. Metti di nuovo le mani su quel punto, premi un po', comincia a respirare profondamente, senti nuovamente l'hara.
Fallo per dieci, quindici minuti e poi alzati.
Ripetilo tutte le sere e tutte le mattine.
Entro tre mesi comincerai a sentirti centrato.
E' veramente essenziale avere una centratura, altrimenti ci si sente frammentati, non interi. Proprio come in un puzzle - tanti pezzetti e non un insieme, non un tutto. E' una brutta situazione: senza un centro si può anche tirare avanti, ma non si può amare.
Senza centro puoi continuare a ripetere le solite cose della tua vita, ma non sarai mai creativo. Vivrai al minimo. Il massimo non sarà alla tua portata. Solo centrandosi si può vivere al massimo, allo zenith, alla sommità, al culmine, e non c'è nessun altro modo per vivere una vita reale.OSHO

TRATTO DA: "A Rose is a Rose is a Rose"

Re Interiore: CENTRATI NELL'HARA

giovedì 4 agosto 2022

Il coraggioso.

 




Un codardo è una persona addormentata, mentre un coraggioso è colui che è capace di portare la propria consapevolezza nei momenti di paura. In questo modo, quest’ultima scompare.

 Osho.

mercoledì 3 agosto 2022

Osho, qual è stata la prima cosa che hai fatto dopo che ti sei illuminato?

 


 

Ho riso. Mi sono fatto una bella risata nel vedere la totale assurdità dei tentativi di illuminarsi. È davvero ridicolo, perché noi siamo nati illuminati ed è assolutamente assurdo sforzarsi tanto verso qualcosa che già siamo. Se già hai una cosa non la puoi raggiungere; solo le cose che non si hanno, quelle che non sono parti intrinseche del nostro essere, possono essere conseguite. Ma essere illuminati è parte della nostra natura.
Per vite intere ho lottato, quello è stato il mio scopo per molte, molte vite. Ho fatto tutto ciò che era umanamente possibile per realizzare l’illuminazione, ma ho sempre fallito. Era inevitabile, perché l’illuminazione non può essere una conquista. È la nostra natura, come può essere conquistata? Non può essere motivo di ambizione.
La mente è ambiziosa, ambisce il denaro, il potere, il prestigio. Poi un giorno, quando si stanca di tutte queste attività estroverse, comincia ad ambire l’illuminazione, la liberazione, il nirvana e dio. Ma si tratta della stessa ambizione che ritorna, solo l’oggetto è cambiato. Prima l’oggetto era all’esterno, ora è all’interno. Ma l’atteggiamento, l’approccio, non è cambiato: tu sei la stessa persona, sullo stesso percorso, con le stesse abitudini.
‘Il giorno in cui mi sono illuminato’ significa semplicemente il giorno in cui ho scoperto che non c’è nulla da raggiungere, non c’è nessun posto dove andare e non c’è nulla da fare. Noi siamo divini, siamo già perfetti, così come siamo. Non è necessario alcun miglioramento, assolutamente nessuno. Dio non ha mai creato nulla di imperfetto e se anche incontrate un uomo imperfetto, vedrete che la sua imperfezione è perfetta. Dio non ha mai creato nulla di imperfetto.
Quando dico “Il giorno in cui ho conseguito l’illuminazione”, uso un linguaggio improprio, ma non esiste altra possibilità di espressione, perché il linguaggio è stato creato da noi. È composto da parole come ‘conseguimento’, ‘traguardo’, ‘miglioramento’, ‘progresso’ ed ‘evoluzione’. Il nostro linguaggio non è stato creato da persone illuminate; non avrebbero potuto farlo anche se lo avessero voluto, perché l’illuminazione accade in silenzio. Come si può tradurre quel silenzio in parole? Qualunque cosa si faccia, le parole distruggono qualcosa di quel silenzio.
Lao Tzu dice: “Nel momento in cui la verità viene espressa, diventa falsa.” Non è possibile comunicare la verità. Si è costretti d usare il linguaggio, non c’è altro modo per comunicare. Quindi si userà il linguaggio, sapendo che non è adeguato all’esperienza.
Per cui dico ‘Il giorno in cui ho conseguito l’illuminazione’ ma in realtà non c’è alcun conseguimento, né c’è nulla di mio.
[A questo punto mentre Osho parla viene a mancare la corrente: tutto è buio e silenzio]
Ecco accade così! Dal nulla, all’improvviso il buio, all’improvviso
la luce e non ci puoi fare nulla. Puoi solo osservare.
Quel giorno ho riso per tutti i miei sforzi stupidi e ridicoli per conseguire l’illuminazione. Ho riso di me e ho riso dell’intera umanità, perché tutti cercano di raggiungere, di arrivare, di migliorare.
A me accadde in uno stato di rilassamento totale e accade sempre in questo stato.
Avevo provato di tutto e poi, vedendo l’inutilità dei miei sforzi, ho abbandonato ogni ricerca... ho lasciato perdere il mio progetto e me ne sono dimenticato.
Tu mi chiedi, “Qual è stata la prima cosa che hai fatto dopo che ti sei illuminato?”
Ho riso e da allora ho continuato a ridere. Non vi posso ridere in faccia, mentre vi racconto le barzellette, altrimenti le rovinerei, ma rido tramite voi.
Un lungo sogno: Osho, qual è stata la prima cosa che hai fatto dop...

