lunedì 1 marzo 2021

Lo spazio sacro


Dentro ognuno di noi c'è un luogo di pace, di presenza, di silenzio. Questo luogo di pace, tuttavia, nella Vita caotica di oggi, viene spesso ad essere offuscato e scosso dalle mille inquietudini che ci fa vivere la nostra mente, inquietudini che ci creiamo a causa della nostra mancanza di centratura.

Il problema fondamentale è che noi diamo potere all'esterno e, così facendo, viviamo nell'illusione che andrà tutto bene solo se fuori le cose vanno come abbiamo previsto. Poiché l'esterno, la Vita, sono un continuo fluire, a volte anche fin troppo impetuoso, ecco che spesso, molto spesso, le cose non vanno come da noi previsto e, proprio per questo, ci sentiamo, arrabbiati, impauriti, depressi, scontenti, frustrati.

(Immagine presa dal web)

Tutte queste sensazioni, questo malcontento di fondo che viviamo è solo pura illusione e deriva dalla mancanza di un proprio centro, di una propria oasi di pace. Quando parlo di centro non mi riferisco al fatto che dobbiamo aprire un centro di consapevolezza dove riunirci tutti assieme per meditare o fare altri tipi di attività, nulla di tutto ciò. 

Quando parlo di centro, mi riferisco alla centratura su di sé, alla possibilità di trasmutare le circostanze esterne a proprio esclusivo vantaggio dopo aver avuto la capacità/il coraggio, di riconoscere il caos interiore, quello stesso caos al quale non abbiamo mai dato nessuna importanza e che, nonostante tutto, ci ha dominati fino ad oggi, ciò a causa della nostra scarsa consapevolezza e di un'attenzione rivolta solo ed esclusivamente all'esterno di noi.

(Immagine presa dal web)

Centrarsi significa creare, ampliare e fare della propria interiorità un'oasi di pace, un luogo sacro dove rifugiarsi quando fuori infuriano le tempeste della Vita che sembrerebbero, almeno all'apparenza ne avrebbero tutta l'aria, volerci spazzare via assieme a tutte le nostre vacillanti certezze.

Riconoscere la propria interiorità è la conseguenza dell'aver preso coscienza del fatto che tutto ciò che sta là fuori (eventi, persone, cose) è solo un riflesso di ciò che abbiamo dentro. In altre parole, noi proiettiamo e viviamo fuori ciò che abbiamo pensato dentro. Se riusciamo a prenderne coscienza, solo allora possiamo trasmutarlo fino a veder cambiare, di pari passo, anche ciò che sembrava la realtà statica a noi esterna.

(Immagine presa dal web)

Quando si è centrati, quando si comincia a conoscere il luogo sacro interiore, si diventa invulnerabili. La persona centrata, infatti, una volta riconosciuta la propria responsabilità interiore per ciò che accade all'esterno, diventa invulnerabile rispetto agli eventi caotici che accadono nella quotidianità. Questa invulnerabilità le deriva dal fatto che essa ha acquisito il potere di cambiare i propri pensieri e, di conseguenza, il proprio sentire interiore per poi trasformare anche l'esterno.

Da ciò si capisce bene come sia necessario lo sviluppo di capacità introspettive. Solo così, infatti, si avrà modo di esplorare, riconoscere ed amare la propria interiorità, trasmutandone quegli aspetti che arrecano in noi preoccupazione, paura, rabbia e tutte quelle forme di inquietudine che, fino ad oggi, non ci avevano permesso di dimorare nella pace interiore nonostante le tempeste, gli tsunami esterni.

(Immagine presa dal web)

Va ricordato che, una volta riconnessi col proprio centro, una volta ripulito il nostro spazio personale fino a farlo diventare la nostra oasi di pace interiore, dovremo ripulire anche l'esterno cambiando, ad esempio, lavoro, amicizie, città, abitudini e, in generale, ciò che potrebbe impedirci la realizzazione e il mantenimento del nostro spazio sacro.

Lo spazio sacro, pertanto, dovrà essere quella parte di noi, la più intima, profonda e benedetta, che dovremo rendere invalicabile da parte degli accadimenti esterni, in maniera tale da renderlo un rifugio sicuro durante le tempeste di particolare intensità.

(Immagine presa dal web)

Per completare e consolidare il lavoro volto alla centratura e alla conseguente creazione di uno spazio sacro, dovremo sviluppare, com'è ovvio, una totale indipendenza dall'esterno (persone, cose, eventi). Dopotutto l'esterno, si sa, è una creazione più o meno inconscia da parte del nostro interno. 

Solo dopo aver creato il nostro spazio sacro potremo essere, finalmente, al sicuro dalle opinioni, azioni, giudizi altrui preservando, così, per noi tutta la vitalità che prima avevamo sprecato dando potere a ciò che, alla fine, era solo una nostra proiezione.

Vincenzo Bilotta

 

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