La vita di coppia è una sfida. Ogni giorno è richiesto di mettersi in gioco, di rischiare un po’, di dare se stessi anche quando si è stanchi o si vorrebbe fare altro. Dedizione e impegno sono due tratti distintivi della quotidianità della vita a due.
Perché l’amore non basta: l’uragano dell’innamoramento travolge e rende tutto bello e spensierato, ma nel tempo l’innamoramento diventa amore che va coltivato con cura, attenzione e dedizione. Capita spesso che molte coppie si fermano a osservare il proprio matrimonio o la propria relazione non riuscendo più a trovare il motivo del loro stare insieme. Tante e personali sono le motivazioni. Il punto è che forse quell’amore ha perso colore, sapore, armonia ed è nel tempo appassito e affievolito apparendo così come un amore infelice. È questo il momento in cui bisogna fermarsi e chiedersi se continuare a vivere un matrimonio infelice oppure cercare di cambiare, che non vuol dire necessariamente finire il rapporto, ma magari cercare di riattivare la scintilla.
“Il matrimonio è, e resterà sempre, il viaggio di scoperta più importante che l’uomo possa compiere”
Søren Kierkegaard
Quali sono i segnali di un matrimonio infelice
Riuscire a cogliere i segnali di un matrimonio infelice non è sicuramente facile, o forse, difficile è ammettere che sia così, che sta succedendo proprio a voi, che la favola sta andando in una direzione non prospettata da cui non si intravede un lieto fine.
Ma quali possono essere i segnali di un matrimonio infelice? Sicuramente tantissimi e questi di seguito non sono sicuramente esaustivi.
Uno dei possibili aspetti è la sensazione di sentirsi soli nel matrimonio. È quello che accade quando il trascorrere del tempo con il partner diventa un’abitudine priva di significato o spessore. Quando magari ognuno cammina per la propria strada che non si congiunge con l’altra, in cui non si percepisce sostegno, accordo, condivisione e reciprocità.
Essere un marito o una moglie infelice fa perdere poi l’entusiasmo del condividere, di fare progetti insieme e l’altro viene visto come lontano da sé, a volte fastidioso e che limita il proprio essere. Colui o colei che un tempo erano il proprio completamento diventano un “peso”, qualcuno che fa soffrire e che dentro sé si vorrebbe lasciare andare.
Cala la passione, il desiderio, non solo sessuale, ma anche nelle piccole cose, aumenta la necessità di essere e stare da soli, di sperimentare e sperimentarsi in autonomia e come individuo, allontanandosi dalla coppia. c’è sofferenza, silenzio, fastidio, chiusura, paura, tristezza e amarezza.
Accanto a questa confusione, cosa fare? E i figli? Tutto quello costruito insieme? Dobbiamo stare insieme ugualmente? E se l’altro non riesce a sopportare tutto questo? Come confrontarsi con l’insodisfazione del proprio rapporto?
“Molto spesso, per riuscire a scoprire che siamo innamorati, forse anche per diventarlo, bisogna che arrivi il giorno della separazione”.
(Marcel Proust)
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Perché è necessario guardare in faccia al proprio matrimonio infelice
Guardare in faccia il proprio matrimonio infelice e decidere di agire in un modo o nell’altro è sicuramente molto difficile. La consapevolezza si accompagna a sofferenza, senso di fallimento o di colpa, indecisione, tanta paura.
Tuttavia, importante è rendersene contro, non procrastinare nel tentativo di salvare il rapporto, perché il tempo e la routine possono essere malvagi.
La scelta di prenderne atto può portare a decisioni che generano maggiore benessere e soddisfazione. C’è chi sceglie di separarsi, aprendosi a nuove realtà, a una nuova vita che dopo, un periodo di amarezza e dolore, può dare gioia, serenità e rinascita. Accanirsi nel mantenere vivo un amore finito, infatti, porta con sé insoddisfazione, sofferenza e alla lunga anche stress grave, depressione, malessere fisico fino anche a condotte inappropriate. Dirsi che è finita, che forse è arrivato il momento di lasciare che ognuno proceda per la propria strada può essere spesso la scelta più funzionale ed adeguata, per sé e anche, seppur non sembra, per i figli alle prese con la separazione dei genitori, che vivono spesso tra litigi, silenzi e incomprensioni.
Ma la presa di coscienza potrebbe portare a nuova rinascita. Molti, infatti, provano a rimettersi in gioco, decidendo di farsi aiutare, ricercando cosa li ha uniti inizialmente e cosa può riunirli ora. L’amore apparentemente finito può spesso essere recuperato, magari prestando più attenzione alle piccole cose, alla quotidianità che sfugge ma che è quella da riempire con piccoli gesti e attenzioni.
Il matrimonio è una sfida è un impegno per la vita e bisogna esserci giorno dopo giorno, con cura, attenzione e pazienza. Goccia dopo goccia, avendo la forza di guardare il mare anche noi giorni di tempesta, sapendo che poi ritorna il sole, ma la spiaggia va sistemata e se non si riassetta, tempesta dopo tempesta può spazzare tutto, e ricostruire è difficile.
“Per amare qualcosa bisogna rendersi conto che potremmo perderla”.
(Gilbert Keith Chesterton)
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Milena Rota
https://www.eticamente.net/70004/guardare-in-faccia-il-proprio-matrimonio-infelice.html
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