domenica 31 luglio 2022

La risata......Osho

 


 

Se riesci a ridere di te stesso, va tutto bene.

La gente ride degli altri, mai di se stessa. È una cosa da imparare. Se puoi ridere di te stesso, la serietà se n’è già andata. Non le lasci alcuno spazio se riesci a ridere di te stesso.
Nei monasteri Zen, tutti i monaci devono ridere. La prima cosa che si fa al mattino è ridere, la primissima cosa. Non appena il monaco si accorge che non sta più dormendo, deve saltar giù dal letto, assumere un atteggiamento buffo – come un pagliaccio da circo – e cominciare a ridere, a ridere di se stesso. Non c’è modo migliore per cominciare la giornata.
Ridere di se stessi uccide l’ego, ti rende più limpido, più leggero, quando ti muovi nel mondo. E, se hai riso di te stesso, la risata di chi ride di te non ti potrà certo disturbare. Anzi, stanno semplicemente cooperando, stanno facendo la stessa cosa che hai fatto tu. Ne sarai felice.
Ridere degli altri è egoistico, ridere di sé è molto umile. Impara a ridere di te – della tua serietà e di tutte queste cose. Ti può capitare di prendere molto sul serio la tua serietà. Allora invece di una malattia, ne avrai create due. E in seguito prendi seriamente anche questa cosa, e così via. Non c’è fine a una situazione del genere, puoi continuare fino alla nausea.
Così è meglio se l’affronti fin dall’inizio. Non appena senti che stai diventando serio, mettiti a ridere, e cerca dentro di te dove si trova questa serietà. Fatti una risata, una bella risata, chiudi gli occhi e cerca dove è finita: la serietà si trova solo in un essere che non sa ridere.


Non c’è situazione più sfortunata di questa, non si riesce a immaginare qualcuno più disgraziato di un uomo che non sa ridere di se stesso. Per cui comincia il tuo giorno ridendo di te stesso, e ogni volta che trovi un momento libero nella tua giornata… quando non sai cosa fare, fatti una gran risata. Senza motivo – solo perché il mondo intero è così assurdo, solo perché è così assurdo il modo in cui sei fatto tu.
Lascia che la risata nasca proprio dalla pancia, che non sia qualcosa di mentale. Uno può anche ridere di testa, ma allora è una cosa morta. Tutto quello che viene dalla testa è morto, assolutamente meccanico. Certamente, puoi anche ridere di testa, ma la risata non raggiungerà alcuna profondità, non arriverà nella pancia, nell’hara.

Non andrà giù fino alle dita dei piedi, non si espanderà in tutto il corpo. Una risata vera è come quella di un bambino. Guarda come si scuote la sua pancia, tutto il suo corpo sussulta – si rotola sul pavimento. È una questione di totalità. Ride talmente che comincia a piangere; ride così totalmente che la risata si trasforma in lacrime, cominciano a scendergli lacrime dagli occhi. Una risata dovrebbe essere profonda e totale. Questa è la medicina che prescrivo contro la serietà.
[Osho]
eliotropo: La risata......Osho

sabato 30 luglio 2022

Osservare il respiro.

