mercoledì 29 aprile 2020

COME MANTENERE UNO STATO DI VIBRAZIONE POSITIVA



Inizia a fare spazio nella tua vita per la bellezza e l’abbondanza che ti spettano di diritto. Ricorda quanto sei potente. Non è abbastanza sognare e desiderare; devi davvero essere disposto ad agire sia a livello interiore che esteriore nella direzione della creazione della vita dei tuoi sogni.
Devi anche essere abbastanza costante e disciplinato da seguire i rituali quotidiani che ti manterranno in uno stato di vibrazione positiva, controparte del futuro che desideri. Dunque, prenditi l’impegno di fare queste cose ogni giorno. Integra questi rituali nella tua routine quotidiana:


1. Inizia ogni giornata dedicando almeno 5 minuti alla concentrazione della mente su desideri, obiettivi e intenzioni. Mettiti comodo, chiudi gli occhi e visualizza tutti gli obiettivi e i desideri come se fossero già realtà. Senti davvero dentro di te le emozioni di quella realtà. Visualizza la giornata nel modo esatto in cui vorresti andasse.


2. Utilizza i tuoi strumenti ogni giorno. Libri delle visioni, diario della gratitudine, simbolo della gratitudine e affermazioni ti forniranno tutti un’ispirazione esteriore tangibile e sposteranno in maniera
positiva il tuo campo energetico. Impegnati a utilizzare davvero questi strumenti quotidianamente, e applicali nella tua vita.


3. Inizia a prestare attenzione a quanto spesso durante la giornata hai delle risposte emotive che non sono allineate con il tuo scopo o con la creazione della vita che desideri. Ogni volta che ti accorgi di ciò, agisci. Cambia pensieri e sensazioni, rivolgendoti a quelli che costituiscono una controparte vibrazionale adatta a ciò che vuoi attrarre. Rimani concentrato sulle cose che ti arrecano gioia, e mantieni positive le tue aspettative.


4. Ricorda l’importanza della gratitudine e della riconoscenza in tutte le aree della vita. Prenditi del tempo, ogni giorno, per collegarti a Dio e a te stesso.


5. Intraprendi ogni giorno delle azioni che siano allineate con il tuo scopo, gli obiettivi e i desideri. Sii consapevole e attento. Agisci a seconda delle idee inspirate. Fidati delle tue emozioni e delle tue
intuizioni. Presta attenzione e rispondi ai feedback che esse ti inviano. Fai ogni giorno dei passi avanti verso i tuoi sogni.


6. Riconosci che la Legge d’Attrazione opera nella tua vita. Riconosci le prove del suo effetto e ringrazia. Più lo farai, più essa funzionerà, semplicemente. Rimani saldo rispetto al tuo scopo e alla visione che hai creato per il futuro, e aggrappati a essi con tutto te stesso. Mantieni ogni tua azione in allineamento con tuo scopo ultimo, e mantieni pure le tue intenzioni. Attrarrai cose incredibili e belle.


Dunque, non temere, divertiti e sii disposto ad assumerti alcuni rischi. Punta in alto, e sappi che l’Universo ti sostiene in ogni modo.



(Jack Canfield - La Chiave della Legge di Attrazione)

http://faregruppo.blogspot.it/2015/08/come-mantenere-uno-stato-di-vibrazione.html

martedì 28 aprile 2020

Benvenuta MIUI 12: ecco tutte le novità e gli smartphone che la riceveranno ufficialmente

Oggi 27 aprile è il gran giorno per la MIUI 12, la nuova versione della personalizzazione Android firmata Xiaomi che è stata appena ufficializzata. Andiamo subito a vedere le principali novità introdotte per la versione cinese della MIUI 12, in parte anticipate dai rumor dei giorni scorsi.

Nuove animazioni

La MIUI 12 è stata rivista dal punto di vista grafico e l’aggiornamento coinvolge anche le animazioni di sistema e delle app. Qui sotto ne avete un chiaro esempio:

Gesture di navigazione

Anche le gesture di navigazione sono state aggiornate, ora sono molto più coerenti con quelle proposte da Android 10 stock. Eccone un esempio nel video qui sotto:

Nuovo design dell’interfaccia utente e animazioni per Always On

Come anticipato nei giorni scorsi, la MIUI 12 proporrà delle animazioni per la modalità Always On. Inoltre, sono stati implementati degli aggiornamenti grafici per l’interfaccia utente.

Multi-window e Picture-in-Picture

La nuova MIUI 12 apporta anche novità per la modalità multi-window e Picture-in-Picture. Il video presente qui in basso riassume le nuove funzionalità.

Funzionalità per fitness

La nuova versione della MIUI integra un’interfaccia inedita per il rilevamento delle attività fisiche e un rilevatore del sonno nativo. Qui sotto avete delle anteprime per la versione cinese della MIUI 12.

Tempi di rilascio

Xiaomi ha confermato quali modelli di smartphone riceveranno il major update alla MIUI 12 in Cina. Li elenchiamo di seguito:
A questi dispositivi si aggiungono anche quelli targati Redmi:
I tempi di rilascio sono indicati in slot: il primo, che si avvierà il prossimo giugno, coinvolgerà la famiglia Mi 10, Mi 9, Redmi K30 e Redmi K20. A seguire, ci saranno altri due slot in cui verranno aggiornati i dispositivi che leggete nell’immagine qui in basso. Ancora non sono state indicate le tempistiche per i secondi due slot.
Aggiungi didascalia

Nelle liste non troviamo Xiaomi Mi 10 Lite, Mi 9T e Mi 9T Pro e Pocophone F1. Precisiamo che queste sono le liste ufficializzate per il mercato cinese, presumiamo che quelle relative ai mercati europei varieranno leggermente e potrebbero includere anche i due dispositivi appena citati. Lo stesso dicasi per le tempistiche di aggiornamento, sicuramente vedremo la MIUI 12 successivamente al rilascio nel mercato cinese. Vi terremo aggiornati sui prossimi ulteriori sviluppi.
https://www.androidworld.it/2020/04/27/benvenuta-miui-12-tutte-le-novita-gli-smartphone-la-riceveranno-ufficialmente-video-foto-712342/

