La gente ride degli altri, mai di se stessa. È una cosa da imparare. Se puoi ridere di te stesso, la serietà se n’è già andata. Non le lasci alcuno spazio se riesci a ridere di te stesso. Nei monasteri Zen, tutti i monaci devono ridere. La prima cosa che si fa al mattino è ridere, la primissima cosa. Non appena il monaco si accorge che non sta più dormendo, deve saltar giù dal letto, assumere un atteggiamento buffo – come un pagliaccio da circo – e cominciare a ridere, a ridere di se stesso. Non c’è modo migliore per cominciare la giornata. Ridere di se stessi uccide l’ego, ti rende più limpido, più leggero, quando ti muovi nel mondo. E, se hai riso di te stesso, la risata di chi ride di te non ti potrà certo disturbare. Anzi, stanno semplicemente cooperando, stanno facendo la stessa cosa che hai fatto tu. Ne sarai felice. Ridere degli altri è egoistico, ridere di sé è molto umile. Impara a ridere di te – della tua serietà e di tutte queste cose. Ti può capitare di prendere molto sul serio la tua serietà. Allora invece di una malattia, ne avrai create due. E in seguito prendi seriamente anche questa cosa, e così via. Non c’è fine a una situazione del genere, puoi continuare fino alla nausea.
Così è meglio se l’affronti fin dall’inizio. Non appena senti che stai diventando serio, mettiti a ridere, e cerca dentro di te dove si trova questa serietà. Fatti una risata, una bella risata, chiudi gli occhi e cerca dove è finita: la serietà si trova solo in un essere che non sa ridere.
Non c’è situazione più sfortunata di questa, non si riesce a immaginare qualcuno più disgraziato di un uomo che non sa ridere di se stesso. Per cui comincia il tuo giorno ridendo di te stesso, e ogni volta che trovi un momento libero nella tua giornata… quando non sai cosa fare, fatti una gran risata. Senza motivo – solo perché il mondo intero è così assurdo, solo perché è così assurdo il modo in cui sei fatto tu. Lascia che la risata nasca proprio dalla pancia, che non sia qualcosa di mentale. Uno può anche ridere di testa, ma allora è una cosa morta. Tutto quello che viene dalla testa è morto, assolutamente meccanico. Certamente, puoi anche ridere di testa, ma la risata non raggiungerà alcuna profondità, non arriverà nella pancia, nell’hara.
Non andrà giù fino alle dita dei piedi, non si espanderà in tutto il corpo. Una risata vera è come quella di un bambino. Guarda come si scuote la sua pancia, tutto il suo corpo sussulta – si rotola sul pavimento. È una questione di totalità. Ride talmente che comincia a piangere; ride così totalmente che la risata si trasforma in lacrime, cominciano a scendergli lacrime dagli occhi. Una risata dovrebbe essere profonda e totale. Questa è la medicina che prescrivo contro la serietà.
Osservare il respiro è un metodo che può essere fatto in qualunque posto e in qualunque momento, anche se hai solo qualche minuto a disposizione. Devi solo osservare come il petto o la pancia si alzano e si abbassano quando il respiro entra ed esce. Oppure prova in questo modo....
Prima fase: Osserva il respiro che entra
Chiudi gli occhi e inizia a osservare il respiro. Prima osserva l'inspirazione, dal momento in cui l'aria entra nel naso fino a che raggiunge i polmoni.
Seconda fase: Osserva la pausa che segue
Alla fine dell'inspirazione c'è una pausa, prima che inizi l'espirazione. Questa pausa ha un grande valore. Osservala.
Terza fase: Osserva il respiro che esce
Adesso osserva l'espirazione.
Quarta fase: Osserva la pausa che segue
Alla fine dell'espirazione c'è una seconda pausa: osservala. Fai queste quattro fasi due o tre volte – e ricorda di osservare il ciclo del respiro, senza cambiarlo in alcun modo. Osserva solo il ritmo naturale.
Quinta fase: Contare le inspirazioni
Adesso comincia a contare le inspirazioni – conta 1 inspirazione (senza contare le espirazioni), conta 2 ecc. fino a 10. Poi conta all'indietro da 10 a 1. Qualche volta ti dimenticherai di osservare il respiro oppure conterai oltre il 10. Allora ricomincia a contare da 1.
“Ci sono due cose che bisogna ricordare: la prima, osservare, in particolare osservare la pause in alto e in basso. L'esperienza di quelle pause sei tu, nel tuo nucleo più intimo, nel tuo essere. La seconda cosa: continua a contare, ma mai oltre il 10; poi torna a 1, e conta solo le inspirazioni.
Queste sono cose che aiutano la consapevolezza. Devi essere consapevole, altrimenti conterai le espirazioni oppure andrai oltre il 10.
Se questa meditazione ti piace, continua a farla. Ha un grandissimo valore.”
Nell’uomo il muladhara è maschile e lo svadhistana femminile. Nella donna il muladhara è femminile e lo svadhistana maschile, e così via. Nei sette chakra, fino al sesto, la dualità rimane; il settimo è non–dualistico. Ci sono tre coppie dentro di te: muladhara e svadhistana si devono unire; manipura e anahata si devono unire; visuddha e ajna si devono unire.
