Il sesso, per Osho, è l'energia primaria e fondamentale
dell'essere umano, ha una natura divina. Le religioni storiche lo hanno sempre
condannato e represso causando danni incalcolabili all'umanità. La sessualità
assolve tuttavia una pura funzione biologica e arriva un momento in cui
dev'essere trascesa. In un'intervista al giornalista Enzo Biagi, Osho affermò
che
« tutti gli animali sono esseri sessuali, solo l'uomo ha il
privilegio di avere qualcosa di più elevato: non il semplice incontro di due
corpi, ma l'incontro di due anime, e questo è l'amore. L'amore può contenere in
sé il sesso, il sesso non può inglobare in sé l'amore. Il sesso è una cosa
minuscola, l'amore è vasto e tremendo, può esistere anche senza il sesso. Un
rapporto d'amore non deve necessariamente implicare il sesso. Anzi, per
esperienza posso dire che più ci si eleva oltre il sesso e più si inizia a
gioire di una comunione spirituale con un amico, una donna, un uomo. Da quello
stato di comunione il sesso sembra così distante, così vittima della biologia,
se confrontato con la libertà che dà l'amore, con la crescita e l'espandersi
che continua ad avere, che è possibile non desiderare più di scendere nelle
valli oscure della sessualità. Ma io non impongo limiti di nessun tipo. Dico
semplicemente che quando l'amore cresce in profondità, il sesso impallidisce. E
quando l'amore raggiunge la sua estrema fioritura, il sesso scompare. Diventa
una cosa infantile. »
L'amore, dunque, è la vera trasformazione dell'energia sessuale,
ma accade solo quando il sesso viene accettato e vissuto come una cosa naturale
e non ripudiato. Più ci si eleva spiritualmente, più la sessualità diminuisce:
alla fine vi è un culmine in cui questa energia fluisce verso l'alto diventando
compassione e amore. Secondo Osho, il sesso è il livello energetico più basso,
il divino è il livello più alto. In un profondo stato di consapevolezza, di
presenza totale e amore, è possibile trasformare la sessualità in un'esperienza
di meditazione e beatitudine. L'amore infatti è la sostanza intima dell'universo,
della vita, è Dio stesso, e abbandonarsi ad esso amando incondizionatamente
diviene un'esperienza estatica.
Vi sono persone amorevoli e vi sono persone non amorevoli: le
persone non amorevoli fingono di essere amorevoli attraverso la relazione; le
persone amorevoli non hanno bisogno di avere una relazione, è sufficiente
l'amore di cui sono colme. La relazione sentimentale è una reciproca illusione,
una prigionia che nasce dal bisogno di essere amati e dall'incapacità di stare
soli, e con essa si cerca di dare un senso alla propria vita. Entrare in
comunione con l'esistenza fa invece sorgere l'amore assoluto come stato
interiore, che consente di donare amore senza pretendere nulla né sacrificare
la propria e l'altrui libertà. Osho fece anche una serie di riflessioni sul
rapporto di coppia e venne sprezzantemente definito il "guru del
sesso" dalla stampa internazionale dopo che i suoi discorsi
scandalizzarono la società conservatrice.
L'amore come stato interiore
Per Osho l'amore reale è proprio essere amore, non è una
relazione, è uno stato dell'essere, il più alto picco della consapevolezza, che
viene chiamato “lo stato del risveglio” o “lo stato di illuminazione” (ossia
quello di un Gautama il Buddha): tu sei pieno, straripante d'amore e non puoi
che condividerlo con chiunque. Occorre – sosteneva – dare amore sempre e
comunque, "come un imperatore", senza preoccuparsi che quell'amore
venga ricambiato (l'esistenza ti ricompenserà lautamente), e non invece
reclamare amore "come un mendicante". L'amore è una condizione del
proprio essere, non una relazione, e sorge in uno stato di assoluta libertà e
solitudine estatica. Amare significa dare senza alcun desiderio di
contraccambio, di restituzione, senza condizioni, senza nessun tipo di
richiesta, anzi, provando un senso di riconoscenza per chi ha accettato il tuo
amore.
Le tre dimensioni dell'amore
Per Osho, la relazione d'amore può avere tre dimensioni. Una è
la dipendenza, nella quale vive la maggioranza della gente: la moglie dipende
dal marito, il marito dipende dalla moglie, si sfruttano e si dominano a
vicenda, si possiedono a vicenda e riducono l'altro ad una merce. Ecco perché
quest'esperienza, che dovrebbe portare gioia, si trasforma in un inferno. La
seconda è l’indipendenza, anche questo tipo di relazione produce infelicità
perché il conflitto è costante: entrambi vivono nei propri spazi, sono quasi
indifferenti al partner e più attaccati alla propria libertà che non all'amore.
La terza possibilità è l’interdipendenza. Accade di rado, ma in questo caso
"una parte di paradiso cade sulla terra". Si tratta di due persone né
dipendenti né indipendenti, ma in profonda sincronia tra loro, come se
respirassero l'uno per l'altra, un'anima in due corpi. Solo in questo caso è
amore.
L'amore come devozione
Osho sostiene che l'ego è la causa di tutte le follie, è
"malattia", e si può dissolvere in un solo modo: quando l'amato
diventa talmente importante che tu lentamente ti dissolvi e scompari in esso.
In questo caso sei disposto a morire – e anche a vivere – per lui (o per lei),
perché è diventato il senso della tua vita. Nei momenti più elevati di questa
comunione gli amanti possono avere bagliori di devozione, perché l'amante
scompare e l'amato diventa Dio. Nella devozione ci si arrende completamente
all'altro (che può essere un amante, un maestro, una divinità, più o meno
reali, più o meno degni, questo è irrilevante). Solo in amore è possibile avere
intuizioni di libertà. Quando ami, infatti, acquisisci "un'invisibile
libertà": agli occhi degli altri potresti apparire uno schiavo, – si può
apparire vicendevolmente schiavi, – ma in realtà si spalanca per entrambi un
cielo di libertà sconfinata in cui dissolversi, che dona consapevolezza. Al
contrario, è possibile essere fisicamente liberi ma trovarsi in una prigione
perché non si ha nessun cielo in cui volare. L'amore è libertà, e quando
diventa devozione, resa totale, è libertà assoluta.
Osho
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