 



1. Osservare il respiro
Osservare il respiro è un metodo che può essere fatto in qualunque posto e in qualunque momento, anche se hai solo qualche minuto a disposizione. Devi solo osservare come il petto o la pancia si alzano e si abbassano quando il respiro entra ed esce. Oppure prova in questo modo....

Prima fase: Osserva il respiro che entra
Chiudi gli occhi e inizia a osservare il respiro. Prima osserva l'inspirazione, dal momento in cui l'aria entra nel naso fino a che raggiunge i polmoni.

Seconda fase: Osserva la pausa che segue
Alla fine dell'inspirazione c'è una pausa, prima che inizi l'espirazione. Questa pausa ha un grande valore. Osservala.

Terza fase: Osserva il respiro che esce
Adesso osserva l'espirazione.

Quarta fase: Osserva la pausa che segue
Alla fine dell'espirazione c'è una seconda pausa: osservala. Fai queste quattro fasi due o tre volte – e ricorda di osservare il ciclo del respiro, senza cambiarlo in alcun modo. Osserva solo il ritmo naturale.

Quinta fase: Contare le inspirazioni
Adesso comincia a contare le inspirazioni – conta 1 inspirazione (senza contare le espirazioni), conta 2 ecc. fino a 10. Poi conta all'indietro da 10 a 1. Qualche volta ti dimenticherai di osservare il respiro oppure conterai oltre il 10. Allora ricomincia a contare da 1.

“Ci sono due cose che bisogna ricordare: la prima, osservare, in particolare osservare la pause in alto e in basso. L'esperienza di quelle pause sei tu, nel tuo nucleo più intimo, nel tuo essere. La seconda cosa: continua a contare, ma mai oltre il 10; poi torna a 1, e conta solo le inspirazioni.

Queste sono cose che aiutano la consapevolezza. Devi essere consapevole, altrimenti conterai le espirazioni oppure andrai oltre il 10.

Se questa meditazione ti piace, continua a farla. Ha un grandissimo valore.” 

Osho

venerdì 29 luglio 2022

I CHAKRA NEL TANTRA

 


 
 Nell’uomo il muladhara è maschile e lo svadhistana femminile. Nella donna il muladhara è femminile e lo svadhistana maschile, e così via. Nei sette chakra, fino al sesto, la dualità rimane; il settimo è non–dualistico. Ci sono tre coppie dentro di te: muladhara e svadhistana si devono unire; manipura e anahata si devono unire; visuddha e ajna si devono unire.

