Questo post, che ha avuto una lunga e doverosa gestazione,
vuole
una volta per tutte dimostrare come una società possa esistere senza Stato ed
essere, proprio per questo motivo, estremamente florida e pacifica. Il
post è indirizzato a tutti coloro che, di fronte alla saggia proposta politica
anarchica, obiettano dicendo (ipotizzando) che una società senza governo e
senza Stato non potrebbe mai esistere e che, addirittura, non è mai esistita.
Noi del blog Italiani Imbecilli
diciamo che è tempo di ricredersi e di conoscere.
Quanti anni ha lo
Stato, inteso
come forma di organizzazione del potere? In Europa diciamo circa 1200 anni, se
consideriamo invece il potere statale centralizzato (come quello attuale), ci
si deve rifare a poche centinaia di anni fa, alla creazione degli Stati
nazionali (XVI sec.). Se invece consideriamo uno dei primissimi codici di
legge, quello del re Hammurabi, dobbiamo risalire a quasi 1800 anni prima di
Cristo. E prima cosa c'era? Com'era
gestita la società? Se noi leggiamo gli indici dei consueti libri di
Storia, cioè di quei testi avallati dallo Stato e che si studiano nelle scuole,
la risposta che ci viene fornita in capitoli è la seguente:
In questo indice, però, manca qualcosa di molto
importante, qualcosa che mette in crisi l'idea di Stato come unica possibilità
di gestione del potere e della società. Per inciso dobbiamo denunciare il fatto
che le informazioni storiche censurate
nei libri scolastici sono moltissime.
Il capitolo cancellato di cui oggi ci occupiamo non è un
capitoletto, si tratta invece di un periodo di migliaia di anni, completamente
tagliati, insabbiati, vietati. Parliamo delle società gilaniche, citate come
esempio di ottima politica anche dal famoso psicanalista Erich
Fromm.
I libri e i mass-media in genere, ci hanno sempre
insegnato che 'la civiltà' (con tutto il peso e l'importanza che riveste questa
parola) sia iniziata là dove sono sorti i primi Stati, le poleis, le grandi
monarchie (egizi, babilonesi, sumeri, assiri, ittiti, fenici, greci...) e in
questo modo lo Stato, che detiene il controllo della cultura nazionale, attua
la sua prima fidelizzazione autoreferenziale presso il fanciullo.
Si insegna che lo Stato equivale a civiltà (e viceversa) come se prima della nascita degli Stati ci fossero stati soltanto clan,
tribù incivili di uomini e donne, poco evoluti, quasi bestie, e anche
disorganizzate. Questo è completamente sbagliato. Semmai è esattamente l'opposto, nel senso che le comunità gilaniche, esistenti prima della nascita degli Stati, erano
le più fiorenti della storia antica, almeno in Europa (ma diffusamente ve
n'erano anche nel continente americano).
Dopo la scomparsa di queste civiltà evolute (spiegheremo
anche il motivo della loro scomparsa), l'instaurazione delle gerarchie e degli
apparati dello Stato hanno prodotto un regresso notevolissimo in ogni àmbito
culturale, morale e cognitivo.
Le società
gilaniche
La scoperta delle società gilaniche è dovuta alla famosa archeologa Marija Gimbutas, seguita dall'antropologa Riane Eisler, sua erede culturale. Marija Gimbutas è stata colei che ha coniato il termine 'gilan', che deriva dall'unione di 'gi' + 'an', abbreviazioni dei termini greci giné (donna) e andros (uomo). La lettera 'elle' in mezzo ha due importanti significati:
1) il segno fonetico greco leyin/lyo che vuol dire 'liberare'.
2) segno di unione culturale e ideale tra i due sessi.
Anche il famoso archeologo irlandese-americano James Patrick Mallory si è occupato lungamente delle società non autoritarie (o acefale, o gilaniche) indoeuropee, egli è professore alla Queen's University di Belfast.
La scoperta delle società gilaniche è dovuta alla famosa archeologa Marija Gimbutas, seguita dall'antropologa Riane Eisler, sua erede culturale. Marija Gimbutas è stata colei che ha coniato il termine 'gilan', che deriva dall'unione di 'gi' + 'an', abbreviazioni dei termini greci giné (donna) e andros (uomo). La lettera 'elle' in mezzo ha due importanti significati:
1) il segno fonetico greco leyin/lyo che vuol dire 'liberare'.