lunedì 27 aprile 2020

Avere chiaro il proprio Omega

AVERE CHIARO IL PROPRIO OMEGA - Visione Alchemica | Visione Alchemica

 
Nell'alfabeto greco Alfa è la prima lettera, Omega l'ultima. Essi possono avere diversi significati analogici. Oggi voglio parlare in particolare della lettera Omega e delle sue applicazioni a nostro vantaggio nel processo di focalizzazione dei nostri obiettivi. Nella Vita è importante avere chiari i propri obiettivi al fine di concentrarvi le energie che permetteranno di raggiungerli.
Il problema è che molte persone avrebbero pure degli obiettivi ma non hanno sviluppato la capacità di mantenere l'attenzione focalizzata in direzione della loro realizzazione. In altre parole, queste persone tendono a perdere di vista, a non avere chiaro il proprio Omega.
Avere chiaro cosa si vuole realizzare, dove si vuole arrivare, nel corso della propria Vita è di FONDAMENTALE importanza al fine di non perdersi cammin facendo nei meandri insidiosi di una mente incontrollata. Tenere il proprio sguardo fisso all'orizzonte per non perdere mai di vista il proprio Omega ci consentirà di non perderci nelle nebbie delle indecisioni quando si naviga nel mare in tempesta agitato dalla nostra stessa paura di non farcela.
Manifestare con chiarezza i propri obiettivi è sicuramente il primo passo ma, per evitare di disperdere energie e risultare incoerenti, bisogna anche focalizzare la propria attenzione e gran parte della propria giornata in direzione dell'obiettivo stesso.
Vivere avendo chiaro il proprio Omega e mantenendo la propria attenzione COSTANTEMENTE focalizzata su di esso, ci consentirà di dirigere maggiori energie verso l'obiettivo prefissato avvicinandoci, al contempo, alla meta prestabilita. Tutto il resto verrà da se in quanto, come già sapete (vedi mio articolo La legge dell'attrazione), IL PENSIERO CREA LA REALTA'. Cos'è il pensiero? ENERGIA PURA CHE CONDENSA LA MATERIA.
Spetta a noi, ovviamente, decidere cosa fare materializzare nella nostra realtà attraverso il pensiero. Dopo aver conosciuto la potenza racchiusa dietro ad un pensiero, è necessario mantenere il proprio focus su di esso. Al resto ci penserà la legge dell'attrazione facendo sì che i pensieri ai quali abbiamo dato più energia si materializzino, facendoci ottenere ciò su cui ci saremo focalizzati in maniera prevalente.
Ecco perchè è così importante pensare nel modo giusto mantenendo, al contempo, la propria attenzione focalizzata sul proprio Omega! Solo in questo modo si eviteranno inutili dispersioni di energie nonchè "regali" indesiderati. Cosa volete di più dalla vostra Vita? Ve lo siete mai chiesti?
E' importante porsi le giuste domande nella Vita, avendo coscienza che solo così si potranno realizzare i propri sogni. Le domande, infatti, aiutano a rendere chiari i propri obiettivi e a dirigere il proprio focus nella direzione giusta, quella che ci farà raggiungere il nostro Omega nel minor tempo possibile col minimo dispendio energetico.
Se, viceversa, non si hanno chiari i propri obiettivi nè, tantomeno, il proprio Omega, ci si sentirà svuotati quanto demotivati e si rischierà di rimanere fermi allo stesso punto per parecchio tempo, se non per tutta la Vita. Voi avete una Vita da sprecare? Spero di no! Mi auguro abbiate la forza di trovare le vostre motivazioni che vi spingano a raggiungere il vostro Omega per poter vedere finalmente realizzato ciò che vi sta più a cuore.
E' tutto questione di strategia, non solo di focus. Bisogna cominciare col porsi la giusta domanda perchè, attraverso di essa, si stimolerà il proprio cervello a dare una risposta che verrà estratta dal proprio subconscio. E' nel subconscio, infatti, che conserviamo i nostri sogni, i progetti che intendevamo realizzare fin da bambini e, in generale, tutto ciò che ci potrà dare il giusto stimolo per vivere e realizzare appieno le proprie potenzialità.
A ciascuno il proprio Omega quindi. Solo avendo chiaro il punto di arrivo si potrà conoscere l'esatta distanza percorsa fino a quel momento dal punto di partenza sprecando meno risorse energetiche possibili. Quando si crede in qualcosa, bisogna andare avanti per la propria strada senza sentire le altrui ragioni. Ricordatevi bene: CI SARA' SEMPRE QUALCUNO CHE AVRA' QUALCOSA DA RIRIDE, QUALSIASI AZIONE VOI COMPIATE. TANTO VALE FARE CIO' CHE VI PIACE, LA GENTE AVRA' COMUNQUE QUALCOSA DA OBIETTARE.
Una volta che ci si pone la domanda giusta e ci si focalizza sul proprio Omega, non si conosceranno ostacoli nè limitazioni di sorta in quanto, proprio in quel momento, si sarà attinto al massimo potenziale energetico disponibile ad ogni essere umano quando è in linea col proprio obiettivo. Buon focus e buona Vita!
Vincenzo Bilotta
http://vincenzobilotta.blogspot.it/2014/06/avere-chiaro-il-proprio-omega.html

venerdì 24 aprile 2020

Imitare se stessi


 

 

Ognuno di noi è unico, irripetibile creazione del Divino. Pochi lo sanno e riescono a riconoscerlo. ecco perchè si è sempre scontenti di se e si cerca qualcosa allo scopo di migliorare, un aiuto esterno che ci renda diversi, migliori, più belli. Ciò non avverrà mai in quanto tutto ciò di cui abbiamo bisogno si trova al nostro interno, non viceversa.