Il primo centro, il muladhara, è maschile nell’uomo. Anche mentre stai facendo l’amore con una donna, dice il Tantra, ricordati l’interiorità. Fai l’amore con la donna all’esterno, ma ricorda l’interno. Lascia che la tua consapevolezza si muova verso l’interno; dimentica completamente l’esteriore. Nel momento dell’orgasmo dimentica completamente la donna o l’uomo. Chiudi gli occhi e stai dentro di te, e fai che sia una meditazione. Quando l’energia è in movimento, cogli l’opportunità. Questo è il momento in cui puoi avere un contatto, un viaggio all’interno. Di solito è difficile guardare all’interno, ma in un momento d’amore... un vuoto, e tu non sei più lo stesso. In un momento d’amore sei al tuo massimo. Quando viene l’orgasmo, tutta l’energia del tuo corpo vibra nella danza: ogni cellula, ogni fibra sta danzando con un ritmo e un’armonia sconosciuti nella vita ordinaria. Questo è il momento: questo momento di armonia, usalo come un passaggio verso l’interno. Quando fai l’amore, diventa meditativo, guarda all’interno. In quel momento si apre una porta. È questa l’esperienza tantrica. E il Tantra dice che ti senti felice solo perché quella porta si apre e qualcosa della tua beatitudine interiore fluisce verso di te. Non proviene dalla donna esteriore, non proviene dall’uomo esteriore, ma dal tuo centro più intimo. L’esterno è solamente una scusa. Se, facendo l’amore, diventi meditativo – diventi silenzioso, cominci a guardare all’interno, chiudi gli occhi, dimentichi l’uomo o la donna esteriori – allora accade. Il muladhara, il tuo centro maschile interiore, comincia a muoversi verso il centro femminile – il centro femminile per te è lo svadhistana – e accade un rapporto interiore. Questo è il meccanismo della tua celebrazione interiore. E nel momento in cui muladhara e svadhistana si incontrano, si libera energia. Proprio come si libera energia quando ami la tua donna, quando lo svadhistana e il muladhara si incontrano viene liberata energia e questa colpisce il centro superiore, il manipura. Il manipura è maschile, l’anahata è femminile. Quando hai raggiunto l’armonia del primo incontro del tuo uomo e della tua donna interiori, un giorno all’improvviso accade il secondo. Non devi fare niente, è semplicemente l’energia liberata dal primo incontro a creare la possibilità per il secondo. E quando energia è creata dal secondo incontro, questa crea la possibilità per il terzo. Il terzo incontro avviene fra visuddha e ajna. E quando avviene il terzo incontro, viene creata energia per il quarto, che non è un incontro, che non è un’unione, ma unità. Sahasrara è solo, non c’è maschile-femminile. Adamo ed Eva sono scomparsi l’uno nell’altra, totalmente, assolutamente. L’uomo è diventato la donna, la donna è diventata l’uomo: ogni divisione svanisce. Questo è l’incontro assoluto, eterno. Questo è quello che gli indù chiamano satchitananda. Questo è ciò che Gesù chiama ‘il regno di dio’. In effetti, il numero sette è stato usato da tutte le religioni. I sette giorni sono simbolici, e il settimo giorno è la festività, il giorno santo: dio lavorò per sei giorni, e il settimo si riposò. Dovrai lavorare su sei chakra, il settimo corrisponde allo stato di profondo riposo, di estremo riposo, di assoluto rilassamento – sei arrivato a casa. Con il settimo chakra tu scompari come parte di una dualità; tutte le polarità, tutte le distinzioni scompaiono. La notte non è più notte, il giorno non è più giorno. L’estate non è più estate, e l’inverno non è più inverno. La materia non è più materia, e la mente non è più mente – sei andato oltre. Questo è lo spazio trascendente che Buddha chiama nirvana. Questi tre incontri interni e il raggiungimento del quarto hanno anche un’altra dimensione. Vi ho parlato molte volte di quattro stati: sonno, sogno, veglia, turiya. Turiya indica “il quarto”, ciò che è oltre. Questi sette chakra, e il lavoro attraverso di essi, hanno una corrispondenza anche con questi quattro stati.
Il primo incontro fra muladhara e svadhistana è simile al sonno. L’incontro avviene, ma non ne puoi essere molto consapevole. Ne godrai, sentirai una profonda freschezza nascere in te. Sentirai un grande riposo, come se avessi dormito profondamente; ma non sarai in grado di coglierlo con precisione, c’è molto buio. L’uomo e la donna si sono incontrati dentro di te, ma si sono incontrati nell’inconscio. L’incontro non è avvenuto alla luce del giorno, ma nella notte buia. Certo, il risultato si sentirà, le conseguenze si vedranno. Sentirai improvvisamente una nuova energia in te, una nuova radiosità, un nuovo splendore. Avrai un’aura. Perfino gli altri potrebbero cominciare a percepire una certa qualità di presenza in te, una vibrazione. Ma tu non sarai veramente attento a ciò che sta accadendo. Quindi, il primo incontro è come il sonno. Il secondo incontro è come il sogno: quando manipura e anahata si incontrano, il tuo incontro con la donna interiore è come se avvenisse in un sogno. Certo, puoi averne un vago ricordo. Proprio come al mattino puoi ricordarti il sogno che hai fatto la notte precedente, ricordi frammentari, alcuni sprazzi; forse hai dimenticato qualcosa, forse non ricordi tutto, ma il ricordo esiste.
Il secondo incontro è come un sogno. Ne diventerai più consapevole. Comincerai a sentire che qualcosa sta accadendo. Comincerai a sentire che stai cambiando, che è in atto una trasformazione, che non sei più la persona di un tempo. E con il secondo incontro inizierai a essere consapevole del fatto che il tuo interesse nella donna esteriore sta diminuendo. Il tuo interesse nell’uomo esteriore non è più come prima. Anche con il primo incontro ci sarà un cambiamento, ma non ne sarai consapevole. Potresti cominciare a pensare che non sei più interessato alla tua donna, ma non sarai in grado di comprendere che non sei interessato ad alcuna donna. Potrai pensare di essere stanco della tua donna e di poter essere più felice con un’altra; che ci voglia un cambiamento, un tipo diverso di donna. Questa sarà solo una supposizione. Con il secondo incontro comincerai a sentire di non essere più interessato alla donna o all’uomo, il tuo interesse si sta rivolgendo all’interno.