2) segno di unione culturale e ideale tra i due sessi.
Anche il famoso archeologo irlandese-americano James Patrick Mallory si è occupato lungamente delle società non autoritarie (o acefale, o gilaniche) indoeuropee, egli è professore alla Queen's University di Belfast.
Nella pratica del quotidiano vivere, il tutto si traduce
come civiltà
autorganizzata e non violenta, in cui uomini e donne hanno gli stessi diritti.
Stiamo parlando di quella fase temporale che si pone tra il Neolitico e la
nascita degli Stati, quindi stiamo abbracciando un grande arco di tempo che va
all'incirca dal 7000 al 3500
a.C. (talora sino al 1500 a.C.), dove nel Sud-Est
dell'Europa, isole comprese, fiorivano società pacifiche, evolute, raffinate,
senza gerarchie, senza governo, senza Stato, senza eserciti. Società non
patriarcali, anarchiche ante-litteram, dove l'auto-organizzazione protratta per
migliaia di anni non ha mai generato caos e violenze. In nessun sito o tomba
gilanica sono state trovate armi, neppure nell'età della lavorazione dei
metalli. Nessuna raffigurazione vascolare o parietale riporta scene di guerra.
E le numerose statuette della Dea Madre ('Venere' o 'Grande Dea', come viene
chiamata da M. Gimbutas) attestano storicamente che all'inizio dio era donna e
che, per conseguenza, queste società non contemplavano l'uso della
forza fisica (come strumento organizzativo, offensivo e difensivo, prerogativa
maschile opportunisticamente utilizzata dagli Stati creatori di eserciti e di
repressione istituzionalizzata e legalizzata).
Presso questi popoli l'Arte era fiorente e sofisticata, gli
individui erano in costante armonia con la Natura e si professava il culto per
la vita, quindi gli strumenti di morte non erano contemplati, né ammessi.
Per conseguenza, non v'era nessuna intenzione di nuocere o di sottomettere, niente
eserciti, niente repressioni, niente ingiustizie, niente gerarchie, niente mura
di cinta: in un contesto così libero e pacifico, non potevano che nascere
individui altrettanto liberi e pacifici, capaci di perpetuare questo modello di
giustizia sociale.
Tutto questo risponde anche a quelle persone che sono
ancorate all'idea (sbagliata) secondo cui l'essere umano tenda per natura al
dominio, alla malvagità, e che sia persino incapace di auto organizzarsi. L'Uomo nasce anarchico, cooperativo, solidale, pacifico, vitale, libero
('nessun uomo ha ricevuto dalla Natura il diritto di comandare gli altri' -
D. Diderot). Nello specifico degli studi anarchici e antropologici, l'innato
istinto cooperativo dell'Uomo è attestato anche dallo scrittore Colin Ward che lo dimostra in
più occasioni, e anche, come citato prima, da Erich Fromm (qui).
Le Dee Madri sono l'espressione sacra e votiva delle società gilaniche e sono
presenti massicciamente in tutta l'Europa sudorientale, isole comprese, cioè in
un'area vastissima in cui uomini e donne vivevano nella ricerca costante del
miglioramento sociale, nel segno della libertà senza autorità. Il loro sistema
culturale, fondato e maturato sull'ordinamento orizzontale (non piramidale e
gerarchico), aveva prodotto le migliori espressioni sociali, un sano sviluppo
tecnologico, scientifico, architettonico e artistico, volto al vero benessere
personale e collettivo.
Nel vivere sociale gilanico, il 'personale' e il 'collettivo'
non erano considerati elementi dissociati, ma interdipendenti. Perciò Bakunin afferma spesso:
'non posso dirmi completamente libero, fintanto che gli altri non lo sono
completamente'. In una società anarchica, come in quelle gilaniche, non esiste
il suddito, poiché la coscienza collettiva e la stessa organizzazione sociale
egualitaria lo impedirebbero a priori, non vi sono le condizioni necessarie per
la creazione di qualsiasi tipo di oppressione e di senso di rivalsa. Tutto
questo, scritto in estrema sintesi (perdonateci per questo), non è riportato in
nessun libro scolastico 'ufficiale'.
