Ovvero: Solange si gratta la topa tutto il giorno.
1. Premessa. 2. Storicizzare e relativizzare il problema. 3. Riconoscere che questo sistema nuoce a tutti, massoni e non, potenti e non. 4. Capire che questo sistema è voluto da tutti noi, comprese le vittime e i loro familiari. 5. Iniziare ad applicare le regole che già esistono. 6. Togliere al potere le sue armi. 7. Piccole e grandi cose da fare. 8. Alcuni esempi di cose da non fare. 9. Riassumendo.
1. Premessa.
C’è una domanda che mi pongo da quando con le mie ricerche e il mio lavoro ho capito come è strutturato il sistema. Che fare?
E la stessa domanda mi viene rivolta da molti lettori, o da chi ascolta i convegni cui ho partecipato.
E spesso mi si accusa di terrorizzare i lettori, senza dare soluzioni. Qualcuno mi ha detto che leggendo il nostro sito, si perde ogni motivo di continuare a vivere.
Allora voglio provare a mettere per iscritto le mie riflessioni.
2. Storicizzare e relativizzare il problema.
Comprendere la realtà è brutto. Si sa. Svegliarsi fa male, perché sembra di essere capitati in un incubo orwelliano. Ma la realtà di oggi non è peggio di quella di un secolo fa, né di quella di 2000 anni fa.
Ai tempi dello stato assoluto il sovrano faceva il bello e il cattivo tempo; aveva lo ius primae noctis sulle donne che si sposavano; toglieva il 99 per cento delle tasse ai suoi sudditi, per fare le guerre; si uccideva chiunque si opponesse al sistema; si andava al rogo solo per aver detto che la Madonna non era vergine; si scatenava una guerra per motivi futili.
Oggi la situazione è cambiata, anche se di poco.
Anche oggi i potenti fanno il bello e il cattivo tempo; non hanno lo ius primae noctis sui matrimoni, ma comunque si scopano le donne che vogliono fare carriera politica o che vogliono entrare nel mondo dello spettacolo, e la novità è che oggi anche le donne che hanno potere costringono gli uomini a prestazioni sessuali, anche se è un fenomeno più raro (ovviamente ci sono anche gli uomini che costringono uomini e le donne che costringono donne).
Oggi le tasse non sono il 99 per cento, ma si avvicinano molto al 90, per mezzo di tutti i balzelli diretti e indiretti che spesso depredano il cittadino di quasi tutto.
I soldi servono ancora a fare le guerre, come un tempo, ma perlomeno per scatenarle devono trovare un pretesto (le inesistenti armi chimiche di Saddam, l’inesistente terrorismo islamico, l’inesistente bomba atomica dell’Iran, e via discorrendo).
2000 anni fa è stato crocifisso Cristo, e uccisero Socrate perché corrompeva i giovani. Oggi hanno avvelenato Osho e tentano di far fuori il Dalai Lama, senza riuscirci.
Hanno ucciso grandi nomi come Ghandi, Martin Luther King, Papa Giovanni Paolo I, e tanti altri, solo perché svegliavano le coscienze. E, per come la penso io, hanno ucciso De Andrè, Rino Gaetano e molti personaggi meno noti, solo perché non volevano sottomettersi al sistema e contribuivano anche loro a svegliare la gente.
La situazione è quasi identica, in fondo, ma è migliorata di poco. Rino lo hanno ucciso con un incidente, De Andrè con un tumore, Ghandi e Martin Luther King per mano di un “pazzo isolato” (in realtà pazzi sì, ma guidati dalla mano dei servizi segreti, che avevano come mandanti persone ben precise); per Papa Giovanni Paolo I hanno dovuto simulare una morte nel sonno, anche se a tale morte penso ci credano solo mio padre e mia nonna. Osho l’hanno avvelenato col tallio.
In altre parole: li hanno uccisi lo stesso. Ma almeno hanno dovuto fingere un motivo diverso.
Insomma. La situazione è cambiata in meglio, perché, almeno a livello teorico, i diritti dell’uomo, del fanciullo, degli oppressi, dei malati, dei detenuti, l’uguaglianza di ciascuno davanti alla legge, sono tutti diritti universalmente riconosciuti.
Certo, è solo un riconoscimento formale. Ma siamo già un passo avanti rispetto al passato, quando il riconoscimento non era neanche formale.
Il rapporto tra persone al potere e gente comune, un tempo, poteva essere riassunta con la famosa frase del marchese Del Grillo: io sono io e voi non siete un cazzo.
Oggi i potenti dicono la stessa cosa. Ma almeno, quando vengono pescati con le mani nel sacco, devono far finta di essere pentiti.