Il primo centro, il muladhara, è maschile nell’uomo. Anche mentre stai facendo l’amore con una donna, dice il Tantra, ricordati l’interiorità. Fai l’amore con la donna all’esterno, ma ricorda l’interno. Lascia che la tua consapevolezza si muova verso l’interno; dimentica completamente l’esteriore. Nel momento dell’orgasmo dimentica completamente la donna o l’uomo. Chiudi gli occhi e stai dentro di te, e fai che sia una meditazione. Quando l’energia è in movimento, cogli l’opportunità. Questo è il mo­mento in cui puoi avere un contatto, un viaggio all’interno.
Di solito è difficile guardare all’interno, ma in un momento d’amore... un vuoto, e tu non sei più lo stesso. In un momento d’amore sei al tuo massimo. Quando viene l’orgasmo, tutta l’energia del tuo corpo vibra nella danza: ogni cellula, ogni fibra sta danzando con un ritmo e un’armonia sconosciuti nella vita ordinaria. Questo è il momento: questo momento di armonia, usalo come un passaggio verso l’interno. Quando fai l’amore, diventa meditativo, guarda all’interno.
In quel momento si apre una porta. È questa l’esperienza tantrica. E il Tantra dice che ti senti felice solo perché quella porta si apre e qualcosa della tua beatitudine interiore fluisce verso di te. Non proviene dalla donna esteriore, non proviene dall’uomo esteriore, ma dal tuo centro più intimo. L’esterno è solamente una scusa.
Se, facendo l’amore, diventi meditativo – diventi silenzioso, cominci a guardare all’interno, chiudi gli occhi, dimentichi l’uomo o la donna esteriori – allora accade. Il muladhara, il tuo centro maschile interiore, comincia a muoversi verso il centro femminile – il centro femminile per te è lo svadhistana – e accade un rapporto interiore. Questo è il meccanismo della tua celebrazione interiore. E nel momento in cui muladhara e svadhistana si incontrano, si libera energia. Proprio come si libera energia quando ami la tua donna, quando lo svadhistana e il muladhara si incontrano viene liberata energia e questa colpisce il centro superiore, il manipura. 
Il manipura è maschile, l’anahata è femminile. Quando hai raggiunto l’armonia del primo incontro del tuo uomo e della tua donna interiori, un giorno all’improvviso accade il secondo. Non devi fare niente, è semplicemente l’energia liberata dal primo incontro a creare la possibilità per il secondo. E quando energia è creata dal secondo incontro, questa crea la possibilità per il terzo.
Il terzo incontro avviene fra visuddha e ajna. E quando avviene il terzo incontro, viene creata energia per il quarto, che non è un incontro, che non è un’unione, ma unità. Sahasrara è solo, non c’è maschile-femminile. Adamo ed Eva sono scomparsi l’uno nell’altra, totalmente, assolutamente. L’uomo è diventato la donna, la donna è diventata l’uomo: ogni divisione svanisce. Questo è l’incontro assoluto, eterno. Questo è quello che gli indù chiamano satchitananda. Questo è ciò che Gesù chiama ‘il regno di dio’. 
In effetti, il numero sette è stato usato da tutte le religioni. I sette giorni sono simbolici, e il settimo giorno è la festività, il giorno santo: dio lavorò per sei giorni, e il settimo si riposò. Dovrai lavorare su sei chakra, il settimo corrisponde allo stato di profondo riposo, di estremo riposo, di assoluto rilassamento – sei arrivato a casa.
Con il settimo chakra tu scompari come parte di una dualità; tutte le polarità, tutte le distinzioni scompaiono. La notte non è più notte, il giorno non è più giorno. L’estate non è più estate, e l’inverno non è più inverno. La materia non è più materia, e la mente non è più mente – sei andato oltre. Questo è lo spazio trascendente che Buddha chiama nirvana.
Questi tre incontri interni e il raggiungimento del quarto hanno anche un’altra dimensione. Vi ho parlato molte volte di quattro stati: sonno, sogno, veglia, turiya. Turiya indica “il quarto”, ciò che è oltre. Questi sette chakra, e il lavoro attraverso di essi, hanno una corrispondenza anche con questi quattro stati.

Il primo incontro fra muladhara e svadhistana è simile al sonno. L’incontro avviene, ma non ne puoi essere molto consapevole. Ne godrai, sentirai una profonda freschezza nascere in te. Sentirai un grande riposo, come se avessi dormito profondamente; ma non sarai in grado di coglierlo con precisione, c’è molto buio. L’uomo e la donna si sono incontrati dentro di te, ma si sono incontrati nell’inconscio. L’incontro non è avvenuto alla luce del giorno, ma nella notte buia. Certo, il risultato si sentirà, le conseguenze si vedranno. Sentirai improvvisamente una nuova energia in te, una nuova radiosità, un nuovo splendore. Avrai un’aura. Perfino gli altri potrebbero cominciare a percepire una certa qualità di presenza in te, una vibrazione. Ma tu non sarai veramente attento a ciò che sta accadendo. Quindi, il primo incontro è come il sonno.
Il secondo incontro è come il sogno: quando manipura e anahata si incontrano, il tuo incontro con la donna interiore è come se avvenisse in un sogno. Certo, puoi averne un vago ricordo. Proprio come al mattino puoi ricordarti il sogno che hai fatto la notte precedente, ricordi frammentari, alcuni sprazzi; forse hai dimenticato qualcosa, forse non ricordi tutto, ma il ricordo esiste.

Il secondo incontro è come un sogno. Ne diventerai più consapevole. Comincerai a sentire che qualcosa sta accadendo. Comincerai a sentire che stai cambiando, che è in atto una trasformazione, che non sei più la persona di un tempo. E con il secondo incontro inizierai a essere consapevole del fatto che il tuo interesse nella donna esteriore sta diminuendo. Il tuo interesse nell’uomo esteriore non è più come prima. 
Anche con il primo incontro ci sarà un cambiamento, ma non ne sarai consapevole. Potresti cominciare a pensare che non sei più interessato alla tua donna, ma non sarai in grado di comprendere che non sei interessato ad alcuna donna. Potrai pensare di essere stanco della tua donna e di poter essere più felice con un’altra; che ci voglia un cambiamento, un tipo diverso di donna. Questa sarà solo una supposizione. Con il secondo incontro comincerai a sentire di non essere più interessato alla donna o all’uomo, il tuo interesse si sta rivolgendo all’interno.

