"L'uomo apprende dalla storia comune solo
una piccola parte degli avvenimenti vissuti
dall'umanità, e i documenti storici gettano
luce solo su alcuni millenni."
(Rudolf Steiner)
I
teosofi dicono che la vita e l'umanità si evolvono insieme alla terra, e
questa trasformazione spinge l’evoluzione. Così avviene che i popoli
devono scomparire, però dalle loro ceneri sorgono delle nuove civiltà.
Assieme alle civiltà che sorgono e evolvono vediamo coesistere i resti
di altre civiltà che furono grandi, ma poi entrarono nella fase di
decadenza.
Un
caso simile avvenne dopo la distruzione di Lemuria. Solo una piccola
parte dei Lemuri riuscì a sopravvivere fuggendo verso la salvezza della
terraferma, e da costoro nacque Atlantide. Steiner dice che ogni razza
radicale è destinata a sviluppare una qualità diversa. Ogni razza
possiede una sua qualità peculiare che deve sviluppare in senso fisico,
psicologico e spirituale.
Poiché
i Lemuri avevano conquistato la memoria alla fine della loro civiltà,
vediamo che gli Atlantidi sviluppano meglio questa qualità. Tutte le
evoluzioni sono un intreccio di caratteristiche in progresso e di altre
in regresso. Accanto alla cosa che cresce si affianca sempre l'elemento
che è entrato in decadenza.
Questa
è la regola fissa dell’evoluzione, perciò la vediamo nella vita, nei
singoli e nel destino delle civiltà. Ogni razza radicale inizia a
dimostrare le sue qualità in modo embrionale. Poi quelle qualità si
sviluppano per avere la piena maturazione, infine esse declinano e
degradano nello stadio finale.
Steiner
dice che non si deve credere che le razze evolvono seguendo una linea
separata e netta. Tutte le fasi di ascesa e le fasi di decadenza
avvengono con l'intreccio di elementi che salgono e scendono.
L’evoluzione di Atlantide originò dal ramo più evoluto dei popoli che
avevano sviluppato la memoria, ai tempi finali di Lemuria.
Gli
Atlantidi non avevano facoltà razionali di analisi e calcolo, ma
avevano una memoria eccezionale. Questa fu la caratteristica più
sviluppata che avevano. Ma, Steiner dice che è fatale che mentre si
conquista una nuova facoltà si perda un’altra facoltà posseduta. Perciò
ciò che declina può lasciare lo spazio necessario a ciò che si sviluppa.
Poiché
l’umanità attuale, quella della 5° razza, deve sviluppare il potere
della ragione questa conquista vedrà la perdita della memoria acuta
degli antichi abitanti di Atlantide. Se oggi siamo abituati a pensare
per mezzo di concetti, in quei tempi antichi, si pensava per mezzo di
immagini che sorgevano nella mente.
Quando
l’immagine sorgeva nella mente essa richiamava, per il potere evocativo
della memoria, molte altre immagini dallo stesso significato e senso.
Tutte quelle immagini si presentavano insieme, perché erano collegate
dal significato simile. Questa capacità di associazione fu resa
possibile dalla memoria che associava le immagini.
L’addestramento
della memoria era basilare, infatti l’insegnamento avveniva per mezzo
di una serie di immagini viventi che erano il modello da imitare. Quelle
immagini presentavano l’esempio vivente che i futuri abitanti di
Atlantide dovevano seguire. L’educazione avveniva in modo ripetitivo,
perché s'insegnava sempre quello che si era insegnato.
L’autorità
era una prerogativa concessa a chi aveva accumulato molta esperienza,
perciò solo le persone che avevano molta età ed esperienza erano
considerate autorevoli. Solo dopo una certa età si era adulti, perciò
solo gli anziani entravano nei luoghi in cui si prendevano le decisioni.
Si aveva fiducia di chi aveva molto vissuto e conosciuto, ma così non
era nelle scuole dei misteri dei Lemuri.
Anche
in Atlantide si conservarono le scuole dei misteri e per essere ammessi
non contava età o genere, ma si studiavano le incarnazioni precedenti e
si decideva se il soggetto poteva venire accolto. Chi entrava al
servizio degli dei non veniva selezionato per origine, età, forza fisica
o esperienza personale, ma perché aveva qualità speciali.
Questi
uomini sacri agli dei erano molto rispettati e venerati, perché avevano
accesso ad una sapienza antica e superiore che gli veniva rivelata
dalle divinità. Gli abitanti di Atlantide sapevano come usare le energie
della natura, perciò usavano la forza dei vegetali per estrarre
l’energia che gli occorreva.
Delle
piante si servivano sia per l’alimentazione che per l’industria come
pure per la locomozione. Tutti gli utensili che gli Atlantidi usavano
venivano alimentati con la combustione dei germi del grano. L’energia
vegetale poteva muovere dei piccoli veicoli che volavano a bassa quota: e
questo avveniva perché l’atmosfera terrestre era molto più densa di
quanto non lo sia oggi.