Con il terzo incontro diventerai perfettamente consapevole. È come svegliarsi. Visuddha che incontra ajna… diventerai perfettamente consapevole, l’incontro avviene alla luce del giorno. Oppure lo si può esprimere in questo modo: il primo incontro avviene nel buio, in piena notte; il secondo incontro avviene al crepuscolo fra il giorno e la notte; il terzo incontro avviene in pieno giorno, sei pienamente sveglio, all’erta, tutto è chiaro. Ora sai che hai finito con l’esteriore. Questo non significa che lascerai tua moglie o tuo marito, semplicemente non c’è più l’infatuazione. Certamente la donna che ti ha aiutato finora è una grande amica, l’uomo che ti ha portato fin qui è un grande amico: proverai riconoscenza. Comincerai a essere grato e compassionevole nei confronti dell’altro. È sempre così: la comprensione porta con sé la compassione. All’inizio, comincerai a sentire che il tuo interesse nell’altro si sta allentando. Sarà un fenomeno fievole, oscuro, come guardare attraverso un vetro scuro, in un mattino molto nebbioso. Poi, le cose diventano un po’ più chiare, come in un sogno; la nebbia non è così fitta. E infine sei completamente sveglio. È accaduto: la donna interiore ha incontrato l’uomo interiore. La bipolarità non esiste più, di colpo sei uno. La schizofrenia è scomparsa; non sei più diviso. Con questa integrazione diventi un individuo. Prima non lo sei, sei una folla: sei molte persone insieme… All’improvviso l’ordine torna dentro di te. E quando tu sei in ordine, l’intera esistenza è in ordine. Quando sei un individuo – quando la tua divisione è scomparsa e tu sei di nuovo integro – allora ogni cosa sarà integra. Sembrerà molto paradossale, eppure dev’essere detto: l’individuo è l’universo. Quando sei diventato un individuo, all’improvviso ti accorgi di essere l’universo. Finora hai pensato di essere separato dall’esistenza. Adesso non puoi più farlo.
Alcune cose ancora: vi ho detto che il muladhara dev’essere rilassato, solo allora l’energia si può muovere verso l’alto, verso l’interno. E verso l’interno e verso l’alto significano la stessa cosa; verso l’esterno e verso il basso hanno lo stesso significato. L’energia si può muovere verso l’interno o verso l’alto solo quando il muladhara è rilassato. Quindi la prima cosa da fare è rilassare il muladhara. Tu mantieni il tuo centro sessuale molto teso. La società ti ha reso molto consapevole del tuo centro sessuale: ti ha fatto diventare ossessionato dal sesso, e così lo trattieni, strettamente. È facile accorgersene: stai sempre trattenendo il tuo organo genitale molto strettamente, come se avessi paura di perdere qualcosa, se ti rilassi. Rilassalo, lascialo a se stesso. Non aver paura: è la paura che crea tensione. Abbandona la paura. Il sesso è bello: non è un peccato, è una virtù. Quando penserai al sesso come a una virtù, sarai in grado di rilassarti. Come rilassare lo svadhistana... è il centro della morte: non aver paura della morte. Queste sono le due paure che hanno dominato l’umanità: la paura del sesso e la paura della morte. Entrambe sono pericolose, perché non ti hanno permesso di crescere. Abbandonale entrambe.
Il terzo chakra è manipura; è carico di emozioni negative. Questo è il motivo per cui il tuo stomaco è sottosopra, quando sei emotivamente disturbato, il manipura viene immediatamente coinvolto. In tutte le lingue del mondo ci sono espressioni come “non riesco a digerirlo”. È letteralmente vero. Talvolta, quando non riesci a digerire una certa cosa, cominci a sentire nausea; vorresti vomitare. Effettivamente, qualche volta accade – il vomito psicologico. Le emozioni negative: rabbia, odio, gelosia, e così via, sono state tutte represse; il tuo manipura è troppo sovraccarico. Queste emozioni represse non permettono che l’energia salga; hanno l’effetto di una pietra: il tuo passaggio è bloccato. Encounter, Gestalt e simili terapie, operano tutte senza saperlo sul manipura. Esse cercano di provocare la rabbia che è in te, cercano di provocare la tua gelosia, la tua avidità; provocano la tua aggressività, la tua violenza, così che affiori in superficie, venga a galla. Questo ha fatto la società: ti ha abituato a reprimere tutto ciò che è negativo, e fingere che tutto sia positivo. Ebbene, entrambe le cose sono pericolose. Fingere il positivo è falsità, ipocrisia, e reprimere il negativo è pericoloso: è velenoso, avvelena il tuo organismo. Il Tantra dice: esprimi il negativo e lascia spazio al positivo. Se insorge la rabbia, non reprimerla; se insorge l’aggressività, non reprimerla. Il Tantra non dice di andare, e uccidere qualcuno. Dice però che ci sono mille modi di esprimere le emozioni represse. Puoi semplicemente andare nella foresta e gridare, urlare – la Terapia Primal non è altro che terapia delle urla, una terapia di scarica, catartica. Primal, Encounter e Gestalt sono di grande aiuto per rilassare il manipura. Una volta che il manipura è rilassato, nasce un equilibrio tra positivo e negativo. E quando positivo e negativo sono equilibrati, il passaggio è aperto; allora l’energia si può muovere verso l’alto.
Il quarto chakra è anahata. Il problema connesso al quarto chakra è il dubbio. Se sei una persona dubbiosa, il tuo quarto chakra resterà chiuso. La fiducia lo apre. Quindi qualsiasi cosa crei il dubbio distrugge il tuo cuore. È il chakra del cuore, l’anahata. La logica portata all’estremo, le argomentazioni, la troppa razionalità – troppo Aristotele in te – tutte queste cose distruggono l’anahata. La filosofia, lo scetticismo lo distruggono. Se vuoi aprire l’anahata devi avere più fiducia. La poesia è più utile della filosofia, e l’intuizione è più utile della ragione, e sentire è più utile che pensare. Quindi dovrai spostarti dal dubbio alla fiducia, solo allora il tuo anahata si aprirà, e sarà in grado di ricevere l’energia maschile dal manipura. Anahata è femminile. Con il dubbio si chiude, con il dubbio diventa frigido, inaridisce; non può essere penetrato dall’energia maschile. Con la fiducia si apre . Poi viene il quinto chakra: visuddha. La non–creatività, l’imitare, lo scimmiottare, tutto ciò danneggia questo centro. Visuddha viene distrutto dal copiare. Non essere un imitatore, non essere solo una copia. Non tentare di diventare un Buddha o un Cristo. Guardati dai libri come L’Imitazione di Cristo di Tommaso da Kempis. Stai attento. Nessuna imitazione ti sarà d’aiuto. Visuddha viene distrutto dalla non–creatività, dall’imitazione; ed è rinforzato dalla creatività, dall’espressione, dal trovare il tuo stile di vita, dall’avere abbastanza coraggio per “fare le tue cose”. Arte, canto, musica, danza, inventiva – tutte cose utili. Sii inventivo – qualsiasi cosa tu faccia, cerca di farla in un modo nuovo. Mettici un po’ di individualità, mettici davvero la tua firma. Anche pulire il pavimento, cuocere il cibo, può essere fatto in modo personale. Puoi mettere creatività in tutto ciò che fai; dovrebbe essere così. Se sei creativo visuddha si aprirà.
