Samso
è un’isola di 114 chilometri quadrati davanti allo Jutland, in
Danimarca. La sua peculiarità? E’ la prima isola completamente
indipendente sotto il profilo energetico, alimentata esclusivamente
attraverso fonti rinnovabili e a bassa emissione di anidride carbonica.
Una scelta che non solo l’ha reso il lembo di terra meno impattante a
livello europeo, ma che ha pure salvato l’economia del luogo, che negli
anni ’90 pareva destinato a trasformarsi in un’isola in via di
spopolamento a causa della diminuzione dei posti di lavoro nella pesca e
nell’agricoltura tradizionale.
IN DIECI ANNI RIDOTTE DEL 60% LE EMISSIONI. La svolta di Samso arriva nel 1997, quando il governo danese lancia un bando per le isole del paese: agevolazioni fiscali in cambio di un piano per trasformare l’isola in un luogo a impatto zero. A Samso approvano un piano di investimenti da 28 milioni di euro, finanziati anche attraverso cooperative costituite dai cittadini. Per prima cosa viene costruito un parco eolico offshore composto da 10 turbine che si innalzano al largo della costa del Mare del Nord, mentre altre 11 vengono istallate sulla terraferma. Poi iniziano i piani di ammodernamento delle abitazioni: ogni casa riveste il proprio tetto di muschio per evitare la dispersione di calore e istalla dei pannelli solari per autoprodurre parte dell’energia necessaria. Il restante viene ottenuto dalle biomasse. Se nel 1997 l’isola produceva ogni anno 11 milioni di tonnellate di CO2, oggi queste sono crollate a 4,4 milioni. Così, nel giro di sei anni, nel 2003, Samso ha potuto annunciare di aver completato la riconversione dell’isola, divenuta energeticamente indipendente ed ecosostenibile, con quattro anni di anticipo sui 10 anni inizialmente previsti.
COME LA RICONVERSIONE ENERGETICA HA RILANCIATO L’ECONOMIA. Nella misura in cui era possibile, tutti i lavori e le costruzioni sia delle materie prime necessarie che di costruzione e istallazione degli accorgimenti energetici, sono stati affidati a cooperative di cittadini. Nove turbine eoliche su undici sono possedute dagli agricoltori, mentre le restanti due sono nelle mani di cooperative energetiche locali. Inoltre, uno dei quattro sistemi di riscaldamento è posseduto direttamente dai cittadini tramite l’azionariato popolare. Una serie di misure che hanno permesso che la riconversione verde dell’isola si trasformasse in un beneficio anche economico per i cittadini: oggi i 28 milioni di euro investiti sono interamente rientrati alla comunità, metre nell’isola si è fortemente ridotta la disoccupazione e si è fermata la fuga dei cittadini verso la terraferma che negli anni ’90 pareva mettere a rischio la stessa esistenza dell’isola. Risultati che permettono a Samso di progettare la sua nuova rivoluzione: risolvere anche il problema della mobilità, ancora troppo dipendente dal petrolio. A questo fine si sta già lavorando per la progressiva introduzione di impianti a idrogeno per i mezzi di trasporto, sia pubblici che privati.
QUANDO ECOLOGIA FA RIMA CON DEMOCRAZIA. A rendere preziosa l’esperienza di Samso non sono solo i risultati ecologici raggiunti, ma anche e soprattutto il modo con cui essi sono stati realizzati. L’aspetto veramente rivoluzionario del progetto di Samso è che per essere messo in pratica si è coinvolta l’intera comunità, che è stata partecipe in ogni aspetto decisionale ed attuativo di questa svolta. Troppo spesso – e in Italia lo sappiamo bene – i progetti di riconversione energetica vengono affidati ad aziende che hanno in mente solo il business, mentre agli abitanti del luogo rimangono solo il ronzio ed il fastidio visivo delle pale eoliche, le quali non contribuiscono nemmeno a ridurre i costi della bolletta. A Samso si è dimostrato che è possibile una nuova via dove, nella riconversione della città, ambiente e beni comuni diventano una stessa cosa, con benefici per tutti. Certo si tratta di una esperienza nata su una piccola isola, per di più all’interno di uno stato già di per sé molto avanzato per quanto riguarda queste tematiche, ma sicuramente rappresenta la testimonianza pratica che attraverso scelte coraggiose ed il coinvolgimento dei cittadini nella gestione della città si possono ottenere grandi risultati.