Ma
anche l’acqua è molto cambiata rispetto ad allora, perché anticamente
l’acqua era molto più fluida di adesso: infatti l’acqua si è poi
condensata molto di più. Perciò non potremo mai canalizzare le acque
come fecero gli Atlantidi che assorbivano un’acqua diversa da quella
odierna.
Da
questa acqua, la forza vitale posseduta dal loro corpo sapeva
trasformare le energie necessarie. Essi usavano le forze fisiche in modo
diverso da come facciamo oggi noi uomini moderni. Avevano un concetto
diverso di stanchezza e debolezza del corpo, perché sapevano usare il
corpo a seconda di come gli conveniva e di come volevano.
Gli
Atlantidi vivevano in colonie che abitavano in mezzo alla natura, e
costruivano dei villaggi arborei che sorgevano sopra piattaforme fatte
con rami intrecciati. Tutti gli utensili e strumenti che usavano erano
ricavati dalla natura, perciò la loro vita scorreva in perfetta armonia
con i ritmi naturali.
La
natura era sentita come un bene comune che tutti dovevano proteggere e
venerare, perché tutto ciò che avevano gli veniva dalla natura, perciò
tutto quello che costruivano era considerato un bene pubblico. Tutti
erano felici di contribuire al bene della comunità, perché non c’era il
concetto di proprietà privata.
Gli
Atlantidi avevano tutte le qualità interiori che erano presenti negli
antenati di Lemuria, ma la prima sottorazza di Atlantide ebbe anche uno
sviluppo di sensi e sentimenti che nei Lemuri era assente. In Atlantide
si sviluppò l’attaccamento al ricordo di ciò che avvenne nel passato
perciò gli Atlantidi svilupparono anche il linguaggio.
La
parola fu prodotta per la necessità di voler comunicare quello che si
sentiva interiormente. La capacità di condividere le esperienze fece
sorgere la capacità di dare un nome alle cose che si erano provate o
udite. Nei Lemuri si era sviluppata una memoria embrionale, però la
prima sottorazza atlantica dei Rmoahals sviluppò anche il linguaggio.
Il
linguaggio creò un legame più forte tra gli uomini per merito della
comunicazione. I Rmoahals avevano sempre un profondo legame con la
natura, perciò avevano anche una potente forza primitiva e istintiva. La
loro forza interiore era molto potente, perciò le loro parole avevano
un grande potere magico.
Per
questo motivo, la loro parola aveva più valore che in sottorazze
seguenti. Questo potere andò diminuendo per diventare sempre più debole.
Ma, originariamente, le loro parole avevano il potere di guarire le
malattie, favorire la crescita delle piante, domare gli animali feroci, e
altre cose simili.
Il
linguaggio dei Rmoahals era sacro, perciò non si potevano sprecare le
parole sacre o abusare del potere che esse offrivano. Tutti sapevano
istintivamente che approfittare del potere magico era una trasgressione
che avrebbe causato un danno insanabile. Sul colpevole sarebbe caduta la
rovina, perciò quella possibilità era impensabile!
Però
l'equilibrio finì nella sottorazza successiva ossia nei Tlavatli, che
svilupparono l’ambizione che nei Rmoahals era assente. Presso i Tlavatli
si onoravano le gesta più gloriose del passato e chi le aveva compiute,
perciò si chiedeva il riconoscimento del valore personale. Essi
onoravano gli uomini più forti e ambiziosi, perciò elessero un capo che
fu onorato con una dignità regale.
Nel
popolo dei Tlavatli si cominciarono a onorare gli antenati. Presso
alcune stirpi i morti erano ricordati dai discendenti, perché furono
valorosi. Precedentemente, presso i Rmoahals, erano onorate solo le
azioni che erano compiute al tempo presente. E se allora, le persone si
riunivano per simpatia istintiva, dopo si riuniscono con quelli della
stessa origine.
In
quei tempi diventò possibile che, intorno al più potente si possa
riunire un gruppo di uomini accomunati a compiere la medesima impresa.
Questo tipo di unioni si praticò soprattutto nella terza sottorazza
ossia presso i Toltechi. I Toltechi si riunivano in gruppi e poi in
comunità che si associavano sotto il governo di una sorta di stato la
cui direzione divenne poi ereditaria.
Il
valore degli antenati si trasmetteva ai figli perciò la discendenza
riceveva l’onore riservato ai suoi antenati, poiché le qualità erano
ricevute dai nipoti. Steiner dice che, in quei tempi lontani, gli
antenati avevano realmente il potere di trasmettere le qualità migliori
riversandole nei discendenti, perciò le qualità familiari si
trasmettevano davvero.
L’educazione
rafforzava la venerazione, perciò le immagini delle persone e delle
gesta gloriose venivano usate nella loro educazione che stimolava
l’emulazione mostrando un modello esemplare. Quando un gruppo di
Toltechi si segregava volontariamente portava con sé un ricordo vivente e
tangibile di quello che avevano ereditato nella casa di origine.