Arriverà poi, fra decenni, o secoli, il momento in cui i diritti verranno riconosciuti anche a livello sostanziale.
E, quando ce la prendiamo con la massoneria e con il suo potere pervasivo, occorre ricordare che tali diritti sono stati creati proprio dalla massoneria, in un lungo lavoro sotterraneo e segreto che è durato secoli. Un lavoro che parte almeno dai tempi di Dante (che, ricordiamolo, era un templare e un rosacroce) e che ancora oggi non è finito.
In altre parole... occorre ricordarsi che molte delle cose positive che abbiamo oggi le dobbiamo proprio alla massoneria; quando io pratico il buddismo, ad esempio, non posso fare a meno di pensare che questa pratica, che ha migliorato molto la mia vita, è stata importata in occidente proprio dalla massoneria.
Chi ha provato l’efficacia delle cosiddette medicine alternative deve sapere che molte di esse sono state praticate, per prime, dai Rosacroce del passato.
E molte scoperte scientifiche si devono ai Rosacroce.
Insomma: la massoneria, come tutti i fenomeni umani, dal marxismo al cattolicesimo, deve essere valutata nel suo complesso, ed è un fenomeno che non è negativo o positivo in sé, ma è fatto di luci e ombre, ove le ombre sono il peggio che si possa immaginare, ma dove le luci sono abbaglianti per quanto brillano.
3. Riconoscere che questo sistema nuoce a tutti, massoni e non, potenti e non.
Un’altra riflessione che faccio spesso è che questo sistema nuoce a tutti. E le cose cambieranno quando la gente prenderà coscienza del fatto che esso costituisce una gabbia non solo per il cittadino medio, ma anche per il potente; chi ha letto l’articolo di Solange su “Il prezzo del potere” sa cosa voglio dire.
I potenti sono sottoposti anche loro ad una serie di regole che li ingabbiano dentro schemi da cui non possono uscire, perché se provano a deragliare dalla strada prestabilita li ammazzano, o, nella migliore delle ipotesi, gli tolgono tutto ciò che hanno.
D’altronde la segretezza della massoneria, che è la sua vera forza ed è ciò che permette ad essa di coprire i crimini più innominabili, aveva un senso secoli fa, quando essa doveva resistere e sopravvivere all’arroganza e allo strapotere della Chiesa; ma in uno Stato veramente moderno e democratico, dove i diritti dell’uomo siano veramente rispettati, il vincolo di segretezza dovrà essere abbattuto.
Tra l’altro la massoneria è depositaria di una conoscenza e una cultura straordinarie, e lo studio di essa può davvero arricchire l’individuo oltre i limiti normalmente imposti dalla cultura tradizionale; purché però questo sapere sia prima o poi divulgato e messo a disposizione di tutti.
4. Capire che questo sistema è voluto da tutti noi, comprese le vittime e i loro familiari.
Chiunque abbia qualche nozione base di psicologia, nonché del significato di termini come quello di “legge dell’attrazione”, comprendendo questa realtà da incubo, non può fare a meno di notare che spesso tale realtà è voluta dalle vittime stesse.
L’esperienza più significativa si ha nel parlare con le vittime, o con i familiari delle vittime.
Ogni qual volta parlo con una vittima, sia essa di una setta satanica, di un abuso giudiziario, o politico, oppure quando parlo con familiari, riscontro uno stato psicologico e un comportamento che non fa altro che rafforzare questi cosiddetti poteri occulti.
Racconto alcuni esempi.
Una mia assistita abusata da un gruppo satanico, mi telefona periodicamente raccontandomi minuziosamente tutti gli abusi subiti in passato e nel presente, e magnificando la potenza di questo guru che la possiede psicologicamente. Quando le dico che deve concentrarsi sulla soluzione, e non sul problema, lei insiste a descrivermi il problema.
Un’altra persona tempo fa lamentava di ricevere minacce di morte e attacchi psicologici da una setta satanica tutte le volte che si recava in un certo luogo da sola; quando le ho detto che, più che rivolgersi ad un avvocato, la prima cosa da fare era evitare di andare da sola in quel luogo, mi ha risposto che non poteva, perché quando si annoiava aveva pure il diritto di fare una passeggiata.
Un’altra persona venne da una città del nord poche settimane fa lamentando una serie di persecuzioni giudiziarie e lavorative oggettivamente molto gravi che duravano da anni; analizzata la situazione, gli ho consigliato prima di tutto di cambiare città. Per tutta risposta la moglie mi ha detto che volevano rimanere lì, e non avevano alcuna intenzione di cambiare posto, e non ha più risposto alle mie telefonate e alle mie mail (per giunta non pagandomi neanche la parcella).