E solo quando visuddha si apre, l’energia può salire ad ajna, il centro del terzo occhio, il sesto chakra. Questo è il processo. Prima pulisci ogni centro, purificalo, stai attento a ciò che può danneggiarlo, e aiutalo a funzionare in modo naturale. I blocchi vengono rimossi… l’energia scorre.
Oltre il sesto c’è sahasrara, turiya, il loto dai mille petali. E allora fiorisci. L’uomo è un albero: muladhara è la radice e sahasrara è la fioritura. Il fiore è sbocciato, la tua fragranza si libera nel vento. Questa è l’unica preghiera; questa è la sola offerta ai piedi del divino. Dei fiori presi a prestito non serviranno, né serviranno fiori rubati agli alberi; tu devi fiorire e offrire i tuoi fiori. Questa è la mappa interiore dell’alchimia del Tantra. L’energia può cominciare a muoversi in ogni momento; tu devi solo portare un po’ di meditazione nel tuo fare l’amore, un po’ di interiorità. Il Tantra non è contrario al fare l’amore, ricorda. Questo va ripetuto sempre e di nuovo. È completamente a favore, ma non si limita a questo. È il primo gradino della scala, una scala a sette gradini. L’uomo è una scala. Il primo gradino è il sesso e il settimo gradino è sahasrara – il samadhi. Il primo gradino è unito al samsara, il mondo, il settimo al nirvana, ciò che è oltre. Con il primo gradino, ti muovi in un circolo vizioso di nascite e morti; ripetitivo. Con il settimo gradino, vai oltre la nascita e la morte. La vita eterna è tua…
tratto da: Osho, Tantra: la Comprensione Suprema ed. Bompiani
Una situazione di paura viene sentita prima di tutto nel centro nell'ombelico. Pertanto, più lasci perdere le tue paure e più quel centro si risana; e più pratichi il coraggio, più quel centro si sviluppa. Più cresce in te il coraggio, più si risana e si rafforza il tuo centro nell'ombelico, e il tuo contatto con la vita si approfondisce. Ecco perché i grandi meditatori in tutto il mondo hanno sempre considerato il coraggio come una virtù essenziale nel ricercatore; il coraggio non ha nessun altro significato, il suo significato è solo questo: restituire al centro nell'ombelico tutta la sua vitalità; il coraggio è solo uno strumento per favorire lo sviluppo del centro nell'ombelico.
Quando sorge un pensiero, resta un puro spettatore, un testimone. Guarda il pensiero che passa, osservalo, lascia che attraversi il tuo essere, ma non attaccartici in nessun modo. Se è un pensiero omicida, non dire fra te e te: questo è un pensiero cattivo; perché nel momento stesso in cui definisci il pensiero, in qualche modo ti ci sei attaccato e ti sei distratto. Se ciò avviene, quel primo pensiero, per associazione, ti condurrà ad altri pensieri. Buono o cattivo che sia il pensiero, rimani un puro testimone. All’inizio, ciononostante, è inevitabile che tu ti distragga molte volte. Allora che fare? Se ti distrai, distraiti; non preoccupartene, se no la preoccupazione di evitare di distrarti può diventare un’ossessione. Non preoccupartene, resterai distratto per qualche minuto, e poi d’improvviso ti ricorderai: “Mi sono distratto”. E tornerai indietro. Non sentirti depresso. Non dire: “È male”, perché allora reintroduci il dualismo di bene e male. Ti sei distratto? Va bene, accetta la cosa e ritorna alla consapevolezza. Anche con le distrazioni non creare conflitti.
Nell’esistenza esiste un equilibrio: questi alberi sono tuoi fratelli e tue sorelle, non è una questione di dominio. Tu esali anidride carbonica, loro la inalano. Loro esalano ossigeno, tu lo inali. È una relazione davvero profonda… Non puoi esistere senza gli alberi, né gli alberi possono esistere senza di te; la vostra esistenza è profondamente radicata nella reciprocità.
QUANDO HAI DETTO CHE NON SEI IN CASTITÀ, SONO RIMASTO SCIOCCATO. CREDEVO CHE TU AVESSI TRASCESO IL SESSO. PERCHÈ QUESTO MI DISTURBA?
(...) Quando mi sono illuminato anche io avevo questa l'idea, vecchia di secoli, che dopo l'illuminazione si trascende il sesso. Così per un paio di giorni ho aspettato la trascendenza. Non è arrivata; al contrario, l'erba era più verde. Le donne erano più belle che mai, perché i miei occhi erano limpidi.
(...) E ho amato molte donne - la mia illuminazione non è cambiata. Ho creato un evento storico! In futuro, non ci si aspetterà più da nessun uomo illuminato di essere celibe. Ho rischiato molto. Ma in un certo senso, dopo l'illuminazione qualcosa è trasceso, non il sesso, ma la sessualità. Dopo l'illuminazione non sono stato in grado di guardare negli occhi di nessuna donna con sessualità. Io non ho fatto nulla, non posso prendermene il merito. L'intera esperienza dell’illuminazione ha cambiato molte cose. Anche fare l'amore con una donna oggi è completamente diverso, assolutamente diverso, non ha alcun rapporto col modo in cui facevo l’amore quando non ero illuminato. Non era amore, era solo un bisogno biologico, chimico, attrazione ormonale. Era solo una specie di schiavitù; era un bisogno, ed ero posseduto dalla necessità. Tale necessità è scomparsa. Ora fare l'amore con una donna è solo puro divertimento - e non ho mai sentito dire che si trascende il divertimento dopo l'illuminazione.