Quindi
La portata di questa scoperta è talmente grande e
'pericolosa' che ha giustificato la sua costante censura da parte delle
istituzioni. Questa scoperta, che ha spaccato anche il fronte degli archeologi,
mina profondamente il nostro imprinting secondo cui non esiste altra forma di
potere (e di 'civiltà') se non quello statale e gerarchico.
L'esistenza storica delle società gilaniche rappresenta
perciò un'ulteriore prova, la più duratura mai avuta nel tempo, in grado di
dimostrare ciò che l'anarchia sostiene da sempre: gli Stati sono creazioni
artificiali e menzognere, concepite espressamente per opprimere i cittadini, i
loro diritti, le loro libertà, le loro esigenze, per il tornaconto di
un manipolo oligarchico che vuole comandare gli individui e avere tutti i
privilegi. Le società gilaniche e l'anarchia ci dànno la prova che si può fare
a meno dello Stato, ci dimostrano che vivere senza sovrani, senza leggi
statali, senza gerarchie e soldati, alimenta la pace, la fratellanza e forgia
coscienze raffinate e colte. Ma perché le società gilaniche sparirono,
lasciando il passo agli Stati? Com'è avvenuto il passaggio?
kurgan: i capostipiti del sistema statale
Gli studi di Marija Gimbutas (ripescati e ristudiati dal movimento femminista negli anni '60) sono stati lunghi e meticolosi e spiegano anche il motivo per cui le società gilaniche si siano estinte quasi simultaneamente. Gimbutas scrive in proposito vari testi che sono inseriti in 'The Kurgan Culture and the Indo-Europeanization of Europe: Selected Articles from 1952 to 1993'. Interessanti anche le altre sue pubblicazioni. Ma veniamo ai kurgan.
kurgan: i capostipiti del sistema statale
Gli studi di Marija Gimbutas (ripescati e ristudiati dal movimento femminista negli anni '60) sono stati lunghi e meticolosi e spiegano anche il motivo per cui le società gilaniche si siano estinte quasi simultaneamente. Gimbutas scrive in proposito vari testi che sono inseriti in 'The Kurgan Culture and the Indo-Europeanization of Europe: Selected Articles from 1952 to 1993'. Interessanti anche le altre sue pubblicazioni. Ma veniamo ai kurgan.
Come dimostra la cartina geografica, popolazioni
indoeuropee, patriarcali e guerriere, provenienti dall'area caucasica e
siberica, divenute patriarcali e guerriere per le cause che si possono leggere
nel libro 'Kurgan, le origini della cultura europea' di M. Gimbutas,
si introdussero in Europa, estinguendo o assoggettando con le armi le comunità
gilaniche, imponendo un modello sociale gerarchico e guerresco, dove la forza
fisica e l'autorità maschile erano gli elementi dominanti. Ogni donna, da quel
momento, fu destinata alla schiavitù e al concubinaggio forzato. L'ordine
anarchico venne represso. Si istituì la proprietà privata.
I popoli assoggettati furono mantenuti e 'normalizzati'
entro rigide leggi (sedicenti divine, in realtà marziali) e in condizione di
servitù permanente. Questa servitù e 'questo stato', venne con il tempo
metabolizzato dalla coscienza umana ed è diventata normalità, consuetudine,
ovvietà, alla quale ci si è abituati. E' dunque qui, e per questi motivi, che
nasce la cultura del dominio e la struttura piramidale dello Stato. Ed è da
questa logica oppressiva che nascerà quella che oggi viene definita
paradossalmente 'civiltà'. Il nostro intendere la politica, la moderna
organizzazione sociale, l'autorità costituita, i confini e gli eserciti,
derivano quindi dai Kurgan ed è ovvio che, dopo 3000 anni di questa cultura,
sembra impossibile oggi concepire un altro sistema di organizzazione sociale
diversa da quella statale.
Qui in basso: tabella riassuntiva fotografata dal libro sopra citato 'Kurgan,
le origini della cultura europea' di Marija Gimbutas.