In altre parole... in tutte queste situazioni è oggettivamente difficile dire che la persona non se la sia cercata e non se la cerchi.
Spesso, parlando con i familiari delle vittime, constato gli stessi atteggiamenti: non vogliono parlare, non vogliono capire, fanno calare una cappa di silenzio. Al massimo, vanno a parlarne alla televisione; cioè si consegnano in mano allo stesso potere che li ha messi in quella condizione.
Dopo le riflessioni negative passo ora alla parte pratica. Cosa possiamo fare?
5. Iniziare ad applicare le regole che già esistono.
Innanzitutto si potrebbe iniziare ad applicare le regole esistenti.
Le leggi che abbiamo sono mal fatte, sono imperfette, spesso sono anche confezionate per favorire il delinquente e non la vittima. Ma se si iniziasse ad applicare le leggi esistenti saremmo già un bel passo avanti. Perché il problema è che, oggi, non si applicano neanche le poche regole esistenti.
Se i concorsi pubblici selezionassero veramente la gente per merito, ad esempio, avremmo dei magistrati onesti e preparati, dei poliziotti che credono nel loro lavoro e non persone il cui unico scopo è portare a casa la stipendio per poter andare in vacanza d’estate e farsi una partita a pallone la domenica. Gli appalti pubblici costerebbero molto meno, e senza lo spreco di denaro pubblico avremmo strade efficienti, ospedali perfettamente funzionanti con la cura gratuita di patologie che oggi spesso non vengono curate, come quelle dentali e oculistiche; avremmo personale ben pagato, docenti universitari motivati, e l’economia decollerebbe offrendo posti di lavoro ad italiani ed extracomunitari.
Non sarebbe un mondo perfetto, certo; ma sarebbe già un bel mondo, dove saremmo felici di pagare le tasse per avere in cambio servizi efficienti e potremmo addirittura permetterci il lusso di fregarcene se le banche centrali sono in mano ai privati, perché esse agirebbero nel rispetto delle leggi, e quindi farebbero comunque meno danni di quanti ne fanno oggi.
Se le leggi venissero applicate veramente, oggi la mafia sarebbe sconfitta in pochi mesi, perché i dipendenti dei servizi segreti, i militari, e le forze di polizia, sono in numero tale e con mezzi tecnologici tali, per cui non ci sarebbe più spazio per l’illegalità. O perlomeno non nei limiti in cui c’è oggi.
Ecco. Un primo grandissimo passo avanti sarebbe applicare le leggi già esistenti.
6. Togliere al potere le sue armi.
L’altra cosa da fare è togliere al potere le sue armi.
Le armi del potere sono queste: la paura della morte; la paura della perdita economica; la paura del discredito; la paura per i familiari.
Occorre rendersi conto che il sistema ci assoggetta per mezzo di una serie di paure che sono perlopiù infondate.
Con una concezione della morte come un passaggio transitorio, una spiritualità che veda la vita come un mezzo, e non un fine, e con una diversa scala di valori, è possibile togliere al potere tutte le armi che ha.
Solo non avendo paura di perdere tutto, siano essi beni materiali o la vita, si può vincere il sistema.
In questo senso le risposte possono essere fornite da molte delle religioni esistenti o dai gruppi spirituali, quando ovviamente la spiritualità sia autentica, e non sia solo un vuoto formalismo che si nutre della paura della punizione e dell’inferno.
Tra l’altro, indagando il significato e i mezzi delle varie religioni, si troverà spesso una visione identica di fondo; addirittura i testi della Golden Dawn, mirano allo stesso scopo del Buddismo. Nel libro di Israel Regardie si trova scritto di praticare la meditazione perché con essa si raggiunge l’illuminazione e la buddità (immaginatevi infatti il colpo quando lessi questo passo per la prima volta; in altre parole stavo leggendo un testo fondamentale per capire la Golden Dawn, e mi ritrovo gli stessi concetti del buddismo che pratico io).
E credo che sia lo stesso concetto del mio amico prete, Don Giosi, che dice che un giorno, meditando, ha sentito Dio.
E penso che identico sia l’approccio dei testi di meditazione cabalistica con i nomi di Dio.
Strumenti diversi, per un fine identico.
7. Piccole e grandi cose da fare.
Se penso alle cose positive da fare mi vengono in mente poi in ordine sparso tante cose, piccole o grandi.