Con il terzo incontro diventerai perfettamente consapevole. È come svegliarsi. Visuddha che incontra ajna… diventerai perfettamente consapevole, l’incontro avviene alla luce del giorno. Oppure lo si può esprimere in questo modo: il primo incontro avviene nel buio, in piena notte; il secondo incontro avviene al crepuscolo fra il giorno e la notte; il terzo incontro avviene in pieno giorno, sei pienamente sveglio, all’erta, tutto è chiaro. Ora sai che hai finito con l’esteriore. Questo non significa che lascerai tua moglie o tuo marito, semplicemente non c’è più l’infatuazione. Certamente la donna che ti ha aiutato finora è una grande amica, l’uomo che ti ha portato fin qui è un grande amico: proverai riconoscenza. Comincerai a essere grato e compassionevole nei confronti dell’altro. È sempre così: la comprensione porta con sé la compassione. All’inizio, comincerai a sentire che il tuo interesse nell’altro si sta allentando. Sarà un fenomeno fievole, oscuro, come guardare attraverso un vetro scuro, in un mattino molto nebbioso. Poi, le cose diventano un po’ più chiare, come in un sogno; la nebbia non è così fitta. E infine sei completamente sveglio. È accaduto: la donna interiore ha incontrato l’uomo interiore. La bi­po­larità non esiste più, di colpo sei uno. La schizofrenia è scomparsa; non sei più diviso.
Con questa integrazione diventi un individuo. Prima non lo sei, sei una folla: sei molte persone insieme… All’improvviso l’ordine torna dentro di te. E quando tu sei in ordine, l’intera esistenza è in ordine. Quando sei un individuo – quando la tua divisione è scomparsa e tu sei di nuovo integro – allora ogni cosa sarà integra. Sembrerà molto paradossale, eppure dev’essere detto: l’individuo è l’universo. Quando sei diventato un individuo, all’improvviso ti accorgi di essere l’universo. Finora hai pensato di essere separato dall’esistenza. Adesso non puoi più farlo.

Alcune cose ancora: vi ho detto che il muladhara dev’essere rilassato, solo allora l’energia si può muovere verso l’alto, verso l’interno. E verso l’interno e verso l’alto significano la stessa cosa; verso l’esterno e verso il basso hanno lo stesso significato. L’energia si può muovere verso l’interno o verso l’alto solo quando il muladhara è rilassato. Quindi la prima cosa da fare è rilassare il muladhara.
Tu mantieni il tuo centro sessuale molto teso. La società ti ha reso molto consapevole del tuo centro sessuale: ti ha fatto diventare ossessionato dal sesso, e così lo trattieni, strettamente. È facile accorgersene: stai sempre trattenendo il tuo organo genitale molto strettamente, come se avessi paura di perdere qualcosa, se ti rilassi.
Rilassalo, lascialo a se stesso. Non aver paura: è la paura che crea tensione. Abbandona la paura. Il sesso è bello: non è un peccato, è una virtù. Quando penserai al sesso come a una virtù, sarai in grado di rilassarti. 
Come rilassare lo svadhistana... è il centro della morte: non aver paura della morte. Queste sono le due paure che hanno dominato l’umanità: la paura del sesso e la paura della morte. Entrambe sono pericolose, perché non ti hanno permesso di crescere. Abbandonale entrambe.