Civiltà a confronto. L'Arte parla
L'Arte è quell'espressione dell'essere umano che rivela, racconta, sintetizza il contesto sociale, la cultura di un popolo. Ed è grazie ai reperti artistici che noi possiamo toccare con mano la grandissima differenza tra i gilanici e i kurgan, possiamo constatare la netta cesura culturale, il disastroso regresso sociale e morale avvenuto per colpa del dominio barbarico dei kurgan sui popoli liberi d'Europa. Prendiamo in considerazione l'isola di Creta che, grazie al suo essere isola, è stata l'ultimo baluardo libero e gilanico fino al 1500 a.C. I libri scolastici ben si guardano dal nominare la parola 'gilanica' (o non-violenta) con riferimento alla civiltà cretese. Invece ci hanno insegnato ad associare a Creta l'attributo 'minoico', poiché Minosse fu un re cretese (un re). Ma al di là del mito del Minotauro e dei riferimenti fantastici che si intrecciano intorno al nome di Minosse, cosa c'era a Creta prima di questo sovrano despota? Come vivevano i cretesi gilanici? Cosa ci raccontano i reperti artistici?
L'Arte è quell'espressione dell'essere umano che rivela, racconta, sintetizza il contesto sociale, la cultura di un popolo. Ed è grazie ai reperti artistici che noi possiamo toccare con mano la grandissima differenza tra i gilanici e i kurgan, possiamo constatare la netta cesura culturale, il disastroso regresso sociale e morale avvenuto per colpa del dominio barbarico dei kurgan sui popoli liberi d'Europa. Prendiamo in considerazione l'isola di Creta che, grazie al suo essere isola, è stata l'ultimo baluardo libero e gilanico fino al 1500 a.C. I libri scolastici ben si guardano dal nominare la parola 'gilanica' (o non-violenta) con riferimento alla civiltà cretese. Invece ci hanno insegnato ad associare a Creta l'attributo 'minoico', poiché Minosse fu un re cretese (un re). Ma al di là del mito del Minotauro e dei riferimenti fantastici che si intrecciano intorno al nome di Minosse, cosa c'era a Creta prima di questo sovrano despota? Come vivevano i cretesi gilanici? Cosa ci raccontano i reperti artistici?
Prendiamo in analisi il dipinto più famoso, la tauromachìa
(palazzo di Cnosso).
Nel dipinto murale, due donne e un uomo giocano insieme e
affrontano il toro. Le attività sociali, compresi i giochi, erano liberamente e
normalmente svolte sia dalle donne, sia dagli uomini in un rapporto paritario.
E al di là dell'aspetto egualitario tra genere maschile e femminile (aspetto
che manca alla decantata e 'civile' cultura democratica greca e in tutte le
altre successive), osserviamo lo stile pittorico, la raffinatezza artistica, il
grado di fluidità. Dice Giulio Carlo Argan: 'la mancanza della gravità rituale
delle figurazioni asiatiche, l'andamento più libero delle linee e l'accordo dei
colori, dimostrano che l'immaginazione degli artisti è già aperta verso gli
orizzonti di una mitologia fondamentalmente naturalistica'. Peccato solo che i
cretesi trovarono, nel loro futuro, soltanto regresso e schiavitù. Ma questa
concezione naturalistica e persino realistica di indubbia raffinatezza si
riscontra anche nella celebre brocchetta di Gurnià:
Qui l'artista ha dipinto un polpo che abbraccia con i suoi
tentacoli la brocca. Quel polpo sta nuotando, il pittore dipinge anche le alghe
fluttuanti. Sempre Argan: '(il polpo) è un essere vivo'. Siamo quindi di fronte
a un'Arte che dichiara e ostenta la propria vitalità (culto della vita), una
grande consapevolezza, un'ottima maturazione culturale, un rapporto intimo e
confidenziale con la Natura. Cosa che sparirà da lì a breve con l'ingresso
violento dei kurgan anche a Creta, come avvenuto in precedenza in tutta
l'Europa sudorientale. Infatti l'Arte dei guerrieri che andò a sostituirsi a quella
gilanica produsse un pesantissimo regresso culturale, e di questo regresso ne è
ancora testimone il primo periodo dell'Arte greca, successivo alla cultura
gilanica, dove la semplificazione e la geometrizzazione estrema della realtà
sono il sintomo di una povertà intellettuale che ha fatto compiere un balzo
indietro di millenni alla nostra cultura. Guardiamo l'enorme differenza
stilistica tra Arte gilanica e quella successiva greca arcaica.