Ci sono quelli che lottano contro la mafia, quelli che organizzano convegni, che scrivono libri, che combattono per le strade ogni giorno, che indagano; ma anche quelli che si occupano dei poveri, dei cani abbandonati, di agricoltura biologica, di medicina alternativa, quelli che organizzano la banca del tempo, quelli che vanno ai convegni di Salvatore Borsellino, quelli che vanno alle marce della pace, quelli che fanno volontariato con la Caritas, quelli che buttano la tv e insegnano ai figli a stare senza, quelli che acquistano i prodotti al negozio anche se costa di più perché la grande distribuzione è in mano alla criminalità organizzata; in una parola, tutti quelli che lavorano per un mondo migliore fanno qualcosa per combattere il sistema.
8. Alcuni esempi di cose da non fare.
Quando penso alle cose da non fare, non mi vengono in mente coloro che hanno ucciso le coppiette del Mostro di Firenze. Non mi viene in mente Totò Riina, che è cresciuto in terra di mafia e si è limitato ad assorbire semplicemente dei valori contrari ai miei, vivendo la vita che il destino gli aveva consegnato.
Mi vengono in mente quelli che non vedono più in là del proprio naso. Quelli che pensano di aver capito tutto.
Quelli del Cicap di cui, sono sicuro, la maggioranza è in buona fede.
Mi viene in mente la mia ex collega di studio che butta fuori dallo studio Solange dicendo che è una che “si gratta la topa tutto il giorno” e, qualche tempo dopo, mi scriverà in una mail che “sono un fallito”.
Mi viene in mente mio padre che dice che il mio blog fa del male all’umanità perché diffonde terrore e dovrebbero chiudermelo, e che vota Berlusconi pensando che sia la salvezza dell’Italia.
Mi vengono in mente gli amici che mi dicono con aria di chi dice una cosa intelligente: “Posso darti un consiglio...? Cambia lavoro”.
Mi viene in mente il mio ex allievo ed ex collaboratore, che mi accusa di “non occuparmi più di diritto come una volta”, per stare dietro a cose che non servono a nulla dal punto di vista lavorativo.
Mi viene in mente una mia amica avvocato che parlava sempre di giustizia e legalità, ma un giorno ha detto di no ad una cosa importante perché ad occuparsi di cose troppo grosse poteva creare problemi alla carriera del marito magistrato.
Il problema della Rosa Rossa e del Nuovo Ordine Mondiale, non sono coloro che siedono ai piani alti. Quelli, come mi ha spiegato tempo fa un esoterista molto competente, sono al massimo qualche centinaio e starebbero tutti in un cinema.
E in effetti stanno come in un cinema, a vedere gli effetti del sistema, che procede in automatico, senza grosse spinte, grazie a noi.
Grazie a mio padre, ai miei ex colleghi di studio, ai miei familiari e ai miei amici.
Il sistema ha bisogno semplicemente della gente normale, rincretinita dai telegiornali e dai film, dal Grande fratello e dall’Isola dei famosi (io ora parlo così... ma devo ammettere che fino a pochi anni fa avevo il televisore anche in bagno, quindi appartenevo a questa categoria).
Quando hanno tentato di accopparmi, e il giorno dopo mi rendevo conto di essere scampato alla morte, al massimo mi sono fatto qualche giorno a letto con la febbre per la paura.
Ma è più difficile farsi una ragione di familiari che votano Berlusconi e di familiari che pensano che il problema sia tu, non il sistema in cui viviamo.
Quando penso a come risolvere il problema della Rosa Rossa, non penso a Pacciani, Narducci, Bush, i Rotschild e i Rockefeller.
Penso a me stesso che voto Pannella; a me stesso che se avessi letto dieci anni fa un mio articolo sulla Rosa Rossa avrei pensato “ma questo non sarà un po’ toccato?”; penso al mio migliore amico che mi dice che sono troppo suggestionabile; penso a tutti quelli che votano Berlusconi, penso a mio padre che non mi saluta, e alla mia collega che dice che Solange “si gratta la topa”.
Gli altri, quelli che comandano, si godono dalla loro poltrona la scena del film che va avanti in automatico, senza bisogno di molta fatica.
9. Riassumendo.
In sintesi si può fare questo.
Sapere che le cose da secoli stanno cambiando e nei secoli futuri cambieranno sempre più. Fare al meglio il proprio lavoro, qualunque sia, imparando a riconoscere le trappole del potere senza cascarci e insegnandole ai propri figli.
Vivere sereni, acquisendo una spiritualità autentica, sia essa buddista, cristiana, musulmana, o agnostica come quella degli arancioni di Osho e di molti seguaci della New Age come Patricia Cori, cercando la serenità dentro di sé, non al di fuori.
Fare qualcosa per migliorare il mondo, cominciando dall’ambiente attorno a noi.
Un lungo sogno: Riflessioni per un mondo migliore
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