http://www.dolcevitaonline.it/samso-la-citta-danese-che-dimostra-che-lindipendenza-energetica-e-possibile/
IN DIECI ANNI RIDOTTE DEL 60% LE EMISSIONI. La svolta di Samso arriva nel 1997, quando il governo danese lancia un bando per le isole del paese: agevolazioni fiscali in cambio di un piano per trasformare l’isola in un luogo a impatto zero. A Samso approvano un piano di investimenti da 28 milioni di euro, finanziati anche attraverso cooperative costituite dai cittadini. Per prima cosa viene costruito un parco eolico offshore composto da 10 turbine che si innalzano al largo della costa del Mare del Nord, mentre altre 11 vengono istallate sulla terraferma. Poi iniziano i piani di ammodernamento delle abitazioni: ogni casa riveste il proprio tetto di muschio per evitare la dispersione di calore e istalla dei pannelli solari per autoprodurre parte dell’energia necessaria. Il restante viene ottenuto dalle biomasse. Se nel 1997 l’isola produceva ogni anno 11 milioni di tonnellate di CO2, oggi queste sono crollate a 4,4 milioni. Così, nel giro di sei anni, nel 2003, Samso ha potuto annunciare di aver completato la riconversione dell’isola, divenuta energeticamente indipendente ed ecosostenibile, con quattro anni di anticipo sui 10 anni inizialmente previsti.
COME LA RICONVERSIONE ENERGETICA HA RILANCIATO L’ECONOMIA. Nella misura in cui era possibile, tutti i lavori e le costruzioni sia delle materie prime necessarie che di costruzione e istallazione degli accorgimenti energetici, sono stati affidati a cooperative di cittadini. Nove turbine eoliche su undici sono possedute dagli agricoltori, mentre le restanti due sono nelle mani di cooperative energetiche locali. Inoltre, uno dei quattro sistemi di riscaldamento è posseduto direttamente dai cittadini tramite l’azionariato popolare. Una serie di misure che hanno permesso che la riconversione verde dell’isola si trasformasse in un beneficio anche economico per i cittadini: oggi i 28 milioni di euro investiti sono interamente rientrati alla comunità, metre nell’isola si è fortemente ridotta la disoccupazione e si è fermata la fuga dei cittadini verso la terraferma che negli anni ’90 pareva mettere a rischio la stessa esistenza dell’isola. Risultati che permettono a Samso di progettare la sua nuova rivoluzione: risolvere anche il problema della mobilità, ancora troppo dipendente dal petrolio. A questo fine si sta già lavorando per la progressiva introduzione di impianti a idrogeno per i mezzi di trasporto, sia pubblici che privati.
QUANDO ECOLOGIA FA RIMA CON DEMOCRAZIA. A rendere preziosa l’esperienza di Samso non sono solo i risultati ecologici raggiunti, ma anche e soprattutto il modo con cui essi sono stati realizzati. L’aspetto veramente rivoluzionario del progetto di Samso è che per essere messo in pratica si è coinvolta l’intera comunità, che è stata partecipe in ogni aspetto decisionale ed attuativo di questa svolta. Troppo spesso – e in Italia lo sappiamo bene – i progetti di riconversione energetica vengono affidati ad aziende che hanno in mente solo il business, mentre agli abitanti del luogo rimangono solo il ronzio ed il fastidio visivo delle pale eoliche, le quali non contribuiscono nemmeno a ridurre i costi della bolletta. A Samso si è dimostrato che è possibile una nuova via dove, nella riconversione della città, ambiente e beni comuni diventano una stessa cosa, con benefici per tutti. Certo si tratta di una esperienza nata su una piccola isola, per di più all’interno di uno stato già di per sé molto avanzato per quanto riguarda queste tematiche, ma sicuramente rappresenta la testimonianza pratica che attraverso scelte coraggiose ed il coinvolgimento dei cittadini nella gestione della città si possono ottenere grandi risultati.
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