Il non riconoscere la propria unicità è frutto dell'educazione ricevuta durante l'infanzia. Essa ci ha fatto credere che per essere delle "brave persone" bisogna soddisfare le altrui aspettative e, per ciò stesso, ci ha fatto credere di essere imperfetti e sbagliati. Da qui la nascita della falsa necessità di migliorarsi per soddisfare gli altri.
Tutto ciò ha creato una società di eterni insoddisfatti, di individui che guardano con invidia i patrimoni, le donne e, in generale, i successi altrui invece di lavorare su di se allo scopo di realizzarne di propri. IL SUCCESSO, INFATTI, PARTE DA UN'ACCETTAZIONE DI SE E DELLE PROPRIE POTENZIALITA' E NON, COME CI HANNO FATTO CREDERE, DAL SEGUIRE LE ALTRUI STRADE CHE NON CI APPARTENGONO PROPRIO PER NULLA.
Con ciò non significa che non si possono prendere ad esempio persone di successo come stimolo per il raggiungimento dei propri obiettivi. Ciò non è sbagliato, anzi può costituire il trampolino di lancio, lo sblocco a tutte le nostre paure e la spinta verso la realizzazione di tutti gli obiettivi che ci stanno più a cuore.
Prendere ad esempio gli altri non significa perdere se stessi come punto di riferimento. Il successo altrui può essere preso come spunto per migliorare la nostra Vita in tutti i settori, siano essi finanziario, relazionale o sportivo. Basta non perdere di vista la propria identità.
Ognuno di noi, come ho avuto già modo di dire all'inizio di questo articolo, è unico ed irripetibile. Il processo educativo ci fa credere di essere sbagliati e, spesso, reprime le nostre reali potenzialità creative perchè NON SI CONFORMANO AGLI STANDARD RICHIESTI DA QUESTA SOCIETA' DI AUTOMI CASTRATI A LIVELLO PSICOLOGICO ATTRAVERSO IL PROCESSO "EDUCATIVO".
Occorre imitare se stessi per raggiungere l'eccellenza. Per imitazione di se intendo lo sviluppo delle proprie capacità creative UNICHE E SOLE ED IRRIPETIBILI! Nessuno è come noi, nessuno potrà mai esserlo. Per essere unici, però, occorre uscire dal gregge, smettendo di belare e facendo sentire la propria vera voce, sia essa un ruggito o un semplice grido di libertà.
Per vivere imitando se stessi, bisogna smettere di far contenti gli altri, fregandosene di ciò che potranno pensare di noi. DOPOTUTTO CAPITA SPESSO CHE LA GENTE SIA PORTATA A PARLARE ALLE SPALLE PER QUALSIASI AZIONE DA NOI COMPIUTA. TANTO VALE, A QUESTO PUNTO, FARE CIO' CHE CI PIACE, SENZA DOVER PIU' CONTENTARE ALTRI AL DI FUORI DI NOI. TANTO LE PERSONE PARLERANNO LO STESSO.
Cominciamo a lasciare il pensiero di testa iniziando, al contempo, ad ascoltare il nostro cuore. Esso è la nostra guida interiore, l'unico che sa ciò di cui abbiamo bisogno per essere realmente liberi e felici! Nessun altro lo sa! Abbandoniamo il pensiero di testa, smettiamo di pensare in maniera convenzionale e cristallizzata, usciamo dagli schemi, diventiamo dei novelli Giordano Bruno.
Solo così potremo cominciare ad imitare noi stessi e raggiungere la tanto agognata libertà a cui ogni essere umano mira potenzialmente ma che pochi riescono a raggiungere all'atto pratico. Se cominciamo a vedere gli ostacoli, rischieremo di fermarci in quanto gli avversari saranno tanti: la mente con le sue insidiose paure, gli amici, l'educazione, il partner, i genitori etc. 
Per sviluppare appieno le nostre potenzialità creative e poterle finalmente attivare allo scopo di raggiungere tutti gli obiettivi di successo nella nostra Vita, occorrerà fare pulizia sia dentro di noi, attraverso il costante lavoro su di se, che al nostro esterno, allontanando chi, lungi dal volere il nostro bene, è solo un parassita invidioso pronto a sabotare i nostri successi.
Non esitate, quindi, ad allontanare chi non vuole il vostro bene ma fa soltanto i suoi interessi dicendovi continuamente ciò che è giusto e ciò che è sbagliato per voi. Queste persone sono solo zavorre per il vostro processo evolutivo. Che siano poi parenti, amici o il vostro partner, poco importa. Siete chiamati ad operare una scelta: O VOI O LORO. 
Se sceglierete voi, scoprirete come l'aver eliminato alcune persone dalla vostra Vita, vi consentirà d'intessere rapporti con altre persone molto più interessanti e che potranno aiutarvi nella realizzazione dei vostri progetti. Se, invece, avete paura di rimanere isolati, in questo caso sappiate fin da adesso che rinuncerete alla libertà e all'evoluzione al solo scopo di soddisfare le altrui aspettative, tutto ciò in linea col copione educativo impartitovi dall'alto da persone che spesso, lungi dal volere il vostro bene, mirano solo al soddisfacimento dei propri interessi.

mercoledì 22 aprile 2020

Autorevolezza, autostima, integrità


  Per molti motivi, nella nostra infanzia, non ci siamo sentiti sostenuti, o rispettati, o amati e questo ha lasciato dentro di noi un piccolo pozzo vuoto che ancora oggi cerchiamo di riempire... 
Da un articolo di Deepti Canfora apparso su Osho Times n 248
Abbraccia te stesso
Un piccolo pozzo vuoto
Per molti motivi, nella nostra infanzia, non ci siamo sentiti sostenuti, o rispettati, o amati e questo ha lasciato dentro di noi un piccolo pozzo vuoto che ancora oggi cerchiamo di riempire.
Una parte di noi oggi teme di ritrovarsi in quella situazione emotiva dolorosa in cui si è sentita sola, senza sostegno, umiliata e giudicata; una parte di noi ha paura di non ricevere o di perdere l’amore e l’approvazione.
Essere amati, essere sostenuti, essere “visti”, essere rispettati sono alcuni dei bisogni essenziali che ogni bambino desidera siano appagati e, inspiegabilmente, una volta adulti, continuiamo a cercare di soddisfarli. Perché?
In noi adulti continua a vivere quel bambino, costantemente e spesso in modo disordinato, alla ricerca: un bambino piccolo in attesa che la vita soddisfi i suoi bisogni.
Senza rendercene conto organizziamo e conduciamo la nostra vita nella continua ricerca di qualcosa che riempia quel pozzo vuoto.


Il nostro coinquilino
Questa ricerca affannosa, spesso impedisce l’affermazione di noi stessi e compromette la nostra autorevolezza; il nostro “coinquilino”, cioè il nostro bambino interiore, è sempre pronto a fare qualsiasi cosa per poter ottenere ciò di cui crede di aver bisogno e, spesso, per ottenerlo rinuncia alla sua integrità.
Una scarsa stima di se stessi ha radici in questa ricerca ossessiva di soddisfare questi bisogni.
Ancora adesso, da adulti, rincorriamo quella approvazione, quel rispetto, quell’amore di cui sentiamo la mancanza e, inconsciamente, abbiamo paura di sentirci umiliati, come se li dovessimo mendicare.
Rinunciamo ad affermare noi stessi per mantenere il “quieto vivere”, per paura di non essere approvati, per paura di rompere l’armonia, per paura del giudizio negativo e, di conseguenza, per paura di perdere il rispetto degli altri o il loro sostegno e il loro amore.
Non siamo in grado di costruire, riconoscere e mantenere un assetto solido e stabile di autostima.