Anzi, solo dopo l'illuminazione si può davvero amare.
(...)
Se l'illuminazione non ti fa trascendere la fame, la sete, la minzione, allora perché dovrebbe farti trascendere il sesso? Il sesso è parte di tutto il tuo essere, non è qualcosa di separato. Si mangia, si beve, si fa esercizio. Il tuo corpo non ha nulla a che fare con la tua illuminazione; il corpo funzionerà nello stesso modo. Si creerà sangue, si creerà sperma. Come può l'illuminazione farti trascendere il sesso? Dovrai smettere di mangiare, di bere. In realtà, dovrai smettere di respirare; solo allora ci sarà una trascendenza - nella tua morte. Il sesso è un fenomeno naturale. (...) Il celibato è innaturale - almeno fino all'età di quarantadue anni. Tra i quattordici anni e i quarantadue anni, il celibato è assolutamente innaturale, e se ti forzano a rimanere celibe, diventerai solo un pervertito. La tua energia sessuale troverà altre strade. È molto semplice .... (...) Sì, dopo l'illuminazione c'è un enorme cambiamento. Per me, questo è trascendenza. Ciò non significa che si smette di fare l'amore. Ciò significa semplicemente che non è più una necessità, non sei più schiavo del sesso. Nei momenti in cui vuoi giocare con l'energia, puoi fare l'amore. E se anche l'altra persona ha la stessa qualità, o anche se solo si sta muovendo nella stessa direzione, il vostro amore diventerà meditazione.”
Solitudine e silenzio sono due aspetti della stessa esperienza, due lati della stessa medaglia. Se vuoi fare l’esperienza del silenzio, devi andare nella tua totale solitudine. È lì che si trova.
Nasciamo da soli, moriamo da soli. Tra queste due realtà, creiamo mille illusioni di essere insieme – relazioni di ogni tipo, amici e nemici, amori e odi, nazioni, razze, religioni. Creiamo allucinazioni di ogni tipo solo per evitare il fatto che siamo soli. Ma, qualunque cosa facciamo, la verità è quella; è così e, invece di cercare di sfuggirla, la cosa migliore è di gioirne.
Essere capaci di gioire della propria solitudine è il vero significato della meditazione. Il meditatore è uno che si immerge profondamente nella sua solitudine, sapendo che nasciamo da soli, moriremo da soli, e nel profondo viviamo da soli. Allora perché non provare che cos’è questa solitudine? È la nostra natura, la nostra essenza. Osho
humming: l'emissione del suono “mmm” mantenendo la bocca leggermente chiusa. In questo modo, viene prodotta una vibrazione all'interno. Questa vibrazione si è dimostrata estremamente vantaggiosa per tutto il nostro sistema corpo-mente. Un libro che ci ha davvero ispirati e ci ha aperto gli occhi su quanto la meditazione possa essere benefica sul nostro corpo è “The Humming effect: Sound healing for health and happiness”. Qui è spiegato benissimo come una pratica così semplice possa essere così rivoluzionaria e potente. Un libro che ci ha davvero ispirati e ci ha aperto gli occhi su quanto la meditazione possa essere benefica sul nostro corpo è “The Humming effect: Sound healing for health and happiness”. Qui è spiegato benissimo come una pratica così semplice possa essere così rivoluzionaria e potente. UN SUONO DI GUARIGIONE Produrre un suono significa produrre una vibrazione all'interno del nostro corpo. Quando pratichiamo l’humming, le nostre particelle subatomiche sono influenzate dalle sue vibrazioni. Ciò significa che il suono può effettivamente cambiare la struttura molecolare delle nostre cellule, causando enormi implicazioni per noi, poiché da questo possono derivare centinaia di benefici diversi. Inoltre, durante l’humming, è possibile dirigere la vibrazione in diverse parti del nostro corpo semplicemente usando l'intenzione e la variazione del tono. In questo modo, possiamo effettivamente influire sulle cellule di un'area specifica del nostro corpo indirizzando lì la nostra pratica di guarigione. In altre parole, siamo responsabili del nostro processo di guarigione e c'è molto che possiamo fare al riguardo! L’humming è uno strumento molto semplice e potente che abbiamo a disposizione sempre. IL SUO EFFETTO GENERALE Il nostro sistema nervoso autonomo è suddiviso in Simpatico, Parasimpatico ed Enterico. Il primo è responsabile del modo in cui reagiamo in momenti di stress, pericolo o forti emozioni, il secondo è responsabile del rilassamento e del riequilibrio del sistema e l’ultimo governa il tratto gastrointestinale e può essere solo parzialmente influenzato dagli altri due. Un ruolo principale nel nostro sistema Parasimpatico è svolto dal Nervo vagoche collega il cervello al petto e allo stomaco, passando attraverso la gola. La sua forma rende questo nervo molto sensibile ai suoni. Infatti, se colpito da vibrazioni, può diffonderle agli organi che incontra lungo il suo percorso. Come effetti collaterali di questo, il nostro battito cardiaco rallenta, i vasi sanguigni si dilatano e la pressione sanguigna si riduce, la nostra digestione si attiva e la nostra energia viene immagazzinata. Tutti questi benefici contribuiscono ad una riduzione generale dello stress.. Nel 2011 uno studio indiano intitolato “Neurohemodynamic correlates of ‘Om’ chanting: A pilot functional magnetic resonance imaging study” ha dimostrato che l'humming riduce lo stress disattivando il Sistema limbico (un insieme di strutture cerebrali in cui è localizzata la nostra vita emotiva). Questo effetto è stato dimostrato osservando il cervello dei partecipanti attraverso una Risonanza Magnetica svolta mentre cantavano. In generale, possiamo sicuramente affermare che l'humming può ridurre lo stress ma COME avviene tutto questo? Monossido di azoto La maggior parte degli articoli