In mezzo ci è passata la cultura rozza, primitiva,
guerresca dei kurgan (qui sotto)
Prima dei kurgan non esistevano né la povertà, né tutti
quei problemi connessi alla condizione di indigenza. In buona sostanza, lo
Stato ha prodotto impoverimento e regresso, dominio ed oppressione, schiavi e
padroni, patriarcato e tutte le aberrazioni di cui soffre la nostra società,
crimini compresi.
Adesso è forse più chiaro il motivo per cui l'anarchia
intende e vuole una società libera e liberata dallo Stato.
Ora non rimane altro da fare che prendere coscienza della
Storia e cercare di allontanare dalla nostra vita lo Stato e i suoi apparati di
governo, siano essi locali o centrali. Ognuno di noi, attraverso scelte
consapevoli per il benessere nostro e dei nostri nipoti, può agire e
sconfiggere questa gabbia statale. Ma prima di abbattere lo Stato, occorre
distruggere le barriere mentali, le più dure, quelle che lo Stato stesso ci ha imposto da
3000 anni. Oggi di barriere ne sono state abbattute un bel po'. Buon pro' ci
faccia, per il bene di tutti.
(L'argomento qui trattato è soltanto una sintesi e non può essere esaustiva. I riferimenti da studiare sono in verità moltissimi, la bibliografia è vasta e interessante. Lasciamo qualche link, a nostro giudizio tra i più autorevoli sull'argomento, gli unici dai quali abbiamo desunto le informazioni per questo articolo).
(L'argomento qui trattato è soltanto una sintesi e non può essere esaustiva. I riferimenti da studiare sono in verità moltissimi, la bibliografia è vasta e interessante. Lasciamo qualche link, a nostro giudizio tra i più autorevoli sull'argomento, gli unici dai quali abbiamo desunto le informazioni per questo articolo).
Marija
Gimbutas: 'Signs out the time' (filmato sottotitolato)
Conferenza
del prof Mallory al Museo di archeologia e antropologia dell'Università della Pennsylvania
(video in inglese)
Altri esempi di anarchia già
applicata (autogoverni, cooperazioni, realtà senza Stato, collettivizzazioni) –
Barcellona
1936 (filmato)
La
Comune di Marsiglia (e di altre città francesi)
Collettivizzazione
aragonese 1936 (filmato)
'L'antica Europa e l'Anatolia, come la Creta minoica,
erano una 'Gilania' (Marija Gimbutas 'Il linguaggio della Dea': introduzione,
pag. 21)
(Ci teniamo a dire che gli anarchici non hanno mai avuto
bisogno di queste 'prove' per dimostrare l'efficacia e la bontà dell'anarchia.
Pertanto, questo articolo va a beneficio di quanti hanno sempre dubitato,
screditato, diffamato l'anarchia e gli anarchici, non conoscendo, ipotizzando e
lasciandosi deviare dalle menzogne di Stato. Di fronte all'evidenza storica,
qualsiasi dubbio cade, 'come corpo morto cade')
Non lo diciamo mai, ma crediamo sia importante far
circolare il più possibile il link di questo articolo, come state già facendo.
Grazie.
Il lemma 'Gilania' nell'enciclopedia Treccani (qui )
Dall'enciclopedia Treccani
gilania: Organizzazione sociale anteriore
al patriarcato, esistita in Europa tra il 7000 e il 3500 a.C. e caratterizzata
dall’eguaglianza tra sessi e dalla sostanziale assenza di gerarchia e autorità
centralizzata. Tra il 4300 e il 2800
a.C. la g. sarebbe stata soppiantata da un'altra cultura
neolitica, quella dei kurgan, una società androcratica e patrilineare emersa
dal bacino del Volga. Il termine è stato coniato dall'archeologa di origine
lituana M. Gimbutas utilizzando le radici greche gy (donna) e an (uomo).
COMPRESSA-MENTE: Società gilaniche: le floride comunità senza Stat..
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