L’anelito
L’autostima ha le sue radici in un terzo corpo sano e vibrante.
Il terzo chakra è orientato all'azione e ci aiuta ad affermarci come individui unici. 
La sua chiave è l'integrità e favorisce l’indipendenza e l’autorevolezza.
È questa energia che, se fluida e consapevole, ci muove nel mondo, ci per-mette di agire, di prendere decisioni e di farci rispettare.
Ma questa energia può essere stata compromessa quando eravamo bambini; probabilmente nel passato, quando abbiamo affermato noi stessi, siamo stati, in modo esplicito o in modo meno dichiarato, sgridati, disapprovati, redarguiti e non ci siamo sentiti sostenuti, approvati, rispettati e amati; ci siamo così sentiti “sbagliati” e a volte abbiamo provato vergogna.
Ci trasciniamo la stessa vergogna anche in età adulta...
Alla base di tutto ciò c’è un malinteso.
Da piccoli sicuramente il nostro benessere necessariamente non poteva che arrivare da fuori: il cibo e le carezze della mamma, la protezione del papà, l’interesse e l’affetto dei nonni…
Tutto questo può non essere arrivato o anche, semplicemente, essere arrivato in tempi diversi rispetto ai nostri desideri ed è da questa insoddisfazione drammatica che comincia a scavarsi il nostro piccolo pozzo vuoto.
Il meccanismo che continua a muoverci è dato da questa inconsapevole “fame” di ottenere amore, attenzione e sostegno... Una sorta di avidità senza fine che ci sconnette dal nostro terzo chakra..
E, ormai adulti, siamo ancora convinti che amore, protezione, attenzione, affetto debbano arrivare dall’esterno, da qualcuno o da qualcosa, e che se non arrivano, soffriremo, falliremo, rimarremo soli.
Così, proprio come abbiamo fatto da piccoli, barattiamo la nostra integrità e l’affermazione di noi stessi, sperando di avere in cambio ciò a cui tanto aneliamo.

Nessuno oltre a noi
Ma non c’è nessuno al di fuori di noi che potrà mai soddisfare questo anelito.
Perché non c’è nessun altro, al di là di noi stessi, in grado di farlo.
La mancanza della consapevolezza che soltanto noi possiamo dare a noi stessi l’amore che desideriamo, ha distorto l’energia del nostro terzo chakra e ci troviamo a oscillare tra momenti di lotta dove ci battiamo per ottenerlo e momenti di crollo dove ci sentiamo senza speranza.
Per ottenere approvazione, rispetto, amore rinunciamo alla nostra integrità; in questo modo, però, finiamo per ferire, erodere e ledere la nostra autostima. Mettiamo in mano agli altri la nostra integrità e così la nostra autostima dipende da ciò che gli altri pensano di noi.
Così finisce per diventare importante, anzitutto, il parere degli altri, il giudizio che arriva da fuori; conseguentemente, questo influenza il giudizio che abbiamo di noi stessi e il nostro senso di autostima si spegne ed è sostituito da un surrogato, una fragile “esostima” precaria, che crolla molto facilmente al modificarsi di comportamenti e di opinioni degli altri.
Da questi presupposti non siamo in grado di cogliere tutto ciò che l’esistenza ci offre; siamo così presi dal voler raggiungere amore e approvazione a ogni costo che non riusciamo a ricevere quello che in realtà ci è dato.
È un copione scritto tanti anni fa in cui ancora continuiamo a recitare le stesse battute.

Una via semplice
Se noi impariamo ad amarci, a rispettarci, ad accettarci per quello che siamo, non sarà più necessario barattare la nostra integrità per ricevere l’amore che meritiamo.
Quando inizieremo a vedere quanto il passato continui a influenzare il nostro presente, quanto le nostre scelte e decisioni siano dettate dalle nostre esperienze relazionali con i nostri genitori, potremo imparare ad avere fiducia in noi stessi e, di conseguenza, negli altri.
Noi abbiamo già in noi tutto quello che ci serve; se apriamo gli occhi e il cuore possiamo imparare a riconoscere l’amorevole generosità dell’esistenza.
La via, semplice, che Osho ci indica è di vivere fuori dal programma del nostro passato. 

Continua su Osho Times n. 248



Deepti Canfora, con Osho dal 1975, è creatrice del metodo Methaphysical Dance e della tecnica di stretching profondo (Deep Stretching) e fondatrice della Associazione Metaphysical Academy di Milano.
Per maggiori informazioni sul suo lavoro: www.deepticanfora.com

https://www.oshoba.it//index.php?id=articoli_view_x&xna=303





martedì 21 aprile 2020

Australia: Tony Rinaudo, l'uomo che fa rinascere le foreste in Africa











Si chiama Tony Rinaudo e fa l'agronomo.

Nel tempo libero pianta alberi, e l'ha fatto per 30 anni.

Alla fine di questo tormentato 2018 volevo una storia bella e questa e' una di quelle, silenziose e piene di speranza; dove una persona sola puo' fare tanto, con quello che ha e che e'.

Nel giro di 30 anni Tony ha riforestato un area di 6 milioni di ettari, cioe' Piemonte, Lombardia e Veneto messi insieme nell'enorme continente oceanico.

In totale fanno 240 milioni di alberi, che ha curato e seguito con una tecnica da lui stesso inventata.

Tony Rinuado e' di Myrtleford, Victoria, in Australia. Da giovane si trasferi' in Niger, uno dei paesi piu' poveri del mondo. Era il 1981, e cerco' di piantare alberi qui, per conto di un gruppo di missionari, World Vision Australia.

I contadini locali praticavano un agricoltura "intensiva" nel senso che ogni centimetro era dedicato a piante, ma la terra era desolata ed arida, e i raccolti scarsi. Anche i suoi sforzi di piantare alberi per due anni furono vani.

I contadini vedevano il loro raccolto diminuire di stagione in stagione. La terra era semplicemente morta.

E cosi Rinuado cambio' tattica. Invece di piantare alberi noto' che c'erano piccoli cespugli selvatici che crescevano sponataneamente e che venivano spesso tagliati dai contadini per far spazio ad altro,
nella speranza di aumentare i propri raccolti, o per ricavarne legna da ardere.

Decise allora di dedicare energia e tempo per curare questi cespugli, con l'idea che visto che era l'unica cosa che cresceva se li si aiutava un po, forse si sarebbero ingraditi,  e avrebbero aiutato l'ecosistema.

Mise a punto una tecnica, oggi nota come Farmer Managed Natural Regeneration (FMNR) che parte da principi tanto semplici quanto logici: aiutare comunita' povere a rigenerare terre aride partendo da cio' che cresce spontaneamente.  Vengono usate vecchie pratiche in cui cespugli ed arbusti vengono tagliati per far legna, ma in modo che  non muoiano, assicurandone un ciclo vitale ottimale, e in cui gli alberi stessi vengono piantati e potati in modo da ottimizzarne la crescita, l'esposizione al sole e l'accesso all'acqua.

Rinaudo divenne noto come il "contadino scemo bianco" - ''the crazy white farmer'' ma lo stesso convinse dieci altri contadini dell'area a seguire il suo esempio: cioe' invece che abbattere questi cespugli, di aiutarlo a farli crescere.