sottoposti a revisione sugli effetti dell’humming, come afferma Jonathan Goldman - autore di “The Humming effect: Sound healing for health and happiness” – collega i suoi effetti terapeutici al rilascio nella cavità nasale di una grande quantità di Monossido di Azoto. Questa è una molecola che può: Rafforzare il nostro sistema immunitario; Stabilizzare il nostro sistema cardiovascolare; Avere diversi benefici sul nostro sistema respiratorio; Aiutare il recupero da un trauma; Aumentare la forza durante l'esercizio. Tra tutti, il suo principale vantaggio è la vasodilatazione, che permette l'abbassamento della pressione sanguigna e un conseguente rilassamento. Il Neuroscience Research Institute della State University di New York ha condotto uno studio attraverso il quale è possibile osservare una correlazione tra l'ascolto di musica e la produzione di Monossido di Azoto. In particolare, l'effetto è stato maggiore quando i partecipanti ascoltavano frequenze appositamente progettate, che simulavano l’humming. REGOLAZIONE DEL CORPO Gli ormoni sono cellule che coordinano le attività multicellulari e governano le loro funzioni di base (note anche come molecole di segnalazione). Nell'uomo, gli ormoni regolano le attività fisiologiche e comportamentali degli organi, come il movimento, l'escrezione, la respirazione, la digestione, la crescita, il cambiamento dell'umore e molto altro ancora. Inoltre sono usati per comunicare tra diversi organi e tessuti. L'effetto dell'humming sulla riduzione dello stress è sicuramente legato alla sua capacità di influenzare i livelli ormonali nel nostro corpo attraverso la vibrazione. Melatonina La vibrazione dell'humming stimola la nostra ghiandola pineale a rilasciare melatonina nel nostro corpo, come dimostrato per la prima volta dal dottor Ranjie Singh. La presenza di questo importantissimo ormone nel nostro sistema ci aiuta a: Migliorare il nostro sonno; Rafforzare il nostro sistema immunitario; Rallentare il processo di invecchiamento; Promuovere la salute degli occhi; Aumentare i livelli dell'ormone della crescita. E tutto questo grazie a un suono autoprodotto! Endorfine L'Ipotalamo e l’Ipofisi producono Endorfine quando proviamo forti emozioni, dolore o stress. Ma anche le attività che ci fanno sentire bene possono essere responsabili del rilascio di Endorfine nel nostro sistema. Questi ormoni sono simili ad oppiacei naturali e antidolorifici. Quando pratichiamo l’humming produciamo Endorfine. Quindi possiamo dire che attraverso questa pratica possiamo abbassare i nostri livelli di dolore. Non ci sono ancora dati confermati su questo effetto specifico, ma è sicuramente dimostrato dall'esperienza di molti professionisti e particolarmente evidenziato nel libro “The Humming effect: Sound healing for health and happiness”. Ci sono altri due motivi che possono essere responsabili dell'effetto antidolorifico dell’humming. Il primo è che attraverso questa pratica il nostro cervello viene “distratto” dal suo focus sul dolore, causandone l'allentamento. La seconda è che la vibrazione produce un “massaggio sonoro” nel punto in cui si manifesta il dolore, facilitandone l’attenuazione. Ossitocina L'ossitocina è prodotta dall’Ipotalamo e rilasciata dall’Ipofisi nei momenti di profondo rilassamento quando siamo in connessione con gli altri. È spesso associato a relazioni in cui ci sono condivisioni profonde, vere connessioni e contatto fisico. Questo è il motivo per cui è anche chiamato "Ormone dell'amore”: ci permette di avvicinarci gli uni agli altri ed essere empatici. Anche l’humming può stimolare la produzione di Ossitocina, soprattutto se praticato in compagnia!La
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Affrontare la vita con aspettative porta inevitabilmente alla frustrazione, sempre e comunque.
L'aspettativa è la causa alla radice della frustrazione.
Solo se ti muovi senza aspettative, troverai qualcosa; altrimenti la tua mente pretenderà sempre qualcosa, si aspetterà sempre qualcosa: "Questo dovrebbe essere così, e quello dovrebbe essere cosà".
E nel mondo nessuno deve in alcun modo, corrispondere a ciò che tu pretendi, esigi, consideri giusto.
“La fede non è affatto una virtù, né è un contributo all’evoluzione del genere umano. La fede è il più grande ostacolo mai creato per le persone che vogliano mettersi alla ricerca del vero. Prima ancora di aver ricercato, viene data una fede, di seconda mano, e viene detto che questo è sufficiente: non occorre ricercare, Gesù l’ha fatto per te… la fede non è altro che un nascondere l’ignoranza, ed è qualcosa molto a buon mercato.
La verità richiede molta energia, un impegno radicale, assoluto, e un coinvolgimento totale nella ricerca. E la verità si trova dentro di te, la fede giunge dall’esterno.
Ricorda: qualsiasi cosa ti arrivi dall’esterno, non ti aiuterà. La verità è già viva dentro di te, non ti occorre fede alcuna. È la fede che ha mantenuto il genere umano nell’ignoranza.
Il Cristianesimo e tutte le altre religioni sono parte di un’unica cospirazione tesa a castrare il genere umano. Hanno distrutto la dignità dell’uomo, riempiendovi solo di senso di colpa, facendovi sentire peccatori. Ecco perché definisco il Cristianesimo il veleno più mortale. È tempo di liberarsi dal Cristianesimo – e da tutte le altre presunte religioni, che altro non sono se non versioni diverse della stessa stupidità. L’uomo ha bisogno di assoluta libertà dal passato. Solo così potrà vivere responsabilmente nel momento, e solo allora potrà creare un futuro nuovo, per l’umanità a venire. Ogni essere umano ha bisogno di una deprogrammazione.”
