Vivere vicino al mare: i benefici per il corpo e la mente
L’acqua è un richiamo simbolico molto forte per la nostra psiche. Chi ha l’opportunità di vivere vicino al mare, stabilmente o per periodi di vacanza, può tener conto di questa “marcia in più” per prendersi cura del proprio benessere mentale. Chi non ha questa fortuna, farebbe forse bene a visitare periodicamente lidi e litorali marini, specie in certi momenti della vita.
“Nelle città senza Mare… chissà a chi si rivolge la gente per ritrovare il proprio equilibrio… forse alla Luna…”
(Banana Yoshimoto)
ll simbolismo del mare
Chiariamo una cosa: non si intende qui elogiare reali o presunti benefici fisici o biologici delle località di mare. Che questo tipo di ambienti possano essere di beneficio a molte patologie e problemi dello sviluppo infantile è storia nota.
Si intende qui invece sottolineare i benefici psichici, legati al mondo inconscio, che il costante contatto con l’elemento acquatico può portare alla nostra mente.
L’acqua, e ancor più il mare, ha diversi e fondamentali significati simbolici per la nostra psiche e infatti compare infatti spesso nei sogni. Il contatto ricercato e consapevole con questo elemento può essere un potente stimolo ai movimenti della nostra mente profonda.
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Vivere vicino al mare: la marea delle emozioni
L’acqua e ancor di più il mare si presta spesso ad essere simbolo della nostra vita emotiva. Frequentemente incontriamo questo elemento nei nostri sogni proprio con questo significato. Chi ha la possibilità di vivere vicino al mare, o di frequentarlo in tutte le stagioni dell’anno, sa bene quanto il suo paesaggio può mutare radicalmente. Dal mare in tempesta delle lunghe notti invernali. Al mare calmo e quieto delle tiepide giornate estive. Alla risacca sposa e cangiante delle incerte giornate primaverili. Ma anche nell’arco della stessa giornata, a seconda del vento e del mutare del sole, ne osserviamo sfumature e colori in grado di mutarne anche repentinamente l’aspetto e di suscitare in noi stati d’animo profondamente differenti.
Per questi motivi l’elemento marino, così vasto e sconfinato, così mutevole e cangiante, ben si presta a simbolizzare la mutevolezza della nostra vita emotiva.
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Chi sogna ad esempio di annegare o disperdersi fra le onde o di riuscire finalmente a navigarle potrebbe avere a che fare con la difficoltà o la capacità di gestire alcuni aspetti della propria vita emotiva. Accostarsi anche fisicamente al paesaggio marino, immergervisi e notare in esso può essere un modo per aprirsi alla possibilità di accogliere le emozioni che la mente ci propone senza lasciarsene sopraffare.
“Quando i miei pensieri sono ansiosi, inquieti e cattivi, vado in riva al mare, e il mare li annega e li manda via con i suoi grandi suoni larghi, li purifica con il suo rumore, e impone un ritmo su tutto ciò che in me è disorientato e confuso.”
(Rainer Maria Rilke)
Vivere vicino al mare: l’immersione nell’inconscio
In molti esercizi immaginativi a sfondo terapeutico praticati nel Training Autogeno Superiore e in altri metodi affini spesso si pratica una visualizzazione relativa alla discesa sul fondo del mare. Può trattarsi di visualizzazioni relativamente libere o più guidate a seconda dell’obiettivo e della natura del percorso psicologico che si sta proponendo. Ma è indubbia la pregnanza di questo tipo di rappresentazione nel condurre la mente nel proprio inconscio. Immaginare di immergersi negli abissi pone la persona di fronte alla possibilità di confrontarsi con la profondità della propria psiche e con contenuti anche sconosciuti e non consapevoli di sé.
Alcuni, nell’approcciare questo tipo di esperienza (che va fatta sempre sotto la guida di un conduttore esperto) incontrano resistenze, hanno talvolta bisogno di ausili immaginativi come scalette, corde, ascensori… Altri possono incontrare sul fondale mostri, tesori nascosti, personaggi immaginari o reali. In ogni caso “andare giù”, tuffarsi, immergersi ha per la nostra mente questo richiamo potente. Chi può vivere vicino al mare per tutta o parte dell’anno potrà forse osservarsi anche rispetto a questa possibilità. Quanto desidera, prova sollievo o paura – forse anche a seconda dei momenti della vita – a nuotare al di sotto della superficie evidentemente non solo del mare, ma della propria mente…
“Esultanza è l’andare
di un’anima di terra verso il mare,
oltre le case, oltre i promontori –
dentro l’eternità profonda.”
(Emily Dickinson)
Vivere vicino al mare: l’elemento materno
L’acqua è vita, in tutte le sue forme, addirittura l’acqua su Marte, per quanto poca e inesorabilmente ghiacciata, ha destato e suscita tutt’ora sequele di ipotesi fra studiosi e scienziati. Ma l’acqua del mare è la madre della vita per eccellenza, è ciò da cui tutto si genera e si è generato, riconduce simbolicamente all’elemento vitale della Natura in quanto tale. E ci riconnette all’archetipo della madre, anzi della Grande Madre. Quell’idea inconscia, appartenente collettivamente ad ognuno di noi, di un’entità potente e sconfinata che genera e dà la vita, ma può anche toglierla e negarla. La Grande Madre è colei da cui tutto ha inizio e in cui tutto ha fine per rinascere nuovamente in una continua alternanza ciclica di vita-morte-vita. Che sia per riconnetterci alle dimensioni sovrapersonali e trascendenti del Cosmo e della Natura, quelle che non possiamo controllare ma a cui possiamo solo affidarci. O che sia per incontrare il femminile, il materno, la generatività dentro noi stessi, il mare è lì pronto ad accoglierci. Se siamo in un momento della vita in cui abbiamo bisogno di riaccostare la nostra psiche profonda a queste dimensioni, immergerci in questo elemento potrà essere potentemente di beneficio.
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Non è necessario per forza vivere vicino al mare. Si può scegliere di raggiungerlo, di prendersi un tempo per visitarlo, magari lontano dalla confusione della vita turistica, e lasciare che la mente inconscia faccia il resto…
“Desidero che il mare mi tocchi, mi faccia respirare il mondo e i suoi perché, mi regali un istante eterno, che porterò con me come ricordo indelebile. Il mare è il mistero in cui mi immergo per ritrovare la mia vita. Il mare.”
(Stephen Littleword)
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