Arrivo' la siccita';  questo convinse altri contadini a partecipare all'esperimento, e invece che tagliare gli arbusti, di curarli. Non avevano nulla da perdere. Grazie a questi cespugli che pian piano diventavano veri e proprio alberi piano piano l'ecosistema cambio'.

In meglio.  
I campi degradati divennero piu produttivi, grazie agli alberelli che davano ombra, aiutavano con le radici a trattenere acqua, rendevano il terreno piu' fertile ed evitavano l'erosione. E con campi, anche il pascolo del bestiame ne giovo'.

Campi dove c'erano uno o due o zero alberi per ettaro, ora ne hanno circa quaranta. La voce si sparse e tutt'a un tratto tutti i contadini volevano alberi nei propri campi.

A Rinaudo diedero un altro soprannome, l'uomo che sussurra agli alberi.

Sono passati trent'anni e appunto, sono stati rigenerati 240 milioni di alberi partendo dal Niger, e poi in tutto il mondo, dalla Somalia all'East Timor, dall'Indonesia alla Birmania. E' un metodo a basso rischio, a basso costo, ottimale per contadini che vivono in zone povere e che temono interventi iniziali troppo drastici. Tony Rinaudo e' ancora all'opera, ed oggi e' il Natural Resource Advisor di World Vision Australia.

Dice che per iniziare l'investimento il costo e' di due dollari. Il costo di un taglierino per far si che germogli di alberi possano crescere e per curarli da subito.

Rinaudo e' stato invitato a raccontare la sua storia al meeting mondiale sui cambiamenti climatici in Polonia, dicendo a tutti che gli alberi migliorano l'agricoltura, riducono le temperature, mantengono acqua nel terreno, assorbono anidride carbonica. Piantarli e curarli lo si puo' fare ovunque, anche in zone dove la temperatura raggiunge i 40 gradi ogni giorno  come mostra il suo esempio.
Qualche giorno fa gli e' stato assegnato il Right Livelihood Awards uno dei piu' grandi premi ambientali del mondo.

Ci sono due miliardi di ettari di terreni degrati al mondo; riforestarli non sarebbe una cattiva idea.

Ma il questo ultimo giorno del 2018,  il mio messaggio e': non occorre andare in Niger e dedicare 30 anni della propria vita a far nascere foreste.

Possiamo tutti far qualcosa per il pianeta, ogni santo giorno, con dedizione ed amore.

Al signor Tony Rinaudo, grazie.


http://dorsogna.blogspot.com/2018/12/australia-luomo-che-fa-rinascere-le.html

lunedì 20 aprile 2020

DANNI DA CIBO COTTO


di Franco Libero Manco

Gli alimenti che non si possono mangiare crudi non erano destinati a nutrirci

Vi sono 700.000 forme di vita animale, nessuna tranne l’uomo mangia cibo cotto.
Il nostro organismo trasforma un cibo morto in materia vivente con un dispendio notevole di energie vitali sottraendole all’economia delle nostre difese immunitarie.

La cottura distrugge circa il 70% dei principi nutritivi.

Oltre 45 gradi vengono distrutti gli enzimi e le vitamine  termolabili ( B1, B2, B5, B9, C, A e E), le proteine da 60 gradi in poi iniziano a flocculare, i grassi si ossidano, i minerali da organici diventano inorganici, cioè dalla forma colloidale si trasformano in cristalloidi, sostanze inerti inutilizzabili dall’organismo umano.

Un seme cotto non germina più, un uovo fecondato se lessato non darà mai un pulcino. La vita è allo stato di crudità.

Con il cibo cotto si indeboliscono le nostre difese immunitarie e forse in questo risiede la nostra grande vulnerabilità alle infezioni.
La cottura non solo è dannosa per gli organi digestivi ma per l’intero organismo in quanto vengono alterate le combinazioni tra sostanze nutritive e di scarto.

Se il cibo che introduciamo è un cibo povero di nutrienti necessari anche il nostro organismo sarà tale. Le molte sostanze vitali andate perse con la cottura e la conservazione  saranno perse anche per il nostro organismo.

IN SINTESI: LA COTTURA…
– distrugge il corredo vitaminico, specie delle vitamine termolabili: enzimi, ormoni, antiossidanti naturali: elementi che sono alla base delle difese naturali dell’organismo;
– cambia ciò che era organico in inorganico rendendolo inutilizzabile dall’organismo; specialmente le vit. del gruppo B e C solubili in acqua, si dissolvono alla prima cottura;
– causa grande perdita di minerali solubili, dal 20 al 70%;
– la cottura a vapore produce una perdita dal 22 al 43%;

– produce acido urico che danneggia lo stomaco, intestini, reni, fegato, polmoni, cuore, causando artrite, reumatismi, gotta, cancro.

Il cuoco arrostisce, bolle, cuoce in umido, aggiunge salse, intingoli, sostanze aromatiche e poi mescola e mescola fino a che della sostanza iniziale, totalmente contraffatta, non è più possibile riconoscere il gusto, il colore, l’aroma.

Il cibo cotto è un cibo che non esiste in natura: adatto ad un popolo destinato a non esistere.

Camuffare la morte, il sapore e il truce aspetto della salma di un animale questa è in sintesi la professione del cuoco.
Più uno chef  è rinomato e famoso, più spavalde, arroganti, avventurose e blasfeme saranno le sue proposte e le sue modificazioni, le sue macchinazioni infernali sul cibo, elaborate in costante contraddizione con le esigenze salutistiche di chi dovrà consumare le sue taroccate opere d’arte culinaria.
Caratteristica peculiare e imprescindibile del cuoco è quella di tenere in totale dispregio le esigenze digestive-assimilative del suo cliente.
I benefici del cibo crudo
– il cibo crudo richiede masticazione: esercizio essenziale per i denti;
– la necessaria masticazione assicura un’insalivazione appropriata;
– la necessità di masticare ci consente di assaporare pienamente il sapore del cibo,
questo assicura l’appropriato adattamento ad esso dei succhi gastrici;
– il cibo crudo preserva i denti e lo stomaco dai danni del cibo cotto;
– i cibi crudi posseggono le giuste proporzioni tra sostanze nutritive e quelle di scarto;
– i cibi crudi tendono ad impedire dannose combinazioni di alimenti;
– i cibi crudi posseggono vitamine, enzimi, sali, acidi, carboidrati, proteine, e grassi in forma organica, cioè altamente assimilabili;
– i cibi crudi non possono essere facilmente adulterati così come oggi avviene per i cibi inscatolati;
– il cibo crudo non fermenta rapidamente;

– la dieta cruda fa risparmiare energie, tempo e lavoro.