Vivere vicino al mare: i benefici per il corpo e la mente
Di Cristina Rubano - 15 Luglio 2022
L’acqua è un richiamo simbolico molto forte per la nostra psiche. Chi ha l’opportunità di vivere vicino al mare, stabilmente o per periodi di vacanza, può tener conto di questa “marcia in più” per prendersi cura del proprio benessere mentale. Chi non ha questa fortuna, farebbe forse bene a visitare periodicamente lidi e litorali marini, specie in certi momenti della vita.
“Nelle città senza Mare… chissà a chi si rivolge la gente per ritrovare il proprio equilibrio… forse alla Luna…”
(Banana Yoshimoto)
ll simbolismo del mare
Chiariamo una cosa: non si intende qui elogiare reali o presunti benefici fisici o biologici delle località di mare. Che questo tipo di ambienti possano essere di beneficio a molte patologie e problemi dello sviluppo infantile è storia nota.
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Si intende qui invece sottolineare i benefici psichici, legati al mondo inconscio, che il costante contatto con l’elemento acquatico può portare alla nostra mente.
L’acqua, e ancor più il mare, ha diversi e fondamentali significati simbolici per la nostra psiche e infatti compare infatti spesso nei sogni. Il contatto ricercato e consapevole con questo elemento può essere un potente stimolo ai movimenti della nostra mente profonda.
L’acqua e ancor di più il mare si presta spesso ad essere simbolo della nostra vita emotiva. Frequentemente incontriamo questo elemento nei nostri sogniproprio con questo significato. Chi ha la possibilità di vivere vicino al mare, o di frequentarlo in tutte le stagioni dell’anno, sa bene quanto il suo paesaggio può mutare radicalmente. Dal mare in tempesta delle lunghe notti invernali. Al mare calmo e quieto delle tiepide giornate estive. Alla risacca sposa e cangiante delle incerte giornate primaverili. Ma anche nell’arco della stessa giornata, a seconda del vento e del mutare del sole, ne osserviamo sfumature e colori in grado di mutarne anche repentinamente l’aspetto e di suscitare in noi stati d’animo profondamente differenti.
Per questi motivi l’elemento marino, così vasto e sconfinato, così mutevole e cangiante, ben si presta a simbolizzare la mutevolezza della nostra vita emotiva.
Chi sogna ad esempio di annegare o disperdersi fra le onde o di riuscire finalmente a navigarle potrebbe avere a che fare con la difficoltà o la capacità di gestire alcuni aspetti della propria vita emotiva. Accostarsi anche fisicamente al paesaggio marino, immergervisi e notare in esso può essere un modo per aprirsi alla possibilità di accogliere le emozioni che la mente ci propone senza lasciarsene sopraffare.
“Quando i miei pensieri sono ansiosi, inquieti e cattivi, vado in riva al mare, e il mare li annega e li manda via con i suoi grandi suoni larghi, li purifica con il suo rumore, e impone un ritmo su tutto ciò che in me è disorientato e confuso.”
(Rainer Maria Rilke)
Vivere vicino al mare: l’immersione nell’inconscio
In molti esercizi immaginativi a sfondo terapeutico praticati nel Training Autogeno Superiore e in altri metodi affini spesso si pratica una visualizzazione relativa alla discesa sul fondo del mare. Può trattarsi di visualizzazioni relativamente libere o più guidate a seconda dell’obiettivo e della natura del percorso psicologico che si sta proponendo. Ma è indubbia la pregnanza di questo tipo di rappresentazione nel condurre la mente nel proprio inconscio. Immaginare di immergersi negli abissi pone la persona di fronte alla possibilità di confrontarsi con la profondità della propria psiche e con contenuti anche sconosciuti e non consapevoli di sé.
Alcuni, nell’approcciare questo tipo di esperienza (che va fatta sempre sotto la guida di un conduttore esperto) incontrano resistenze, hanno talvolta bisogno di ausili immaginativi come scalette, corde, ascensori… Altri possono incontrare sul fondale mostri, tesori nascosti, personaggi immaginari o reali. In ogni caso “andare giù”, tuffarsi, immergersi ha per la nostra mente questo richiamo potente. Chi può vivere vicino al mare per tutta o parte dell’anno potrà forse osservarsi anche rispetto a questa possibilità. Quanto desidera, prova sollievo o paura – forse anche a seconda dei momenti della vita – a nuotare al di sotto della superficie evidentemente non solo del mare, ma della propria mente…
“Esultanza è l’andare
di un’anima di terra verso il mare,
oltre le case, oltre i promontori –
dentro l’eternità profonda.”
(Emily Dickinson)
Vivere vicino al mare: l’elemento materno
L’acqua è vita, in tutte le sue forme, addirittura l’acqua su Marte, per quanto poca e inesorabilmente ghiacciata, ha destato e suscita tutt’ora sequele di ipotesi fra studiosi e scienziati. Ma l’acqua del mare è la madre della vita per eccellenza, è ciò da cui tutto si genera e si è generato, riconduce simbolicamente all’elemento vitale della Natura in quanto tale. E ci riconnette all’archetipo della madre, anzi della Grande Madre. Quell’idea inconscia, appartenente collettivamente ad ognuno di noi, di un’entità potente e sconfinata che genera e dà la vita, ma può anche toglierla e negarla. La Grande Madre è colei da cui tutto ha inizio e in cui tutto ha fine per rinascere nuovamente in una continua alternanza ciclica di vita-morte-vita. Che sia per riconnetterci alle dimensioni sovrapersonali e trascendenti del Cosmo e della Natura, quelle che non possiamo controllare ma a cui possiamo solo affidarci. O che sia per incontrare il femminile, il materno, la generatività dentro noi stessi, il mare è lì pronto ad accoglierci. Se siamo in un momento della vita in cui abbiamo bisogno di riaccostare la nostra psiche profonda a queste dimensioni, immergerci in questo elemento potrà essere potentemente di beneficio.