La
civiltà tolteca ebbe lo splendore che conosciamo, perché fu descritto
nei racconti di Platone e nelle fonti occulte dei veggenti usate dai
teosofi. La civiltà di Atlantide fu guidata da sovrani di saggezza
superiore, perché avevano un potere e una saggezza che non si
conquistano sulla terra.
Tutta
la vita sociale di Atlantide fu governata dagli iniziati, perché il
loro sovrano non doveva essere solo un condottiero, ma era anche il
massimo iniziato. Ai sovrani fu riservato lo status di esseri superiori,
perché erano messaggeri delle divinità che per loro mezzo governavano.
L’arte di governare era riservata solo agli individui più avanzati che
erano in diretto contatto con le divinità.
Gli
dei si esprimevano per loro tramite, perciò i sudditi erano
completamente sottoposti ai sovrani celesti. E lo erano, perché i
sovrani di Atlantide erano dei signori celesti che venivano addestrati
nei templi. In Atlantide non c'era bisogno di riconoscere questa realtà,
perché ogni gesto del sovrano rivelava la sua natura divina.
Molti
sovrani furono sia grandi reggenti e guide spirituali. Il valore e la
saggezza dell'imperatore offriva un potere immenso e una venerazione
assoluta. Gli insegnamenti che le guide divine ricevevano dagli dei non
avveniva con linguaggio umano e neppure in forma terrena.
Si
narra che la divinità veniva in “nubi di fuoco.” I messaggeri
comprendevano quegli esseri celesti, perché anche loro non appartenevano
completamente al mondo terreno. Molti sapevano di essere solo
temporaneamente al livello terreno, perché solo temporaneamente vivevano
una forma umana però la loro natura era sovrumana. Questi furono i
tempi di cui si narra che gli dei potessero scendere a camminare sulla
terra e potevano parlare con gli uomini.
A
quei tempi, sulla terra vivevano degli esseri che avevano una doppia
natura, perché avevano sia natura umana che divina. Il prestigio che
scaturiva dal potere immenso del divino sovrano e sommo iniziato si può
solo immaginare. Questo mondo crollò quando si sviluppò l’ambizione più
sfrenata e il capriccio dovute all’esaltazione eccessiva della
personalità.
Ma
questo è fatale, dice Steiner, perché avviene sempre che lo stesso
elemento che spinge verso l'evoluzione sia anche l’inizio della
decadenza. Si arrivò ad esaltare la personalità fino a quando
l’ambizione personale fù smodata, perciò non si seguì più il volere
degli dei ma si volle dare soddisfazione al capriccio personale.
Si
iniziò ad abusare del potere magico, e quanto più quel potere aumentava
e tanto più si voleva avere altro potere. E tutto si fece solo per dare
soddisfazione all'interesse personale. L’ambizione e l’esaltazione
della persona causarono l'egoismo che degenerò in prepotenze e violenze
dovute all’abuso del potere.
Ma
gli Atlantidi avevano il potere di dominare le forze naturali, e questo
fu l'errore che riuscì fatale. Fu abusato il potere magico e le leggi
della natura furono perturbate. Si iniziarono a praticare le azioni più
spregevoli usando la magia nera. Steiner dice che, soprattutto ai tempi
della sottorazza seguente ossia tra i Turani primitivi si fecero tutte
queste cose spregevoli.
I
Turani furono un popolo abituato a seguire solo l'ambizione, il
capriccio e l'arbitrio personale. Essi usavano con molta disinvoltura il
potere che le forze occulte più oscure potevano offrire. Furono usate
senza scrupolo le forze oscure, perciò queste forze si scontrarono tra
loro. Questa fu la causa della distruzione di Atlantide che avvenne,
secondo Platone, nel corso di un giorno e di una notte.
La
teosofa Annie Besant racconta che, la Cina fu abitata anticamente dalla
4° sottorazza degli Atlantidi che si erano rifugiati sul continente
asiatico per sfuggire alla catastrofe che aveva distrutto il loro
continente. I Mongoli sono gli ultimi discendenti dei Turani primitivi
di Atlantide, perciò anche la Cina ha un rapporto molto stretto con il
continente perduto.
Il
medico taoista del periodo Wu (222-227 d.C.) Ko Yuan o Hsuan, di cui si
dice che fosse un grande taumaturgo e un uomo molto intemperante ed
eccentrico, e che scrisse il “Ching Chang Ching” ossia il “Classico
della Purezza” rivela l’origine della sua saggezza dicendo che le sue
conoscenze le aveva avute direttamente dal Divino Governatore dell’Hwa
d’Oriente.
Il
Divino Governatore, a sua volta, le aveva avute dalla Reale Madre
dell’Occidente. Va saputo che, Divino Governatore della Porta d’Oro, era
il titolo dell’iniziato che reggeva l’antico impero dei Toltechi di
Atlantide. E da questo si capisce che il "Classico della Purezza" fu
importato in Cina dai Turani di Atlantide, e tutto avvenne quando i
Turani si separono dai Toltechi fuggendo da Atlantide che veniva
travolta dal mare.
Buona erranza
Sharatan