L’alimentazione cruda contrasta l’acidificazione del sangue, combatte putrefazioni intestinali e fermentazioni, si oppongono ai radicali liberi e all’uricemia, riduce il colesterolo Ldl, fluidifica il sangue, contrasta gli sbalzi glicemici,  combatte l’obesità;  migliora le funzioni intellettive; dà maggiore lucidità mentale; favorisce il rinvigorimento generale; depura l’organismo, assicura una migliore digestione; favorisce la luminosità della pelle e degli occhi e maggiore resistenza alle fatiche; potenzia le difese immunitarie; allevia la depressione; accelera la guarigione; ritarda il processo di invecchiamento.
(Dati tratti dai libri di Valdo Vaccaro)
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CITAZIONI

Prof. Byron Tyler: “Gli alimenti cotti sono alimenti morti. Il cibo cotto
è la più grande maledizione umana”.
Lucrezio: “Il cibo cotto è stata la causa dell’indebolimento della razza umana e dell’accorciamento della vita”.
Diogene dice che i greci persero vigore da quando iniziarono a consumare carne di bue e di maiale.
Seneca: “Ti lamenti delle troppe malattie? Conta quanti sono i cuochi”.
Marco Porcio Catone: “L’alimentazione frugale e il cavolo crudo hanno tenuto lontani i medici per 6 secoli da Roma”
Gesù, nel Vangelo Esseno della Pace: “Non uccidete col fuoco gli alimenti che portate alla bocca perché dagli alimenti morti viene la morte e dagli alimenti vivi viene la vita”.
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Pare che usare il peperoncino 4 volte a settimana riduca il rischio di morte del 23% rispetto a chi non ne fa uso; di infarto del 40% e di ictus del 60%.
Leonardo da Vinci con l’amico Sandro Botticelli gestivano un’osteria “Le 3 rane”. Le  raccomandazioni ai commensali prevedevano: “Non mettere bocconi mezzo masticati nel piatto del vicino; non sputare davanti a se; non leccare il vicino; se deve vomitare che lasci la tavola”.

sabato 18 aprile 2020

‘Madre Natura’ al contrattacco: gli elefanti africani si stanno evolvendo senza le zanne per difendersi dai bracconieri


Nel corso del tempo, molti animali si sono adattati al loro ambiente per evitare il pericolo e i predatori naturali. Sembra che gli elefanti abbiano iniziato ad adattarsi in reazione alla caccia da parte dei bracconieri per le loro zanne. Oggi, quasi un terzo della popolazione femminile di elefanti è priva di zanne.
Molti animali sono veri maestri del travestimento, gli orsi polari e le volpi artiche sono alcuni esempi. Entrambi si sono adattati per mimetizzarsi nell’ambiente in reazione ai predatori. Tuttavia, oltre che dai predatori naturali, molti animali devono preoccuparsi di essere cacciati dagli esseri umani; essendo gravemente minacciati dai bracconieri, sembra che anche gli elefanti si stiano adattando.
Secondo National Geographic, alcuni scienziati in Mozambico stanno indagando a fondo i tratti genetici di elefanti nati senza zanne nonché le conseguenze di questa caratteristica. Una volta, le femmine di elefante mozambicane senza zanne erano tra il 2 e il 4%, proporzione ora cresciuta a quasi un terzo della popolazione femminile di elefanti.
L’esperto di comportamento degli elefanti ed esploratore del National Geographic, Joyce Poole, ha spiegato che il bracconaggio ha un’evidente influenza sugli elefanti, non solo rispetto alle dimensioni della popolazione, ma anche in termini di evoluzione.
A Gorongosa, la caccia ha dato agli elefanti che non hanno sviluppato zanne un vantaggio biologico, spiega Poole, dato che i bracconieri cacciano gli elefanti con le zanne e risparmiano quelli che non ne hanno. Il che significa che gli elefanti senza zanne avranno più probabilità di arrivare ad avere figli, i quali, a loro volta, se non hanno zanne, avranno più chanches di continuare la specie. E così via.
E il fenomeno non è limitato al Mozambico. All’inizio degli anni 2000, il 98% delle 174 femmine di elefante nell’Addo Elephant National Park in Sudafrica non aveva zanne. Come scritto dagli scienziati, è una chiara dimostrazione della pressione esercitata dalla caccia e di come influenzi una popolazione provocando rapidi adattamenti evoluzionistici.

http://www.politicamentescorretto.info/2018/12/02/madre-natura-al-contrattacco-gli-elefanti-africani-si-stanno-evolvendo-senza-le-zanne-per-difendersi-dai-bracconieri/ 

venerdì 17 aprile 2020

In Portogallo energia pulita al 100%.


Energia pulita? Si può. Lo scorso marzo l’energia prodotta da fonti rinnovabili ha superato la richiesta del Paese.

Arriva un record dal Portogallo. E non ha a che fare con Cristiano Ronaldo, primo nome e argomento che ai più viene in mente se si parla della nazione lusitana. Questa volta il record ha a che fare con la sfera ambientale. Con le fonti di energia rinnovabili.

In Portogallo le rinnovabili superano il consumo totale.

Marzo 2018 sarà ricordato come il mese in cui l’energia pulita prodotta da fonti rinnovabili ha superato la richiesta totale del fabbisogno del Paese iberico.
Entriamo più nel dettaglio.
Risultati immagini per pale eoliche a sobral
Pale eoliche a Sobral de Monte Agraco, in Portogallo
Calcolando la media mensile, si è andati a constatare che la produzione di energia derivante dal sole, piuttosto che dal vento, è stata superiore (il 103%), e quando non lo è stato – ad esempio mercoledì 7 marzo – ha comunque raggiunto il confortante dato dell’86%.
Numericamente, sono 4812 i GW prodotti contro i 4647 richiesti.
Non è corretto, tuttavia, parlare di un exploit. Dietro questo successo ambientale ci sono anni di progressi del settore, di investimenti, di aggiornamenti e sperimentazioni sul campo. Già da 3-4 anni si sono registrati percentuali vicine al 90% del fabbisogno mensile del Portogallo, segno di un costante progresso. Adesso se ne raccolgono i frutti.
Nel dettaglio, i maggiori contributi derivano dall’idroelettrico – che da solo vale più della metà dei dell’energia pulita prodotta – e l’eolico, garantito dai venti che spirano incessanti dall’Oceano Atlantico.
E non ci si vuole fermare qui.
Spostando il naso un po’ più in là, si stima che entro l’anno 2025 si smetterà di utilizzare il carbone per la produzione energetica, ed entro il 2040 le energie rinnovabili saranno sufficienti a soddisfare – sempre, costantemente – il fabbisogno del Portogallo, andando drasticamente ad intervenire sulle emissioni di CO2.