Non è necessario per forza vivere vicino al mare. Si può scegliere di raggiungerlo, di prendersi un tempo per visitarlo, magari lontano dalla confusione della vita turistica, e lasciare che la mente inconscia faccia il resto…
“Desidero che il mare mi tocchi, mi faccia respirare il mondo e i suoi perché, mi regali un istante eterno, che porterò con me come ricordo indelebile. Il mare è il mistero in cui mi immergo per ritrovare la mia vita. Il mare.”
Accetta anche la mente e i suoi giochi in quanto parte della natura, non vi è nulla di innaturale; non potrebbe essere altrimenti: tutto ciò che accade può accadere solo perchè la natura lo permette. Certo, anche la mente ne è parte, e anche i giochi della mente sono parte della natura.
Decidendo che non dovrebbero esistere, vai contro natura. Decidendo di opporti alla mente, hai iniziato a scegliere; e quando scegli, subentra la repressione, perchè ciò che non hai scelto dovrà essere represso, dovrai negargli ogni possibilità di manifestarsi, dovrai accantonarlo così che non ti intralci continuamente. Ma comunque, se è parte della natura - e tutto ne è parte -, sarà inevitabile che insorga, reagirà per ripicca. Tornerà in gioco con maggior energia, si imporrà; si vendicherà. Non ti lascerà in pace.
La vera comprensione della natura è questa: tutto è naturale, inclusa la mente e i suoi giochi. In questo caso ci si rilassa, tutto va benissimo così com'è...lascia che la mente giochi: se un giorno va per conto suo, benissimo; anche questo è naturale. Questo è lasciarsi andare: non decidi nulla, non scegli, non hai preferenza. Questo è vivere senza pregiudizi, nè preconcetti a favore o contro; questo è semplice vivere, ragion per cui qualsiasi cosa accada accade. Accade la mente, e allora? Semplicemente la mente sta manifestandosi: non farne un problema. Se ne fai un problema, ne rimarrai intrappolato. Osserva semplicemente un fatto evidente: tutto è naturale. A quel punto non c'è più un luogo dove andare e nulla da fare. Sai che gli scacchi sono un gioco, ma comunque ti puoi divertire; sai che il cavallo, la torre, il re sono solo artifici, finzioni prive di sostanza...comunque giochi e ti diverti!
Dunque, sappi senza ombra di dubbio che la mente gioca un'infinità di giochi, ma non c'è nulla di cui preoccuparsi; lascia che sia così. Sii ampio e permetti a ogni cosa di esistere; perchè essere chiuso e limitato? Perchè negare qualcosa? Perchè distruggere qualcosa? E in quella totale capacità di accettazione sussiste la trasformazione: quella totale accettazione è trasformazione; si viene trasportati in un altro mondo in cui è impossibile l'esistenza di qualsiasi infelicità, non è possibile alcuna ansia perchè non viene accettato alcun problema, non viene creato alcun problema.
Vivi alcuni giorni senza problemi e ne vedrai la bellezza. Allora, sempre di più percepirai il canto della natura, e sempre di più l'esistenziale si avvicinerà a te. La mente non è necessariamente un ostacolo, lo diventa se ti ci attacchi, oppure se le sei antagonista. Lascia che esista, non essere a favore nè contro. Non sono afffari tuoi! Così come sugli alberi crescono le foglie, la mente genera pensieri. Come il traffico fa rumore, la mente fa rumore...ma va benissimo così! Non c'è nulla di male o di sbagliato.
Smetti di soddisfare le aspettative degli altri, perché in questo modo puoi solo arrivare al suicidio. Non sei qui per soddisfare le aspettative di nessuno e nessuno è qui per soddisfare le tue. Non diventare mai vittima delle aspettative degli altri e non rendere nessuno vittima delle tue. Questo è ciò che chiamo individualità. Rispe...tta la tua individualità e quella degli altri. Non interferire mai nella vita di qualcuno e non permettere a nessuno di interferire nella tua. Solo così potrai un giorno crescere e diventare spirituale. Osho
La mente non è altro che desiderio. Il cuore non conosce desiderio alcuno. Vi stupirà sentirlo dire, ma è così: tutti i desideri appartengono alla testa. Il cuore vive ne presente; pulsa, palpita, batte nel qui-e-ora. Non sa nulla del passato e non sa nulla del futuro. È sempre adesso, qui.
Il cuore conosce solo il presente, per questo è assolutamente puro. Non è inquinato dai ricordi passati, dal sapere, dall’esperienza, da tutto ciò che vi è stato detto e insegnato, dai testi sacri, dalle tradizioni.
Ma la mente è esattamente l’opposto del cuore: la mente non è mai adesso, non è mai qui. Continua a spostarsi tra il passato e il futuro, non si arresta mai nel presente.Osserva la situazione: il presente è la sola cosa che esista, ma per la mente il presente è la sola cosa che non esiste. Il passato non è esistenziale, il futuro non esiste; ma proprio quelle sono le cose che esistono, per ciò che riguarda la mente. State attenti! La mente non è un fenomeno semplice, è molto complesso, sottile, estremamente elusivo. Se cercate di afferrarlo, vi troverete in difficoltà. Se lo spingete fuori dalla porta principale, rientrerà dal retro. Se la volete controllare e reprimere, inizierà a operare dall’inconscio – la qual cosa è ancor più pericolosa, perché anche in quel caso vi controllerà, ma ne sarete del tutto inconsapevoli.
La testa è il problema... e il cuore è la soluzione.
Inizia a respirare. Fallo a stomaco vuoto: prima di mangiare o tre ore dopo aver mangiato.
Espelli tutta l’aria; espira profondamente, tirando in dentro lo stomaco fino a quando tutta l’aria è uscita.
Quando senti che è uscita tutta, non inspirare subito, mantieniti in apnea il più a lungo possibile, per due o tre minuti. Tre minuti è la cosa migliore. Sarà difficile, ma con il tempo ci riuscirai; ti sentirai totalmente affamato d’aria, e a quel punto si riverserà dentro di te: in quell’ondata d’aria pura che ti invade, proverai una gioia infinita, un’incredibile vitalità, e quell’inondazione aiuterà il tuo cuore ad aprirsi. Osho