Dentro ognuno di noi c'è un luogo di pace, di presenza, di silenzio.
Questo luogo di pace, tuttavia, nella Vita caotica di oggi, viene spesso
ad essere offuscato e scosso dalle mille inquietudini che ci fa vivere
la nostra mente, inquietudini che ci creiamo a causa della nostra
mancanza di centratura.
Il problema fondamentale è che noi diamo potere all'esterno e, così
facendo, viviamo nell'illusione che andrà tutto bene solo se fuori le
cose vanno come abbiamo previsto. Poiché l'esterno, la Vita, sono un
continuo fluire, a volte anche fin troppo impetuoso, ecco che spesso,
molto spesso, le cose non vanno come da noi previsto e, proprio per
questo, ci sentiamo, arrabbiati, impauriti, depressi, scontenti,
frustrati.
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Tutte queste sensazioni, questo malcontento di fondo che viviamo è solo
pura illusione e deriva dalla mancanza di un proprio centro, di una
propria oasi di pace. Quando parlo di centro non mi riferisco al fatto
che dobbiamo aprire un centro di consapevolezza dove riunirci tutti
assieme per meditare o fare altri tipi di attività, nulla di tutto ciò.
Quando parlo di centro, mi riferisco alla centratura su di sé, alla
possibilità di trasmutare le circostanze esterne a proprio esclusivo
vantaggio dopo aver avuto la capacità/il coraggio, di riconoscere il
caos interiore, quello stesso caos al quale non abbiamo mai dato nessuna
importanza e che, nonostante tutto, ci ha dominati fino ad oggi, ciò a
causa della nostra scarsa consapevolezza e di un'attenzione rivolta solo
ed esclusivamente all'esterno di noi.
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Centrarsi significa creare, ampliare e fare della propria interiorità
un'oasi di pace, un luogo sacro dove rifugiarsi quando fuori infuriano
le tempeste della Vita che sembrerebbero, almeno all'apparenza ne
avrebbero tutta l'aria, volerci spazzare via assieme a tutte le nostre
vacillanti certezze.
Riconoscere la propria interiorità è la conseguenza dell'aver preso
coscienza del fatto che tutto ciò che sta là fuori (eventi, persone,
cose) è solo un riflesso di ciò che abbiamo dentro. In altre parole, noi
proiettiamo e viviamo fuori ciò che abbiamo pensato dentro. Se
riusciamo a prenderne coscienza, solo allora possiamo trasmutarlo fino a
veder cambiare, di pari passo, anche ciò che sembrava la realtà statica
a noi esterna.
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Quando si è centrati, quando si comincia a conoscere il luogo sacro
interiore, si diventa invulnerabili. La persona centrata, infatti, una
volta riconosciuta la propria responsabilità interiore per ciò che
accade all'esterno, diventa invulnerabile rispetto agli eventi caotici
che accadono nella quotidianità. Questa invulnerabilità le deriva dal
fatto che essa ha acquisito il potere di cambiare i propri pensieri e,
di conseguenza, il proprio sentire interiore per poi trasformare anche
l'esterno.
Da ciò si capisce bene come sia necessario lo sviluppo di capacità
introspettive. Solo così, infatti, si avrà modo di esplorare,
riconoscere ed amare la propria interiorità, trasmutandone quegli
aspetti che arrecano in noi preoccupazione, paura, rabbia e tutte quelle
forme di inquietudine che, fino ad oggi, non ci avevano permesso di
dimorare nella pace interiore nonostante le tempeste, gli tsunami
esterni.
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Va ricordato che, una volta riconnessi col proprio centro, una volta
ripulito il nostro spazio personale fino a farlo diventare la nostra
oasi di pace interiore, dovremo ripulire anche l'esterno cambiando, ad
esempio, lavoro, amicizie, città, abitudini e, in generale, ciò che
potrebbe impedirci la realizzazione e il mantenimento del nostro spazio
sacro.
Lo spazio sacro, pertanto, dovrà essere quella parte di noi, la più
intima, profonda e benedetta, che dovremo rendere invalicabile da parte
degli accadimenti esterni, in maniera tale da renderlo un rifugio sicuro
durante le tempeste di particolare intensità.
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Per completare e consolidare il lavoro volto alla centratura e alla
conseguente creazione di uno spazio sacro, dovremo sviluppare, com'è
ovvio, una totale indipendenza dall'esterno (persone, cose, eventi).
Dopotutto l'esterno, si sa, è una creazione più o meno inconscia da
parte del nostro interno.
Solo dopo aver creato il nostro spazio sacro potremo essere, finalmente,
al sicuro dalle opinioni, azioni, giudizi altrui preservando, così, per
noi tutta la vitalità che prima avevamo sprecato dando potere a ciò
che, alla fine, era solo una nostra proiezione.
Vincenzo Bilotta
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