Energia pulita in Italia?

Come i lusitani, anche il Bel Paese sta investendo in maniera massiva sulle rinnovabili, e condivide con lo Stato iberico la prospettiva del carbon free del 2025.
Tuttavia si è ancora lontani dal traguardo portoghese (e da altri Stati ad onor del vero, si pensi alla Penisola scandinava o alla Scozia, con percentuali anche qui vicine alla perfezione): allo stato attuale dalle fonti di energia alternative si copre solo un quinto della richiesta.
Estendendo il focus ai Paesi aderenti all’Unione Europea – comunque – l’Italia è il terzo Stato che genera energia pulita, con più di 10 punti percentuali, dopo Germania e Francia. Ma soprattutto è in linea con le direttive europee e con gli obiettivi fissati per il prossimo triennio.

giovedì 16 aprile 2020

Samso, la città danese che dimostra che l’indipendenza energetica è possibile


samsoSamso è un’isola di 114 chilometri quadrati davanti allo Jutland, in Danimarca. La sua peculiarità? E’ la prima isola completamente indipendente sotto il profilo energetico, alimentata esclusivamente attraverso fonti rinnovabili e a bassa emissione di anidride carbonica. Una scelta che non solo l’ha reso il lembo di terra meno impattante a livello europeo, ma che ha pure salvato l’economia del luogo, che negli anni ’90 pareva destinato a trasformarsi in un’isola in via di spopolamento a causa della diminuzione dei posti di lavoro nella pesca e nell’agricoltura tradizionale.

IN DIECI ANNI RIDOTTE DEL 60% LE EMISSIONI.
La svolta di Samso arriva nel 1997, quando il governo danese lancia un bando per le isole del paese: agevolazioni fiscali in cambio di un piano per trasformare l’isola in un luogo a impatto zero. A Samso approvano un piano di investimenti da 28 milioni di euro, finanziati anche attraverso cooperative costituite dai cittadini. Per prima cosa viene costruito un parco eolico offshore composto da 10 turbine che si innalzano al largo della costa del Mare del Nord, mentre altre 11 vengono istallate sulla terraferma. Poi iniziano i piani di ammodernamento delle abitazioni: ogni casa riveste il proprio tetto di muschio per evitare la dispersione di calore e istalla dei pannelli solari per autoprodurre parte dell’energia necessaria. Il restante viene ottenuto dalle biomasse. Se nel 1997 l’isola produceva ogni anno 11 milioni di tonnellate di CO2, oggi queste sono crollate a 4,4 milioni. Così, nel giro di sei anni, nel 2003, Samso ha potuto annunciare di aver completato la riconversione dell’isola, divenuta energeticamente indipendente ed ecosostenibile, con quattro anni di anticipo sui 10 anni inizialmente previsti.
COME LA RICONVERSIONE ENERGETICA HA RILANCIATO L’ECONOMIA. Nella misura in cui era possibile, tutti i lavori e le costruzioni sia delle materie prime necessarie che di costruzione e istallazione degli accorgimenti energetici, sono stati affidati a cooperative di cittadini. Nove turbine eoliche su undici sono possedute dagli agricoltori, mentre le restanti due sono nelle mani di cooperative energetiche locali. Inoltre, uno dei quattro sistemi di riscaldamento è posseduto direttamente dai cittadini tramite l’azionariato popolare. Una serie di misure che hanno permesso che la riconversione verde dell’isola si trasformasse in un beneficio anche economico per i cittadini: oggi i 28 milioni di euro investiti sono interamente rientrati alla comunità, metre nell’isola si è fortemente ridotta la disoccupazione e si è fermata la fuga dei cittadini verso la terraferma che negli anni ’90 pareva mettere a rischio la stessa esistenza dell’isola. Risultati che permettono a Samso di progettare la sua nuova rivoluzione: risolvere anche il problema della mobilità, ancora troppo dipendente dal petrolio. A questo fine si sta già lavorando per la progressiva introduzione di impianti a idrogeno per i mezzi di trasporto, sia pubblici che privati.
QUANDO ECOLOGIA FA RIMA CON DEMOCRAZIA. A rendere preziosa l’esperienza di Samso non sono solo i risultati ecologici raggiunti, ma anche e soprattutto il modo con cui essi sono stati realizzati. L’aspetto veramente rivoluzionario del progetto di Samso è che per essere messo in pratica si è coinvolta l’intera comunità, che è stata partecipe in ogni aspetto decisionale ed attuativo di questa svolta. Troppo spesso – e in Italia lo sappiamo bene – i progetti di riconversione energetica vengono affidati ad aziende che hanno in mente solo il business, mentre agli abitanti del luogo rimangono solo il ronzio ed il fastidio visivo delle pale eoliche, le quali non contribuiscono nemmeno a ridurre i costi della bolletta. A Samso si è dimostrato che è possibile una nuova via dove, nella riconversione della città, ambiente e beni comuni diventano una stessa cosa, con benefici per tutti. Certo si tratta di una esperienza nata su una piccola isola, per di più all’interno di uno stato già di per sé molto avanzato per quanto riguarda queste tematiche, ma sicuramente rappresenta la testimonianza pratica che attraverso scelte coraggiose ed il coinvolgimento dei cittadini nella gestione della città si possono ottenere grandi risultati.
http://www.dolcevitaonline.it/samso-la-citta-danese-che-dimostra-che-lindipendenza-energetica-e-possibile/

mercoledì 15 aprile 2020

Anche gli alberi hanno un cervello



 



di
 Damiano Fedeli su Panorama


 


Le piante hanno una «testa pensante» con la quale comunicano, prendono decisioni, ricordano perfino. Alcuni ricercatori italiani sono stati tra i primi a scoprirlo.
La prossima volta che vi capiterà di osservare un albero, o anche solo un cactus della terrazza, certo li guarderete con occhio diverso. Perché le piante, dalla quercia più imponente al fiore più esile, hanno una «testa pensante»: riflettono, si scambiano informazioni o avvertimenti, prendono decisioni. E il loro cervello segreto è nelle radici.

Una verità che Charles Darwin aveva già sospettato e che viene confermata dalla scienza. Su ogni singola punta delle radici (il nome è apice radicale) c'è un gruppo di cellule che comunica usando neurotrasmettitori, proprio come i nostri neuroni; e queste cellule elaborano e rispondono alle informazioni che arrivano qui da tutta la pianta.

Ciascun apice è autonomo, ma può anche coordinarsi con gli altri. Un vero e proprio cervello diffuso il cui funzionamento a rete ricorda quello di internet, e che permette agli alberi non solo di comunicare, ma persino di avere una memoria e una sorta di autocoscienza.