Il terzo chakra è manipura; è carico di emozioni negative. Questo è il motivo per cui il tuo stomaco è sottosopra, quando sei emotivamente di­sturbato, il manipura viene immediatamente coinvolto. In tutte le lingue del mondo ci sono espressioni come “non riesco a digerirlo”. È letteralmente vero. Talvolta, quando non riesci a digerire una certa cosa, cominci a sentire nausea; vorresti vomitare. Effettivamente, qualche volta accade – il vomito psicologico. Le emozioni negative: rabbia, odio, gelosia, e così via, sono state tutte represse; il tuo manipura è troppo sovraccarico. Queste emozioni represse non permettono che l’energia salga; hanno l’effetto di una pietra: il tuo passaggio è bloccato. Encounter, Gestalt e simili terapie, operano tutte senza saperlo sul manipura. Esse cercano di provocare la rabbia che è in te, cercano di provocare la tua gelosia, la tua avidità; provocano la tua aggressività, la tua violenza, così che affiori in superficie, venga a galla. Questo ha fatto la società: ti ha abituato a reprimere tutto ciò che è negativo, e fingere che tutto sia positivo. Ebbene, entrambe le cose sono pericolose. Fingere il positivo è falsità, ipocrisia, e reprimere il negativo è pericoloso: è velenoso, avvelena il tuo organismo. 
Il Tantra dice: esprimi il negativo e lascia spazio al positivo. Se insorge la rabbia, non reprimerla; se insorge l’aggressività, non reprimerla. Il Tantra non dice di andare, e uccidere qualcuno. Dice però che ci sono mille modi di esprimere le emozioni represse. Puoi semplicemente andare nella foresta e gridare, urlare – la Terapia Primal non è altro che terapia delle urla, una terapia di scarica, catartica. Primal, Encounter e Gestalt sono di grande aiuto per rilassare il manipura. Una volta che il manipura è rilassato, nasce un equilibrio tra positivo e negativo. E quando positivo e negativo sono equilibrati, il passaggio è aperto; allora l’energia si può muovere verso l’alto.

Il quarto chakra è anahata. Il problema connesso al quarto chakra è il dubbio. Se sei una persona dubbiosa, il tuo quarto chakra resterà chiuso. La fiducia lo apre. Quindi qualsiasi cosa crei il dubbio distrugge il tuo cuore. È il chakra del cuore, l’anahata. La logica portata all’estremo, le argomentazioni, la troppa razionalità – troppo Aristotele in te – tutte queste cose distruggono l’anahata. La filosofia, lo scetticismo lo distruggono. Se vuoi aprire l’anahata devi avere più fiducia. La poesia è più utile della filosofia, e l’intuizione è più utile della ragione, e sentire è più utile che pensare. Quindi dovrai spostarti dal dubbio alla fiducia, solo allora il tuo anahata si aprirà, e sarà in grado di ricevere l’energia maschile dal manipura. Anahata è femminile. Con il dubbio si chiude, con il dubbio diventa frigido, inaridisce; non può essere penetrato dall’energia maschile. Con la fiducia si apre
.
Poi viene il quinto chakra: visuddha. La non–creatività, l’imitare, lo scimmiottare, tutto ciò danneggia questo centro. Visuddha viene distrutto dal copiare. Non essere un imitatore, non essere solo una copia. Non tentare di diventare un Buddha o un Cristo. Guardati dai libri come L’Imitazione di Cristo di Tommaso da Kempis. Stai attento. Nessuna imitazione ti sarà d’aiuto. Visuddha viene distrutto dalla non–creatività, dall’imitazione; ed è rinforzato dalla creatività, dall’espressione, dal trovare il tuo stile di vita, dall’avere abbastanza coraggio per “fare le tue cose”. Arte, canto, musica, danza, inventiva – tutte cose utili. Sii inventivo – qualsiasi cosa tu faccia, cerca di farla in un modo nuovo. Mettici un po’ di individualità, mettici davvero la tua firma. Anche pulire il pavimento, cuocere il cibo, può essere fatto in modo personale. Puoi mettere creatività in tutto ciò che fai; dovrebbe essere così. Se sei creativo visuddha si aprirà.

E solo quando visuddha si apre, l’energia può salire ad ajna, il centro del terzo occhio, il sesto chakra.  Questo è il processo. Prima pulisci ogni centro, purificalo, stai attento a ciò che può danneggiarlo, e aiutalo a funzionare in modo naturale. I blocchi vengono rimossi… l’energia scorre.

