È una danza accompagnata da canti festosi che viene inserita
nel programma giornaliero delle quattro festività annuali dell'ashram.
Non prendete la religione sul serio. Potete cantare e
danzare, non c'è bisogno di facce tristi. Troppo a lungo abbiamo vissuto nella
tristezza. Guardate le vecchie immagini di Dio: è triste, e ha creato
malinconia. Ora abbiamo bisogno di un Dio che danza e che ride.
Dovete danzare con spirito estatico. La vostra energia
vitale deve essere un fluire di canti e di risate. Celebrate la vita.
Il Kirtan, preso come tecnica di meditazione, si compone di
tre stadi di 20 minuti l'uno.
"Primo stadio:
Tenendo gli occhi chiusi, danza, canta e batti le mani.
Lasciati coinvolgere totalmente.
Secondo stadio:
Sdraiati e rimani fermo in silenzio.
Terzo stadio:
Di nuovo balla e canta con totale abbandono. Dimentica te
stesso. Lasciati andare.
La meditazione non è una cosa che fai al mattino e poi non
ci pensi più per il resto del giorno. La meditazione è qualcosa che devi
continuare a vivere in ogni momento della tua vita. Mentre cammini, mentre
dormi, quando sei seduto, parli, ascolti: deve diventare un tuo « habitat ».
Rimane sempre in meditazione chi è rilassato, chi si stacca dal passato a ogni
istante. Non agire basandoti su delle conclusioni: queste conclusioni sono i
tuoi condizionamenti, i tuoi pregiudizi, i tuoi desideri, le tue paure e via di
seguito. In breve: ci sei tu di mezzo!
E tu indica il tuo passato; tu significa tutte le tue
esperienze passate. Non permettere che ciò che è morto domini ciò che è vivo,
non permettere che il passato influenzi il presente, non permettere che la
morte annienti la vita: questo è meditazione. In breve: nella meditazione tu
non sei presente. Ciò che è morto non controlla ciò che è vivo.
Osho: Il libro arancione
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