La scoperta è di un gruppo di ricercatori delle Università di Firenze e di Bonn e rappresenta una svolta in ciò che finora si sapeva sui vegetali. È nata persino una nuova scienza, la neurobiologia vegetale, di cui si è tenuto di recente a Firenze il primo congresso internazionale.

Gli studiosi della nuova disciplina hanno dato vita alla Society for plant neurobiology e a una rivista, Plant signaling & behavior (comunicazione e comportamento delle piante). Nel capoluogo toscano sta poi per nascere il primo laboratorio al mondo per questa materia, destinato a diventarne centro di riferimento.

«Le ricerche degli ultimi quattro anni hanno portato prove che le piante si comportano come esseri intelligenti. Il rischio per noi è stato che si equivocasse una ricerca scientifica solida con credenze popolari che hanno diffuso una serie incredibile di sciocchezze» avverte Stefano Mancuso, del dipartimento di ortoflorofrutticoltura dell'Università di Firenze.

«La neurobiologia vegetale è nata qui e all'Università di Bonn, con il team di Frantisek Baluska, dell'Istituto di botanica molecolare e cellulare. Abbiamo scoperto che in ciascun apice radicale c'è una zona, detta di transizione, le cui cellule hanno caratteristiche neuronali. Mettono cioè in atto una trasmissione sinaptica identica a quella dei tessuti neurali animali».

L'impulso scorre nel cervello della pianta attraverso molecole, i neurotrasmettitori, molti dei quali sono gli stessi con cui comunicano i neuroni animali. «In questi apici troviamo glutammato, glicina, sinaptotagmina, gaba, acetilcolina. Ci siamo chiesti: che cosa ci stanno a fare, se le piante non hanno una trasmissione sinaptica?» racconta il ricercatore. Se era noto che i vegetali producono sostanze attive neurologicamente, come caffeina, teina o cannabina, la scoperta di neurotrasmettitori ha evidenziato l'attività neurale.

Anche il ruolo del più importante ormone vegetale finora conosciuto, l'auxina, è stato ridefinito. Baluska: «Permette alla pianta di accrescersi o di emettere nuove radici ed è un neurotrasmettitore specifico dei vegetali, molto simile alle nostre melatonina o serotonina».

«È tempo di dare il benvenuto alle piante nel novero degli organismi intelligenti» afferma Peter Barlow, della School of biological science dell'Università di Bonn. Una prova di «intelligenza vegetale», del resto, è il comportamento in caso di difficoltà. Le piante agiscono infatti con lo stesso sistema prova-errore degli animali: davanti a un problema procedono per tentativi fino a trovare la soluzione ottimale di cui, poi, si ricordano quando si presenta una situazione simile.
Se per esempio manca acqua, aumentano lo spessore dell'epidermide, ne chiudono le aperture, gli stomi, evitando la traspirazione. Riducono poi il numero di foglie aumentando quello delle radici per esplorare zone vicine.

Viene da chiedersi, però, se non si tratti di stimoli puramente meccanici. «No, si tratta di un comportamento intelligente» sostiene Mancuso. «Se le radici dovessero solo trovare acqua, potrebbe essere automatico. Ma devono anche cercare ossigeno, nutrienti minerali, crescere secondo il senso della gravità, evitare attacchi.

E valutare quindi contemporaneamente le comunicazioni chimiche che le piante si scambiano attraverso l'aria e la terra: messaggi sullo stato di salute o sui parassiti. Se sono attaccate da patogeni, comunicano alle simili della stessa specie con gas e sostanze volatili che c'è un pericolo, invitandole ad aumentare le difese immunitarie. I vegetali, così, dimostrano di essere anche sociali».

Sociali ma non necessariamente socievoli. Essendo esseri territoriali, le piante si mandano segnali del tipo «qui ci sono io», emettendo sostanze disciolte nel terreno. Le radici intercettano le comunicazioni, capiscono se hanno vicino una pianta della stessa specie, e in tal caso la reazione è blanda, oppure se è un'avversaria, e allora diventano aggressive fino a lanciare sostanze velenose.

Tenendo conto di tutti questi stimoli l'apice decide cosa fare. Decisione che viene anche dal ricordo: una pianta che ha già affrontato un certo problema è in grado di rispondere in modo più efficiente. «Questa caratteristica» ricorda Mancuso «era nota: si parlava di acclimatazione. Per esempio, l'olivo a ottobre-novembre si modifica per affrontare l'inverno. Finora lo si spiegava come una risposta meccanica alle variazioni ambientali. In realtà la pianta decide di farlo quando sente le condizioni che ha memorizzato».

Le piante hanno anche una certa coscienza di sé. Diversi esperimenti hanno mostrato che, prendendone due geneticamente identiche, due cloni, e mettendole accanto, quella che è messa in ombra dall'altra si muove alla ricerca di luce. Se invece si accorge di essere essa stessa a farsi ombra con un ramo, nulla accade.

Ma tutte le piante sono ugualmente dotate? Un filo d'erba ha lo stesso Q.I. di una quercia centenaria? «È possibile che ci siano piante più intelligenti, ma ancora non lo sappiamo» riconosce Mancuso. «Per misurare il quoziente intellettivo di un ratto lo si mette in un labirinto e si guarda quanto impiega ad arrivare al cibo.
Si è visto che una radice di mais inserita in un labirinto la cui meta era dell'azoto ci arrivava senza sbagliare, trovando la via più corta: in questo caso si tratta di organi di senso più raffinati».

«Siamo appena all'inizio di una rivoluzione nel nostro modo di pensare alle piante» commenta Dieter Volkmann, del gruppo di Bonn. Questi studi, oltre a rivoluzionare le conoscenze sulle piante, hanno ricadute anche sull'uomo. I neuroni verdi possono fungere da modello per sperimentare terapie contro malattie degenerative del sistema nervoso, come il morbo di Parkinson e di Alzheimer.

«Gli animali vengono utilizzati, e con successo, in questo tipo di studi. Usare le piante non è però un regresso nella scala evolutiva» dice Mancuso. «Una cellula neuronale vegetale è sì un modello semplificato di neurone, ma proprio per questo consente di individuarne più facilmente i meccanismi.
Non ci sono problemi di vivisezione e le cellule delle piante sono facilmente trasformabili geneticamente, caratteristiche che potrebbero farne un materiale da laboratorio valido dalla ricerca di base alle applicazioni terapeutiche.

Il Medical research council di Cambridge, il laboratorio di biologia molecolare fucina di premi Nobel, collabora con noi in questo campo». Non è finita: i neuroni delle piante potrebbero presto diventare un modello anche per gli studi sull'intelligenza artificiale.