Oltre il sesto c’è sahasrara, turiya, il loto dai mille petali. E allora fiorisci.
L’uomo è un albero: muladhara è la radice e sahasrara è la fioritura. Il fiore è sbocciato, la tua fragranza si libera nel vento. Questa è l’unica preghiera; questa è la sola offerta ai piedi del divino. Dei fiori presi a prestito non serviranno, né serviranno fiori rubati agli alberi; tu devi fiorire e offrire i tuoi fiori.  Questa è la mappa interiore dell’alchimia del Tantra. L’energia può cominciare a muoversi in ogni momento; tu devi solo portare un po’ di meditazione nel tuo fare l’amore, un po’ di interiorità. Il Tantra non è contrario al fare l’amore, ricorda. Questo va ripetuto sempre e di nuovo. È completamente a favore, ma non si limita a questo. È il primo gradino della scala, una scala a sette gradini. L’uomo è una scala. Il primo gradino è il sesso e il settimo gradino è sahasrara – il samadhi. Il primo gradino è unito al samsara, il mondo, il settimo al nirvana, ciò che è oltre. Con il primo gradino, ti muovi in un circolo vizioso di nascite e morti; ripetitivo.
Con il settimo gradino, vai oltre la nascita e la morte. La vita eterna è tua… 

tratto da: Osho, Tantra: la Comprensione Suprema ed. Bompiani

martedì 26 luglio 2022

Ombelico e Coraggio

 


Una situazione di paura viene sentita prima di tutto nel centro nell'ombelico. Pertanto, più lasci perdere le tue paure e più quel centro si risana; e più pratichi il coraggio, più quel centro si sviluppa. Più cresce in te il coraggio, più si risana e si rafforza il tuo centro nell'ombelico, e il tuo contatto con la vita si approfondisce. Ecco perché i grandi meditatori in tutto il mondo hanno sempre considerato il coraggio come una virtù essenziale nel ricercatore; il coraggio non ha nessun altro significato, il suo significato è solo questo: restituire al centro nell'ombelico tutta la sua vitalità; il coraggio è solo uno strumento per favorire lo sviluppo del centro nell'ombelico. 
Osho

lunedì 25 luglio 2022

Consapevolezza

 



Quando sorge un pensiero, resta un puro spettatore, un testimone. Guarda il pensiero che passa, osservalo, lascia che attraversi il tuo essere, ma non attaccartici in nessun modo. Se è un pensiero omicida, non dire fra te e te: questo è un pensiero cattivo; perché nel momento stesso in cui definisci il pensiero, in qualche modo ti ci sei attaccato e ti sei distratto. Se ciò avviene, quel primo pensiero, per associazione, ti condurrà ad altri pensieri. Buono o cattivo che sia il pensiero, rimani un puro testimone. All’inizio, ciononostante, è inevitabile che tu ti distragga molte volte. Allora che fare? Se ti distrai, distraiti; non preoccupartene, se no la preoccupazione di evitare di distrarti può diventare un’ossessione. Non preoccupartene, resterai distratto per qualche minuto, e poi d’improvviso ti ricorderai: “Mi sono distratto”. E tornerai indietro. Non sentirti depresso. Non dire: “È male”, perché allora reintroduci il dualismo di bene e male. Ti sei distratto? Va bene, accetta la cosa e ritorna alla consapevolezza. Anche con le distrazioni non creare conflitti. 
Osho

domenica 24 luglio 2022

Alberi

 



Nell’esistenza esiste un equilibrio: questi alberi sono tuoi fratelli e tue sorelle, non è una questione di dominio. Tu esali anidride carbonica, loro la inalano. Loro esalano ossigeno, tu lo inali. È una relazione davvero profonda… Non puoi esistere senza gli alberi, né gli alberi possono esistere senza di te; la vostra esistenza è profondamente radicata nella reciprocità. 
Osho

sabato 23 luglio 2022

Amicizia

 



AMICIZIA
Pitagora dice:
Scegli
Un amico vero
Ascolta i suoi nobili consigli
cogli la sua presenza
non lasciarlo per una
incomprensione di poco conto.
Tu non puoi scegliere tuo padre, tua madre,
la tua famiglia, ma puoi scegliere l'amico
Tu puoi scegliere la tua donna,
puoi scegliere il tuo uomo:
anch'essi sono un'estensione dell'amicizia.
Scegli qualcuno che abbia grazia
che abbia una qualità intorno a sé
che abbia un forte campo energetico intorno a sé
uno nella cui compagnia
improvvisamente senti un grande benessere,
uno le cui vibrazioni
fanno danzare qualcosa in te
uno la cui presenza
ti aiuta a volare in alto.
 Osho

venerdì 22 luglio 2022

IL SESSO DOPO L'ILLUMINAZIONE

 



“BELOVED OSHO,
QUANDO HAI DETTO CHE NON SEI IN CASTITÀ, SONO RIMASTO SCIOCCATO. CREDEVO CHE TU AVESSI TRASCESO IL SESSO. PERCHÈ QUESTO MI DISTURBA?

(...) Quando mi sono illuminato anche io avevo questa l'idea, vecchia di secoli, che dopo l'illuminazione si trascende il sesso. Così per un paio di giorni ho aspettato la trascendenza. Non è arrivata; al contrario, l'erba era più verde. Le donne erano più belle che mai, perché i miei occhi erano limpidi.
(...) E ho amato molte donne - la mia illuminazione non è cambiata. Ho creato un evento storico! In futuro, non ci si aspetterà più da nessun uomo illuminato di essere celibe. Ho rischiato molto. Ma in un certo senso, dopo l'illuminazione qualcosa è trasceso, non il sesso, ma la sessualità. Dopo l'illuminazione non sono stato in grado di guardare negli occhi di nessuna donna con sessualità. Io non ho fatto nulla, non posso prendermene il merito. L'intera esperienza dell’illuminazione ha cambiato molte cose. Anche fare l'amore con una donna oggi è completamente diverso, assolutamente diverso, non ha alcun rapporto col modo in cui facevo l’amore quando non ero illuminato. Non era amore, era solo un bisogno biologico, chimico, attrazione ormonale. Era solo una specie di schiavitù; era un bisogno, ed ero posseduto dalla necessità. Tale necessità è scomparsa. Ora fare l'amore con una donna è solo puro divertimento - e non ho mai sentito dire che si trascende il divertimento dopo l'illuminazione.
Anzi, solo dopo l'illuminazione si può davvero amare.
(...)
Se l'illuminazione non ti fa trascendere la fame, la sete, la minzione, allora perché dovrebbe farti trascendere il sesso? Il sesso è parte di tutto il tuo essere, non è qualcosa di separato. Si mangia, si beve, si fa esercizio. Il tuo corpo non ha nulla a che fare con la tua illuminazione; il corpo funzionerà nello stesso modo. Si creerà sangue, si creerà sperma. Come può l'illuminazione farti trascendere il sesso? Dovrai smettere di mangiare, di bere. In realtà, dovrai smettere di respirare; solo allora ci sarà una trascendenza - nella tua morte. Il sesso è un fenomeno naturale. (...) Il celibato è innaturale - almeno fino all'età di quarantadue anni. Tra i quattordici anni e i quarantadue anni, il celibato è assolutamente innaturale, e se ti forzano a rimanere celibe, diventerai solo un pervertito. La tua energia sessuale troverà altre strade. È molto semplice .... (...) Sì, dopo l'illuminazione c'è un enorme cambiamento. Per me, questo è trascendenza. Ciò non significa che si smette di fare l'amore. Ciò significa semplicemente che non è più una necessità, non sei più schiavo del sesso. Nei momenti in cui vuoi giocare con l'energia, puoi fare l'amore. E se anche l'altra persona ha la stessa qualità, o anche se solo si sta muovendo nella stessa direzione, il vostro amore diventerà meditazione.”


Osho

giovedì 21 luglio 2022

Solitudine

 


Solitudine e silenzio sono due aspetti della stessa esperienza, due lati della stessa medaglia. Se vuoi fare l’esperienza del silenzio, devi andare nella tua totale solitudine. È lì che si trova.

Nasciamo da soli, moriamo da soli. Tra queste due realtà, creiamo mille illusioni di essere insieme – relazioni di ogni tipo, amici e nemici, amori e odi, nazioni, razze, religioni. Creiamo allucinazioni di ogni tipo solo per evitare il fatto che siamo soli. Ma, qualunque cosa facciamo, la verità è quella; è così e, invece di cercare di sfuggirla, la cosa migliore è di gioirne.

Essere capaci di gioire della propria solitudine è il vero significato della meditazione. Il meditatore è uno che si immerge profondamente nella sua solitudine, sapendo che nasciamo da soli, moriremo da soli, e nel profondo viviamo da soli. Allora perché non provare che cos’è questa solitudine? È la nostra natura, la nostra essenza. Osho